La lotta all’evasione fiscale rappresenta una delle sfide più ardue che i Comuni italiani devono affrontare. Nonostante i tentativi di implementare politiche efficaci, i risultati ottenuti sono deludenti. Un recente studio del servizio Politiche fiscali della Uil ha rivelato che i fondi redistribuiti ai Comuni per affrontare l’evasione fiscale sono ancora marginali e disomogenei, con un trend che, in molti casi, è addirittura in calo.
Un esempio emblematico di questa situazione è Napoli, che nel 2024 ha ricevuto un contributo di soli 773 euro per la lotta all’evasione. Questo importo è irrisorio rispetto all’entità del problema fiscale che affligge non solo la città partenopea, ma anche altre realtà italiane. In contrasto, Milano guida la classifica con un contributo di 397.992 euro, seguita da Genova e Torino, che beneficiano anch’esse di somme significativamente più elevate. Questa disparità nella distribuzione dei fondi solleva interrogativi sulle logiche di assegnazione delle risorse e sulla capacità del sistema di affrontare l’evasione fiscale in modo equo.
La situazione nel sud Italia
La situazione è particolarmente allarmante per le città del Sud Italia. Oltre ai già citati 773 euro di Napoli, Roma incassa appena 3.570 euro, mentre Palermo riceve 1.373 euro. Catania e Cagliari, addirittura, non registrano alcun contributo. Questa disuguaglianza non solo penalizza i Comuni più colpiti dall’evasione, ma mette anche in discussione l’efficacia delle politiche fiscali nazionali. La Uil ha messo in evidenza che il meccanismo di redistribuzione dei fondi non decolla, evidenziando uno stallo nelle attività di accertamento e un ridimensionamento delle risorse disponibili.
Cause del calo dei fondi
Le cause di questa situazione sono molteplici. In primo luogo, il taglio della compartecipazione statale, che è passata dal 100% al 50%, ha colpito duramente i Comuni, costringendoli a rivedere le proprie strategie di contrasto all’evasione fiscale. Molti enti locali si trovano a dover fronteggiare un aumento delle spese e una diminuzione delle entrate, rendendo difficile qualsiasi intervento efficace contro l’evasione.
Inoltre, l’evasione fiscale non colpisce in modo uniforme tutte le aree del Paese. Le grandi città del Nord, come Milano, beneficiano di una maggiore capacità di accertamento e di risorse più elevate, permettendo loro di affrontare il fenomeno in modo più incisivo. Al contrario, i Comuni del Sud, spesso in una situazione economica precaria, devono affrontare non solo l’evasione, ma anche una carenza di risorse e personale dedicato.
L’importanza della digitalizzazione e della cultura fiscale
La lotta all’evasione fiscale ha un impatto diretto sulle finanze locali. I fondi recuperati attraverso l’accertamento fiscale potrebbero essere reinvestiti in servizi pubblici essenziali, migliorando così la qualità della vita dei cittadini. Tuttavia, senza un adeguato sostegno da parte del governo centrale, i Comuni si trovano in una posizione sempre più difficile.
Un aspetto cruciale da considerare è l’importanza della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica. Molti Comuni, specialmente quelli più piccoli, faticano a implementare sistemi di monitoraggio e controllo efficaci. Investire nella digitalizzazione delle procedure fiscali potrebbe rappresentare una soluzione per migliorare l’accertamento e ridurre l’evasione. Tuttavia, è necessaria una forte volontà politica e risorse adeguate.
Infine, è essenziale incentivare una cultura della legalità e della responsabilità fiscale tra i cittadini. Campagne di sensibilizzazione e programmi di educazione fiscale possono contribuire a far comprendere l’importanza di contribuire al benessere comune attraverso il pagamento delle tasse. Solo attraverso un approccio integrato, che unisca politiche fiscali efficaci, investimenti in tecnologia e una maggiore consapevolezza sociale, si potrà sperare di ottenere risultati significativi nella lotta all’evasione fiscale in Italia.
In sintesi, la situazione attuale dei contributi ai Comuni per la lotta all’evasione fiscale è complessa e richiede interventi mirati. Le disparità tra le diverse realtà italiane sono evidenti e il rischio è che, senza un cambio di rotta, le città più vulnerabili continuino a essere lasciate indietro in questo importante campo di battaglia fiscale.