Il turismo enogastronomico si sta affermando come uno dei settori più promettenti per la crescita economica e la valorizzazione del patrimonio culturale e gastronomico italiano. Con un valore stimato di oltre 40 miliardi di euro, questo segmento non solo contribuisce significativamente all’occupazione, ma offre anche opportunità di sviluppo sostenibile per le comunità locali. Tuttavia, per sfruttare appieno questo potenziale, è essenziale colmare il gap esistente nel mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le figure professionali specializzate.
Recentemente, è stato pubblicato il ‘Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico’, un documento strategico redatto dall’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, in collaborazione con importanti enti del settore. Questo libro bianco è stato concepito per tracciare una rotta chiara verso il futuro delle professioni legate a un comparto in rapida evoluzione.
La necessità di nuovi profili professionali
La mancanza di figure professionali adeguate rappresenta un problema cruciale. Tra le figure chiave identificate nel libro vi sono:
- Product manager per il turismo enogastronomico
- Hospitality manager
Questi professionisti sono fondamentali per sviluppare un’offerta turistica integrata e promuovere esperienze uniche, non solo in Italia, ma anche all’estero. Il product manager, ad esempio, ha il compito di attivare sinergie sul territorio per stimolare lo sviluppo del prodotto turistico, estendendo il suo ruolo a Destination Management Organizations (DMO) e consorzi. Alcune regioni italiane, come la Val di Chiana senese e il Friuli Venezia Giulia, hanno già iniziato a implementare queste figure per migliorare l’offerta turistica.
D’altra parte, l’hospitality manager gioca un ruolo cruciale nella gestione operativa delle strutture turistiche. Il suo compito include la pianificazione, l’organizzazione e la gestione dei servizi turistici, nonché la promozione dell’offerta verso mercati nazionali e internazionali. Un’analisi recente ha dimostrato che il 43% delle imprese con oltre 5.000 visitatori annui ha già adottato un modello organizzativo con una Business Unit dedicata alla gestione turistica.
Formazione e competenze
Uno degli obiettivi principali del ‘Libro Bianco’ è definire in modo chiaro le competenze richieste per le nuove professioni del turismo enogastronomico. La formazione è un aspetto critico per sviluppare queste competenze, e le Camere di Commercio si stanno impegnando a creare sistemi di certificazione per valorizzare i percorsi formativi, anche quelli non formali. Federico Sisti, segretario generale della Camera di Commercio dell’Umbria, ha sottolineato l’importanza di adottare un linguaggio condiviso riguardo alle competenze professionali nel settore, per garantire esperienze turistiche autentiche e memorabili.
In questo contesto, è essenziale l’inserimento di nuove figure professionali, come il consulente di turismo enogastronomico. Questo professionista offre supporto nella strutturazione delle esperienze turistiche e nella gestione di tutti gli aspetti del processo turistico, dall’ottimizzazione del customer relationship management (CRM) al revenue management.
Curatori di esperienze enogastronomiche
Una delle figure più innovative emerse dal libro è quella del curatore di esperienze enogastronomiche. Questo professionista ha il compito di organizzare eventi e tour enogastronomici durante i periodi di alta attività produttiva, come la vendemmia o la raccolta delle olive. L’obiettivo è creare esperienze uniche per i turisti, coordinando itinerari che colleghino diverse realtà produttive. Roberta Garibaldi, presidente di AITE, ha messo in evidenza quanto sia cruciale definire il percorso professionale per questa figura, che potrebbe rappresentare una vera e propria risorsa per le aziende del settore.
L’importanza delle istituzioni
Le istituzioni, sia a livello nazionale che europeo, hanno un ruolo fondamentale nel promuovere lo sviluppo delle professioni legate al turismo enogastronomico. Dario Nardella, europarlamentare e coordinatore del gruppo S&D in Commissione Agricoltura, ha sottolineato l’importanza di investire in studi e risorse per affrontare le sfide del settore e valorizzare le potenzialità di sviluppo. La formazione e la creazione di centri di alta formazione devono essere prioritari per garantire un futuro sostenibile al turismo enogastronomico.
In conclusione, la realizzazione del ‘Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico’ rappresenta un passo fondamentale verso l’armonizzazione delle competenze e la valorizzazione di nuove figure professionali. Con un mercato in continua evoluzione e un crescente interesse per le esperienze enogastronomiche, l’Italia ha l’opportunità di diventare un punto di riferimento nel panorama turistico internazionale. La sfida ora è quella di formare professionisti che possano rispondere a queste nuove esigenze e contribuire alla creazione di un turismo sostenibile e di qualità.