La sicurezza sul lavoro nei porti italiani è un tema cruciale, che ha riacquistato rilevanza in occasione della tredicesima Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza, tenutasi a Salerno. Durante l’evento, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni) ha presentato uno studio intitolato “Sicurezza come fattore competitivo: il caso dei porti italiani”, sottolineando l’importanza di investire nelle aree di carico e scarico merci per migliorare la sicurezza. Questo appello si inserisce in un contesto in cui il settore dei trasporti continua a registrare elevati tassi di infortuni, nonostante i progressi degli ultimi anni.
il contesto degli infortuni nei trasporti
Il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha affermato che “la sicurezza sul lavoro e lo sviluppo produttivo sono un binomio inscindibile”. Il settore dei trasporti e della movimentazione delle merci è uno dei comparti con il più alto rischio di incidenti. Secondo i dati dell’INAIL, tra il 2019 e il 2023, si è registrata una flessione dell’8% nei casi denunciati, ma il numero totale rimane allarmante, con 44.419 incidenti denunciati nel 2023 solo nel settore dei trasporti e magazzinaggio.
Un’analisi più dettagliata mostra che il tasso di incidenti sul lavoro nei trasporti è di 38,1 per 1.000 occupati, significativamente più alto rispetto al manifatturiero (24,1) e all’edilizia (25,9). Questo panorama evidenzia come, nonostante i progressi, il settore portuale richieda attenzione e interventi mirati.
le cause degli infortuni e la necessità di prevenzione
Uno studio condotto nel 2022 ha rivelato che almeno la metà degli incidenti nel settore dei trasporti marittimi si verifica in banchine portuali e terminal container. I dati INAIL indicano che tra il 2019 e il 2023 gli incidenti per i lavoratori nei servizi di supporto ai trasporti portuali sono diminuiti del 12%, ma i casi mortali rimangono significativi, con sette decessi registrati nel periodo. Inoltre, gli incidenti legati alla movimentazione merci sono stati 435, con una flessione del 16,9%.
Le fratture e gli schiacciamenti rappresentano le lesioni più comuni, seguite da annegamenti e contusioni. Le cause degli infortuni si collegano spesso a:
- Pratiche operative errate
- Malfunzionamenti delle attrezzature
- Mancato uso dei dispositivi di protezione
Angelo Domenico Perrini, Presidente del Cni, ha sottolineato che “non serve inasprire le sanzioni, ma è necessario lavorare sulla prevenzione e sulla formazione”. Questo richiamo alla formazione continua dei lavoratori è cruciale, poiché la scarsa percezione del rischio e la disattenzione sono frequentemente alla base degli infortuni.
l’importanza del redesign delle aree portuali
Un altro aspetto fondamentale emerso durante la giornata è l’importanza di investire nel redesign delle aree portuali. La ridefinizione del layout delle aree di carico e scarico e della catena di movimentazione è vista come una strategia chiave per migliorare la sicurezza. Le attuali trasformazioni nei porti italiani, come l’aumento delle dimensioni delle navi e l’innovazione tecnologica, richiedono interventi strutturali e operativi. È necessario garantire spazi adeguati e implementare sistemi di controllo digitali per ridurre la presenza umana nelle aree di movimentazione.
Inoltre, l’introduzione di pratiche sostenibili, come l’elettrificazione delle banchine per il cold ironing, non solo migliora l’ambiente, ma contribuisce anche a una maggiore sicurezza. Il miglioramento della logistica portuale, attraverso la riduzione dei tempi di attesa delle navi, è un altro aspetto cruciale da affrontare. Attualmente, il tempo medio di attesa nei porti italiani è di 1,28 giorni, un valore significativamente più alto rispetto a quello dei porti olandesi e spagnoli.
La sicurezza portuale non può prescindere dall’analisi dei “near miss”, ovvero quegli incidenti che, pur non causando danni, possono fornire informazioni preziose per migliorare la prevenzione. La raccolta e l’analisi di questi dati dovrebbero far parte di un piano nazionale per la sicurezza nei porti, coinvolgendo tutti gli attori del settore e definendo chiaramente le misure da adottare.
In conclusione, la Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza ha rappresentato un’occasione per riflettere su come la sicurezza nei porti possa diventare un fattore competitivo per l’Italia. Con oltre 16.000 addetti e un ruolo cruciale nell’economia nazionale, i porti italiani necessitano di un ambiente di lavoro sicuro per garantire efficienza e competitività. Con oltre 480 milioni di tonnellate di merci transitate nel 2024 e 73 milioni di passeggeri, la sicurezza non è solo un obbligo morale, ma una necessità economica.
In sintesi, l’attenzione alla sicurezza nei porti italiani deve essere potenziata attraverso investimenti mirati, formazione continua e una progettazione attenta delle infrastrutture. Solo in questo modo sarà possibile garantire un futuro più sicuro e produttivo per il settore portuale, fondamentale per l’intera economia del Paese.