L’industria dei salumi italiani si trova ad affrontare sfide importanti a causa dei dazi imposti negli Stati Uniti, un mercato cruciale per l’export di questi prodotti. In un’intervista con Adnkronos/Labitalia, Davide Calderone, direttore generale di Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi), ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto di queste misure. Il settore, noto per la sua qualità e tradizione, deve ora confrontarsi con costi aggiuntivi che minacciano i margini di profitto delle aziende.
L’impatto dei dazi sui salumi italiani
Negli ultimi mesi, il dazio del 10% sui salumi italiani ha avuto un impatto significativo sulle aziende. Calderone ha dichiarato: “Noi siamo un Paese che trasforma, per il quale l’export è fondamentale. E quindi qualsiasi spesa aggiuntiva può ridurre i margini”. Questo dazio, unito a un tasso di cambio sfavorevole tra euro e dollaro, crea una situazione difficile per le imprese, costrette ad assorbire questi aumenti senza poter trasferire completamente i costi sui consumatori.
Previsioni per l’export di salumi
Calderone ha anticipato un possibile calo dell’export di salumi italiani previsto per il 2025. Le sue parole sono chiare: “Ci aspettiamo un calo dell’export di salumi made in Italy, legato anche a un effetto fisiologico per le scorte che sono state fatte non appena è iniziata a circolare la voce sui dazi”. Gli Stati Uniti, uno dei principali destinatari delle esportazioni italiane, rappresentano una fetta importante del mercato, rendendo queste previsioni ancora più preoccupanti.
- Nel 2024, le esportazioni di salumi italiani verso i Paesi terzi hanno raggiunto 66.007 tonnellate, con un valore di 791,5 milioni di euro, segnando una crescita dell’11,9% in quantità e del 14,2% in valore.
- Gli Stati Uniti hanno contribuito in modo sostanziale a questo risultato, con arrivi di salumi per 20.188 tonnellate, registrando un incremento del 19,9% rispetto all’anno precedente, corrispondente a un valore di 265,1 milioni di euro, in crescita del 20,4%.
Sfide e opportunità nel mercato dei salumi
Calderone ha messo in guardia su alcuni aspetti critici del settore: “Il mercato interno è praticamente saturo”. Questa situazione costringe le aziende a cercare nuove opportunità di espansione all’estero, una sfida non facile. La peste suina africana ha ulteriormente complicato il panorama, causando perdite significative. “Abbiamo calcolato un mancato export di salumi made in Italy nei Paesi asiatici per 20 milioni di euro al mese, a partire dal 2022″, ha affermato Calderone.
Sulle strategie di supporto alle aziende, Assica è attivamente coinvolta nel dialogo con le autorità americane. Calderone ha dichiarato: “Stiamo facendo il possibile per spiegare all’amministrazione americana che i nostri prodotti in USA danno anche lavoro”. Questo sottolinea l’importanza del settore non solo per l’export, ma anche per l’occupazione locale.
Infine, esplorare mercati alternativi è una necessità, ma Calderone avverte: “Guardare ad altri mercati è una frase che si può dire ma poi metterla in pratica non è così scontato”. È fondamentale un approccio strategico che includa informazione, promozione e presenza costante nei nuovi mercati.
In un contesto complesso e in continua evoluzione, le aziende italiane di salumi devono affrontare la crescente pressione sui margini e l’incertezza economica. Solo attraverso una strategia ben definita e innovazione continua sarà possibile mantenere la competitività sui mercati globali.