Il dibattito commerciale tra Stati Uniti e Cina sta vivendo un’intensificazione senza precedenti, con il presidente americano Donald Trump che ha recentemente lanciato una provocazione che potrebbe alterare le dinamiche economiche tra queste due superpotenze. Durante un incontro alla Casa Bianca con il presidente sudcoreano Lee Jae Myung, Trump ha minacciato di imporre dazi sulle importazioni cinesi che potrebbero arrivare fino al 200% se Pechino non dovesse fornire in modo affidabile magneti realizzati con terre rare.
La rilevanza delle terre rare
Le terre rare sono metalli fondamentali per la produzione di tecnologie avanzate, che spaziano dagli smartphone ai veicoli elettrici, fino agli equipaggiamenti militari. La Cina attualmente detiene una posizione dominante nella produzione e nella lavorazione di questi materiali, rendendo gli Stati Uniti altamente dipendenti dalle importazioni cinesi. La minaccia di Trump si inserisce in un contesto di tensioni commerciali già esistenti; infatti, Pechino aveva già limitato le esportazioni di terre rare come risposta al conflitto commerciale in corso.
Un cambio di rotta nelle relazioni
In un momento in cui le relazioni tra Stati Uniti e Cina sembravano prendere una piega più conciliatoria, con la proroga di 90 giorni della tregua commerciale annunciata all’inizio di agosto, le dichiarazioni di Trump segnano un netto cambiamento di rotta. Questo accordo temporaneo era stato raggiunto con l’obiettivo di sospendere nuove misure punitive e favorire il dialogo su questioni cruciali, tra cui:
- Approvvigionamento di terre rare
- Accesso ai chip per l’intelligenza artificiale (IA)
- Ordini di soia
Il Wall Street Journal ha riportato che, nella settimana in corso, il vice ministro del Commercio cinese, Li Chenggang, è atteso a Washington per un incontro significativo, il primo round di colloqui diretti tra Cina e Stati Uniti dopo un lungo periodo di tensioni.
Le sfide nei colloqui commerciali
Durante i colloqui, Li Chenggang solleverà la questione dei dazi sul fentanyl, un tema delicato che ha complicato ulteriormente le relazioni tra i due paesi. Pechino ha chiesto la revoca dei dazi del 20% sui prodotti legati al fentanyl, ma finora non ha presentato una proposta ritenuta adeguata dall’Amministrazione Trump per affrontare il problema dei precursori di questo oppiaceo.
Inoltre, l’Amministrazione Trump sta preparando un inasprimento dei controlli sulle importazioni cinesi di acciaio, rame e litio come parte di un piano per combattere il lavoro forzato, soprattutto nello Xinjiang, e per cercare di ridurre il deficit commerciale con la Cina. Questa mossa si allinea con una strategia più ampia di pressione economica, che cerca di affrontare problematiche legate ai diritti umani e all’equità commerciale.
La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di incontri programmati tra i funzionari cinesi e il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, il quale è responsabile dei controlli sulle esportazioni. Questo stallo potrebbe avere ripercussioni significative sui colloqui e su eventuali progressi verso un accordo commerciale più stabile.
In un contesto di crescente tensione, il dialogo tra le due superpotenze rimane cruciale. Le dichiarazioni di Trump e le imminenti negoziazioni con Li Chenggang rappresentano un momento decisivo per il futuro delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Entrambe le parti sono consapevoli che una rottura totale degli scambi commerciali potrebbe avere conseguenze devastanti per l’economia globale. Con la scadenza della tregua commerciale all’orizzonte, le prossime settimane saranno fondamentali per determinare se le due nazioni riusciranno a trovare un terreno comune o se assisteremo a un ulteriore inasprimento delle tensioni commerciali. La comunità internazionale osserva attentamente, consapevole che la salute economica mondiale dipende in gran parte dalla stabilità delle relazioni tra Stati Uniti e Cina.