Con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’innalzamento dell’età pensionabile, il panorama lavorativo italiano sta subendo profondi cambiamenti, che influiscono notevolmente sul benessere delle lavoratrici over 50. Un’indagine condotta da Intoo, parte di Gi Group Holding, ha rivelato che il 66% delle donne senior teme l’impatto di una carriera prolungata, un dato significativamente superiore alla media generale dei lavoratori over 50, che si attesta al 58%. Questo studio, intitolato “La sfida della Longevity”, è stato realizzato in collaborazione con Wyser, il brand di Gi Group specializzato nella ricerca e selezione di profili manageriali ed executive.
Le preoccupazioni delle donne over 50
Le preoccupazioni espresse dalle donne over 50 si concentrano principalmente sulla stanchezza psicofisica, con il 72% delle intervistate che ha segnalato questo aspetto come fonte di ansia. Al contrario, il totale dei lavoratori ha indicato una percentuale del 68%. Questo scarto evidenzia come le donne siano più sensibili agli effetti del prolungamento della vita lavorativa, un segnale che non può essere trascurato.
Un altro fattore che contribuisce a questa preoccupazione è la mancanza di preparazione da parte delle aziende. Secondo l’indagine, sei aziende su dieci non si sentono pronte ad affrontare le sfide legate all’invecchiamento della forza lavoro. Inoltre, più di un lavoratore over 50 su tre ha espresso timore che la propria azienda non stia dedicando sufficiente attenzione alle esigenze specifiche dei dipendenti più anziani. Questo dato diventa ancora più allarmante se si considera il punto di vista femminile: quattro donne over 50 su dieci percepiscono questa scarsa attenzione.
Discriminazione e opportunità lavorative
Il 25% delle donne senior ha dichiarato di aver subito discriminazioni legate all’età, una percentuale che sale al 30% per le donne manager, a fronte del 16% degli uomini. Inoltre, uno su quattro dei lavoratori senior sente di avere meno opportunità in azienda rispetto ai più giovani, ma sono soprattutto le donne over 50 a mostrarsi pessimiste. Questo accade nonostante il loro impegno nell’aggiornamento professionale e nella formazione continua.
Alessandra Giordano, direttrice di Employability e Career Development di Intoo, ha sottolineato come le donne continuino a subire disuguaglianze che si amplificano con l’età. Attualmente, circa il 40% delle donne over 50 è senza lavoro e senza pensione, mentre molte di quelle che lavorano si trovano spesso a gestire, in solitudine, le responsabilità legate alla cura dei familiari.
Investire nel capitale umano femminile
Il tema della longevità lavorativa non riguarda solo le lavoratrici, ma anche le aziende, che devono imparare a investire nel capitale umano femminile. In un contesto di scarsità di manodopera e con un tasso di occupazione femminile fermo al 52,5%, ben 18 punti sotto quello maschile, è fondamentale riconoscere il valore delle donne che partecipano attivamente al mondo del lavoro. Queste professioniste rappresentano una risorsa preziosa, soprattutto quando consideriamo le transizioni che affrontano, dalla maternità alle responsabilità di caregiving.
Le disparità nella partecipazione a iniziative aziendali per i senior sono evidenti: solo il 5% delle donne manager ha avuto accesso a progetti dedicati, contro il 21% dei colleghi maschi. Le misure attuate dalle aziende per affrontare la Longevity si concentrano principalmente su incentivi al prepensionamento, con il 50% dei manager che segnala questa iniziativa, seguita da interventi in ambito formazione, flessibilità oraria, mappatura delle competenze e benessere organizzativo.
Il quadro che emerge è allarmante e richiede attenzione. Le donne over 50 hanno bisogno di un ambiente lavorativo che riconosca e valorizzi le loro esperienze e competenze. Questo è un tema cruciale non solo per il benessere individuale, ma anche per la sostenibilità delle organizzazioni e dell’economia nel suo complesso. Investire nelle politiche di inclusione e valorizzazione delle lavoratrici senior non è solo una questione etica, ma una necessità strategica in un mercato del lavoro in continua evoluzione.