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Dedalo: il nuovo osservatorio sui Neet in Italia che cambia le regole del gioco

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Dedalo: il nuovo osservatorio sui Neet in Italia che cambia le regole del gioco
Dedalo: il nuovo osservatorio sui Neet in Italia che cambia le regole del gioco
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Nel panorama socio-economico italiano del 2024, il fenomeno dei Neet (Not in Education, Employment or Training) si conferma una questione di rilevante importanza. Con oltre 2 milioni di giovani italiani in questa condizione, la disoccupazione di lungo periodo emerge come la causa principale, interessando il 14% di questa popolazione. In risposta a questa sfida, è stato recentemente lanciato “Dedalo”, un osservatorio e laboratorio permanente dedicato allo studio e alla comprensione del fenomeno Neet, con l’obiettivo di far luce sulle cause profonde che portano i giovani a distaccarsi dai percorsi scolastici, formativi e lavorativi.

Il progetto Dedalo: una risposta concreta

Il progetto “Dedalo” è frutto della collaborazione tra la Fondazione Gi Group e l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, con il supporto di ZeroNeet, un programma di contrasto al fenomeno dei Neet promosso dalla Fondazione Cariplo, e la Fondazione Compagnia di San Paolo. La sua attivazione è stata presentata durante un evento istituzionale a Roma, alla presenza di figure rilevanti del panorama politico e sociale, come la Viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, e il presidente dell’Inps, Gabriele Fava.

L’iniziativa si propone di essere un punto di riferimento per tutte le componenti della società, dalle istituzioni alle famiglie, passando per le scuole e le aziende. Attraverso un portale interattivo dedicato, Dedalo offrirà accesso a un patrimonio di risorse, inclusi database nazionali e regionali sui Neet, analisi approfondite e una raccolta di buone pratiche. Questo approccio mira a mappare le progettualità attivate nei vari territori, stimolando iniziative di contrasto e prevenzione.

Analisi e dati sui Neet

Il primo studio presentato nell’ambito di Dedalo ha messo in luce una classificazione più dettagliata dei Neet, basata su un’analisi multidimensionale che integra i dati dell’indagine Istat sulla forza lavoro. Questo studio ha permesso di evidenziare non solo la disoccupazione di lungo periodo, ma anche motivazioni legate a responsabilità familiari e attese di risposte da ricerche di lavoro. In particolare, il 13,1% dei Neet è rappresentato da coloro che si dedicano alla famiglia, segnale di un fenomeno che merita attenzione.

Un aspetto significativo è l’analisi di genere: mentre il 20,6% delle donne è Neet per responsabilità familiari, solo il 2,4% degli uomini rientra in questa categoria. Al contrario, tra gli uomini, si registra una maggiore incidenza di disoccupati di lungo periodo. Inoltre, l’età gioca un ruolo cruciale nel definire le cause della condizione Neet: tra i più giovani (15-19 anni) prevalgono i Neet in transizione, mentre tra i 20-24 anni aumentano i disoccupati di lungo periodo.

Iniziative di reinserimento e sfide future

Il progetto Dedalo non solo si concentra sull’analisi e la comprensione del fenomeno, ma si propone anche di sviluppare azioni concrete per affrontare la situazione. Le iniziative di reinserimento già avviate nei vari territori sono state mappate, rivelando che le buone pratiche di intervento coinvolgono un ampio numero di regioni, rappresentando l’85% dei Neet nella fascia di età 15-29. Questi progetti, pur nella loro diversità, condividono l’obiettivo di riattivare i giovani, rendendoli consapevoli delle proprie competenze e desideri.

Tra i soggetti coinvolti ci sono enti pubblici, imprese private e organizzazioni del terzo settore, tutti uniti nel tentativo di contrastare il fenomeno Neet. Figure chiave come educatori, assistenti sociali, psicologi e giovani peer educator sono fondamentali per il successo di queste iniziative. Questi ultimi, in particolare, svolgono un ruolo cruciale nel coinvolgere altri giovani e nel rendere le proposte di intervento più accessibili e pertinenti.

Tuttavia, non mancano le criticità. Una delle principali sfide è la mancanza di un sistema centrale in grado di mappare le realtà locali coinvolte nei progetti, rendendo difficile l’identificazione di potenziali partecipanti. Inoltre, l’inefficacia di programmi come Garanzia Giovani ha evidenziato come molti giovani vulnerabili rimangano esclusi dalle politiche pubbliche. È dunque essenziale sviluppare strategie mirate di intercettazione, che possano prevenire l’ingresso dei giovani in condizioni di Neet e favorire il loro reintegro.

In questo contesto, Chiara Violini, presidente della Fondazione Gi Group, ha sottolineato l’importanza di un impegno collettivo per affrontare il fenomeno Neet. Ha proposto cinque misure chiave per sostenere i giovani nel loro percorso verso il lavoro e la realizzazione personale. Tra queste:

  1. Promozione di un sistema duale che integri scuola e lavoro.
  2. Importanza di potenziare l’orientamento già dalla prima infanzia.
  3. Necessità di valutare l’obbligo scolastico in relazione al conseguimento di titoli di studio riconosciuti.

Dedalo rappresenta dunque una nuova opportunità per affrontare in modo sistemico il fenomeno Neet in Italia, contribuendo a costruire un futuro in cui ogni giovane possa trovare il proprio posto nel mondo del lavoro e della formazione. Con questo progetto, la Fondazione Gi Group si impegna a dare voce a una problematica che richiede attenzione e azioni concrete, affinché nessun giovane resti ai margini della società.

Written by
Mirko Fabrizi

Sono un appassionato narratore di storie di italiani che hanno deciso di intraprendere un viaggio all’estero, sia per lavoro che per dare vita a nuove avventure imprenditoriali. La mia penna si muove tra le esperienze di chi ha lasciato la propria terra d'origine per seguire sogni e aspirazioni, affrontando sfide e scoprendo opportunità in contesti diversi. Credo fermamente nel potere delle storie di ispirare e connettere le persone, e mi piace esplorare come la cultura italiana si intrecci con quella di altri paesi. Con ogni articolo su smetteredilavorare.it, cerco di dare voce a chi ha scelto di cambiare il proprio destino, portando un pezzo d'Italia nel mondo e dimostrando che la passione e la determinazione possono aprire le porte a nuove realtà.

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