Francesco Boccia, ideatore della Digithon, ha recentemente partecipato a un confronto sull’intelligenza artificiale insieme al Cardinale Matteo Maria Zuppi, durante una maratona digitale a Bisceglie. Il suo intervento ha sollevato questioni fondamentali riguardo al rapporto tra tecnologia e umanità, sottolineando l’importanza di mettere la persona al centro delle innovazioni digitali.
Boccia ha affermato con decisione che “la digitalizzazione può e deve essere uno strumento al servizio della persona, della comunità, della solidarietà”. Tuttavia, ha messo in guardia contro il rischio che la logica del profitto e della velocità possa prevalere sul bene comune, minacciando di ridurre gli individui a mere statistiche o algoritmi. In un’epoca in cui le tecnologie digitali permeano ogni aspetto della vita quotidiana, è essenziale ricordare che il progresso tecnologico deve servire a migliorare la vita delle persone, non a incrementare le disuguaglianze.
L’importanza dell’umanesimo digitale
Secondo Boccia, “un algoritmo, per quanto sofisticato, non ha in sé il concetto di perdono, comprensione o empatia”. Questo punto è cruciale: mentre l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione possono facilitare la comunicazione e il flusso di informazioni, non possono sostituire le emozioni e le relazioni umane genuine. Il rischio è che, in questa corsa verso l’innovazione, si possa perdere il contatto con le esigenze reali delle persone.
Boccia analizza anche il tema delle disuguaglianze, sottolineando che, anziché colmare il divario esistente, la tecnologia in molte occasioni ha contribuito ad ampliarlo. Le persone più vulnerabili, già in difficoltà economiche e sociali, si trovano ad affrontare un divario digitale che le esclude ulteriormente. Le sue affermazioni possono essere riassunte in alcuni punti chiave:
- Accesso alla rete: Deve essere garantito a tutti, non solo a pochi privilegiati.
- Competenze digitali: È fondamentale per l’inclusione sociale.
- Uso critico delle tecnologie: Deve essere parte integrante dell’educazione digitale.
Un futuro digitale inclusivo
Il concetto di umanesimo rinnovato proposto da Boccia si basa sulla necessità di promuovere giustizia e solidarietà. In un mondo sempre più digitale, l’inclusione deve essere vista come parte integrante dell’inclusione sociale. Le persone devono avere accesso non solo alle tecnologie, ma anche a un’educazione che consenta loro di utilizzarle in modo critico e consapevole. La solidarietà deve tradursi in iniziative mirate alla formazione e all’educazione digitale, affinché tutti possano beneficiare delle opportunità offerte dalla tecnologia.
Boccia ha anche evidenziato un paradosso interessante: sebbene le tecnologie ci rendano più connessi, non è detto che queste connessioni si traducano in relazioni significative. “Più contatti, meno legami”, ha osservato. Questo fenomeno è visibile sia nel mondo online, dove le interazioni possono essere superficiali, sia nella vita reale, dove la digitalizzazione ha portato a un isolamento sociale per molti.
La responsabilità collettiva
Inoltre, Boccia ha sollevato un punto cruciale riguardo all’età di coloro che attualmente detengono il potere decisionale in materia di intelligenza artificiale. “Oggi ci troviamo nella situazione in cui i potenti della terra, 70enni e 80enni, hanno in mano le chiavi dell’intelligenza artificiale”, ha affermato. Questo solleva interrogativi sulla visione e sulle motivazioni di queste figure nell’utilizzo delle tecnologie emergenti. Invece di sfruttare l’intelligenza artificiale per migliorare le condizioni di vita degli esseri umani, si assiste spesso a un uso che porta alla distruzione di territori e alla sofferenza di interi popoli.
In questo contesto, la proposta di Boccia di mettere la persona al centro è più urgente che mai. “Avere il coraggio di dire no alla legge del più forte” è fondamentale per garantire che i progressi tecnologici siano utilizzati al servizio del bene comune. La responsabilità di costruire un futuro digitale più equo e umano ricade su tutti noi: governi, imprese e cittadini.
La maratona digitale di Digithon rappresenta una piattaforma importante per affrontare queste tematiche e promuovere un dialogo costruttivo sulle sfide e le opportunità che la digitalizzazione presenta. La visione di Boccia invita a riflettere su come possiamo trasformare la tecnologia in un alleato per la società, creando un futuro in cui la dignità e il benessere delle persone siano sempre al centro delle scelte tecnologiche.