L’adozione della legge quadro sull’intelligenza artificiale segna un passo cruciale per il sistema giuridico italiano, apportando significative modifiche al codice penale e rafforzando la protezione dei diritti individuali. L’avvocata Lilla Laperuta, esperta in Diritto del lavoro e contratti pubblici, ha recentemente approfondito le implicazioni di questa riforma in un’intervista con Adnkronos/Labitalia. La sua analisi mette in luce come la rivoluzione informatica, iniziata nel secondo Novecento, abbia trasformato l’uso degli strumenti digitali nella vita quotidiana, portando a interrogativi fondamentali sulla protezione dei diritti e delle libertà.
il contesto della riforma
La Laperuta sottolinea che l’evoluzione della tecnologia ha portato le macchine a sviluppare capacità di auto-apprendimento e auto-decisione. In questo contesto, l’Unione Europea ha introdotto strumenti normativi per affrontare le sfide della digitalizzazione, come la protezione dei dati personali e la responsabilità dei fornitori di servizi digitali. La legge quadro italiana si inserisce in questo scenario, affiancandosi al regolamento UE 2024/1689 (noto come Ai Act), che stabilisce norme armonizzate per un uso “corretto, trasparente e responsabile” dell’intelligenza artificiale.
le principali disposizioni della legge
La nuova legge, ora approvata, mira a garantire un approccio che rispetti i diritti fondamentali. Secondo Laperuta, il regolamento europeo prevale sulla legislazione nazionale, e la legge quadro si concentra su aspetti specifici della realtà socio-economica italiana. Tra le disposizioni più significative:
- Articolo 3: Stabilisce che l’uso di sistemi di intelligenza artificiale non deve compromettere il metodo democratico della vita istituzionale e politica.
- Articolo 26: Integra l’art. 61, primo comma, del codice penale, introducendo l’aggravante di aver commesso un reato utilizzando sistemi di intelligenza artificiale.
- Articolo 612-quater: Introduce il reato di “Illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale”, punendo chi causa danni divulgando contenuti alterati senza consenso.
l’importanza della governance
L’agenzia per l’Italia digitale (AgID) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) sono designate come autorità nazionali per l’intelligenza artificiale, con il compito di garantire l’applicazione della normativa a livello nazionale e europeo. Questa governance rappresenta un passo importante verso una gestione più efficace dell’IA in Italia.
Questa riforma legislativa non solo segna un cambiamento significativo nel panorama giuridico italiano, ma rappresenta anche un tentativo concreto di affrontare le sfide poste dall’era digitale e dall’intelligenza artificiale. Con la nuova legge, si punta a garantire una maggiore tutela dei diritti fondamentali e a promuovere un uso responsabile della tecnologia, ponendo al centro la dignità e la libertà dell’individuo.