L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, ha suscitato un grande scalpore in Italia e continua a far discutere, specialmente con l’emergere di nuove controversie legate all’impronta palmare n. 33 attribuita ad Andrea Sempio. Quest’ultimo è l’unico indagato nel nuovo filone di indagini, e i suoi legali hanno presentato una relazione che mette in discussione le conclusioni dei consulenti della Procura di Pavia, sostenendo che l’impronta non appartiene al loro assistito.
La difesa di Sempio e le contestazioni
L’avvocato Massimo Lovati e la collega Angela Taccia, rappresentanti di Sempio, hanno evidenziato che l’attribuzione dell’impronta 33 è il risultato di un pregiudizio interpretativo. Questo concetto è stato sostenuto anche dai consulenti di parte, Luciano Garofano e Luigi Bisogno, i quali affermano che i magistrati avrebbero confuso le strutture papillari reali dell’impronta con interferenze murarie, ovvero segni presenti sulla parete dove è stata rinvenuta l’impronta.
L’impronta 33 è stata trovata sulla parete destra delle scale che conducono al luogo in cui fu scoperto il corpo di Chiara Poggi. La difesa di Sempio sostiene che:
- L’impronta non è identificabile come appartenente all’indagato.
- Non presenta un numero sufficiente di corrispondenze per un’attribuzione certa.
- Nella relazione di 60 pagine, si afferma che solo 5 punti caratteristici sono riscontrabili, un numero insufficiente per stabilire un legame definitivo con Sempio.
Metodi di rilevazione e protocolli scientifici
La questione si complica ulteriormente considerando i metodi di rilevazione utilizzati dai consulenti della Procura. Garofano e Bisogno hanno evidenziato che i metodi seguiti non avrebbero rispettato i protocolli scientifici e le procedure valide nella comunità scientifica. In particolare, hanno sottolineato che prima di cercare le corrispondenze, i consulenti avrebbero esaminato in dettaglio l’impronta di Sempio, un approccio che potrebbe portare a errori di interpretazione.
Il confronto tra le consulenze ha generato un intenso dibattito. I consulenti della famiglia Poggi, assistiti dai legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno già espresso un parere simile a quello della difesa di Sempio riguardo all’impronta 33. Questo ha creato un clima di forte tensione, dato che la famiglia Poggi ha sempre sostenuto la necessità di giustizia per Chiara, uccisa in circostanze ancora avvolte nel mistero.
Proseguimento delle indagini
Le indagini continuano con un incontro programmato tra i consulenti della famiglia Poggi e quelli della difesa di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara ma sempre dichiaratosi innocente. Questo incontro, previsto per il 4 luglio, rappresenta un passo importante nel riesame delle evidenze raccolte, in particolare riguardo alle campionature e alle analisi genetiche.
Attualmente, si sta lavorando su tre tamponi autoptici di Chiara Poggi, di cui uno non è mai stato analizzato. Inoltre, ci sono tre tracce ematiche che, nel 2007, non avevano fornito risultati definitivi. Queste tracce, insieme a un frammento del tappetino del bagno macchiato di sangue, offrono un’ulteriore opportunità per chiarire gli eventi di quella tragica giornata. I risultati delle nuove analisi sono attesi per la prossima settimana, ma le aspettative sono contenute, con molti esperti che non si attendono sconvolgimenti significativi.
Il caso di Garlasco continua a essere uno dei più emblematici nel panorama giudiziario italiano, non solo per la brutalità del delitto, ma anche per le sue numerose implicazioni legali e investigative. La complessità delle prove e le interpretazioni divergenti mantengono alta l’attenzione su questa vicenda, che ha segnato profondamente la vita della famiglia Poggi, di Sempio e dell’intera comunità. La ricerca della verità rimane al centro del dibattito, mentre consulenti e legali si preparano a confrontarsi in un clima di crescente incertezza.