Il turismo nelle aree montane italiane rappresenta una fetta significativa dell’economia locale, contribuendo per il 6,7% al Pil delle montagne. Questo dato, in linea con la media nazionale, sottolinea l’importanza delle montagne come meta turistica. Secondo un’indagine condotta da Ipsos, nell’ambito del Rapporto Montagne Italia realizzato dall’Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani (Uncem), il 90% degli intervistati considera le aree montane italiane come una “importante attrattiva per i turisti”, mentre il 56% le vede come luoghi ideali in cui vivere.
Con l’estate 2023 che ha visto un incremento dei flussi turistici verso le montagne, il Rapporto di Uncem presenta una panoramica dettagliata della situazione turistica in tutte le aree montane del Paese. Le Alpi e gli Appennini sono suddivisi in 387 ‘comunità territoriali’, che rappresentano aree omogenee di Comuni che collaborano già in strategie e piani di sviluppo locale. Questo approccio cooperativo è fondamentale per garantire uno sviluppo sostenibile e integrato del turismo.
Dati significativi sul turismo montano
Un dato significativo emerso dal Rapporto è che nelle Alpi e negli Appennini ci sono 19,3 posti letto alberghieri ed extralberghieri ogni 100 abitanti, con una media di 1200 pernottamenti registrati annualmente per ogni 100 abitanti. La durata media delle permanenze, calcolata dividendo il numero delle presenze per quello degli arrivi, si attesta a 3,1 giorni, evidenziando la tendenza dei turisti a rimanere più a lungo nelle località montane.
Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, ha enfatizzato che il turismo montano è in crescita e che non è corretto parlare di overtourism in queste aree. “Il turismo esiste perché ci sono paesi e comunità. È in crescita, e parlare di overtourism è fuorviante”, ha affermato Bussone. Ha anche sottolineato l’importanza di considerare i limiti legati all’accesso alle aree montane per motivi ludico-sportivi, avvertendo che le comunità locali, che non sono solo borghi turistici, sono essenziali per l’accoglienza e il successo del turismo stesso. “Chi visita le montagne dovrebbe acquistare nei negozi locali e sostenere le attività commerciali della valle”, ha aggiunto.
Focus sulle regioni montane
Analizzando i dati, l’Alto Adige si distingue per la maggiore occupazione turistica, con Villabassa e Alta Pusteria in testa. Qui, su una popolazione di 84.000 abitanti, si registrano 12.849 occupati nella filiera turistica, un numero impressionante che riflette la vitalità dell’industria turistica in quest’area, famosa anche per il Lago di Braies. Tra le comunità con il maggior numero di occupati nel turismo, spiccano anche Verano e Tires, sempre in Alto Adige, seguite dalle Dolomiti Bellunesi.
In termini di valore aggiunto della filiera turistica sul totale del valore aggiunto di ciascuna Comunità Territoriale, le Dolomiti mostrano risultati notevoli. Il Rapporto di Uncem identifica tre aree del Trentino come leader in questo campo:
- Comunità Territoriale di Trento – 72%
- Soraga di Fassa – 62%
- Tires – 59%
Al contrario, in alcune aree del Mezzogiorno e delle isole, come la Bassa Valle del Tirso in Sardegna e la Locride in Calabria, l’incidenza del turismo sul valore aggiunto totale è inferiore all’1%.
Disponibilità di posti letto e presenze turistiche
Per quanto riguarda la disponibilità di posti letto, Soraga di Fassa si distingue con 254 posti ogni 100 abitanti, seguita dalla zona Walser Monte Rosa in Valle d’Aosta (239) e dall’Unione Montana del Baldo-Garda in Veneto (220). Altre località come Spormaggiore e l’area Valdigne-Mont-Blanc in Valle d’Aosta hanno anch’esse buoni numeri, contribuendo così a una rete ricettiva robusta.
Esaminando le presenze turistiche, Soraga di Fassa si conferma leader con 30.000 pernottamenti, seguita da Spormaggiore (27.000) e l’area del Baldo-Garda (19.000). La durata media delle permanenze, un indicatore cruciale per il settore, mostra risultati eccellenti nell’Alto Maceratese, dove i turisti rimangono mediamente 13 giorni, seguiti da altre aree della Calabria e dell’Emilia Romagna.
Questi dati non solo evidenziano il potenziale turistico delle montagne italiane, ma suggeriscono anche la necessità di un approccio responsabile e sostenibile allo sviluppo del settore. Con una buona pianificazione e un coinvolgimento attivo delle comunità locali, il turismo montano può continuare a prosperare, contribuendo in modo significativo all’economia e alla vita delle persone che abitano queste meravigliose aree.