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Benigni propone una rivoluzione: addio unanimità e veto nel Consiglio Ue

Mirko Fabrizi Giugno 11, 2025
Benigni propone una rivoluzione: addio unanimità e veto nel Consiglio Ue

Benigni propone una rivoluzione: addio unanimità e veto nel Consiglio Ue

Roberto Benigni, il celebre attore e regista italiano, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sull’Europa in un’intervista con Bruno Vespa durante il programma “Cinque Minuti”. In questo contesto, Benigni ha lanciato un appello accorato per una riforma delle decisioni europee, criticando il sistema dell’unanimità e del veto che caratterizza il Consiglio dell’Unione Europea.

Secondo Benigni, l’Europa rappresenta “la più grande costruzione democratica degli ultimi duemila anni”, un progetto ambizioso e visionario che ha il potenziale di essere il sogno che unisce le generazioni attuali e future. Tuttavia, egli evidenzia che l’Unione Europea non è un’entità monolitica, ma piuttosto un insieme di dinamiche contrastanti. Da un lato, c’è l’Europa del Parlamento e della Commissione, che si sforzano di lavorare per il bene comune e per gli interessi dei cittadini europei; dall’altro, c’è l’Europa intergovernativa, rappresentata dal Consiglio europeo, dove il processo decisionale è bloccato dalla necessità di raggiungere l’unanimità.

l’esempio di Cipro

Un esempio emblematico di questa situazione è l’isola di Cipro, con una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti, che può esercitare un potere di veto su questioni che riguardano oltre 500 milioni di cittadini europei. Benigni esprime chiaramente la sua frustrazione: “Basta Cipro, leviamo il veto, leviamo l’unanimità. Quante cose potrebbe fare così l’Europa, sarebbe il sogno”. Questo richiamo a una maggiore fluidità nelle decisioni europee non è solo un desiderio romantico, ma una necessità strategica per affrontare le sfide contemporanee.

significato storico e culturale dell’europa

Nell’intervista, Benigni ha anche sottolineato il significato storico e culturale dell’Europa, che ha vissuto ottant’anni di pace dopo secoli di conflitti. “Abbiamo anche la responsabilità della pace”, afferma, evidenziando come l’Unione Europea sia stata fondata su valori di cooperazione e stabilità. Questa riflessione storica si intreccia con il tema del suo libro “Il sogno”, che esplora la bellezza e l’importanza dell’Europa come simbolo di pace e prosperità.

Nel libro, Benigni fa riferimento a Massimo Troisi e al film cult “Non ci resta che piangere”, sottolineando come, in passato, le frontiere europee erano segnate da dogane, mentre oggi ci troviamo di fronte a nuove sfide come i dazi imposti da leader come Donald Trump. La sua posizione sui dazi è chiara: “È come uno che non ha letto neanche due pagine di storia”, poiché la storia insegna che i dazi portano a conflitti e tensioni. Benigni descrive la guerra commerciale dei dazi come “la guerra più stupida della storia”, capace di danneggiare non solo i paesi coinvolti ma anche l’intero Occidente.

l’unità europea e il nazionalismo

Inoltre, l’attore sottolinea la straordinarietà dei principi europei, che sono “inimitabili, irresistibili e bellissimi”. Tuttavia, la sua visione di un’Europa unita è messa in guardia contro il risorgere del nazionalismo, che lui distingue dal patriottismo. “Il nazionalismo è la guerra”, spiega, avvertendo che il mettere la nazione al di sopra di tutto può avere conseguenze devastanti. Benigni si definisce un patriota, ma non un nazionalista, sostenendo la necessità di stare attenti a coloro che cercano di esaltare la propria nazione a scapito delle altre.

Il dibattito sul futuro dell’Europa è più attuale che mai, specialmente alla luce delle recenti crisi globali e delle sfide interne. La pandemia di COVID-19, la crisi energetica e le tensioni geopolitiche hanno messo a dura prova l’unità europea e la capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci. La richiesta di Benigni di abolire l’unanimità e il veto non è solo una questione ideologica, ma una necessità pratica per garantire che l’Europa possa rispondere in modo adeguato e tempestivo alle sfide del presente e del futuro.

È interessante notare che il discorso di Benigni si inserisce in un contesto più ampio, dove molti leader e intellettuali europei stanno richiedendo riforme significative all’interno delle istituzioni dell’UE. Le elezioni europee del 2024 potrebbero rappresentare un momento cruciale per discutere queste questioni e per decidere il futuro dell’Unione. La pandemia ha dimostrato che i paesi membri possono cooperare in modo efficace quando necessario, ma per farlo è essenziale che le strutture decisionali siano in grado di adattarsi e rispondere rapidamente.

In questo panorama, il messaggio di Benigni risuona con forza: l’Europa deve superare le proprie divisioni interne e trovare un modo per lavorare insieme per il bene comune. Con una popolazione che si sente sempre più distante dalle istituzioni europee, è fondamentale che le decisioni siano più rappresentative e inclusivi. La sfida per l’Europa sarà quella di trovare un equilibrio tra le diverse esigenze dei suoi stati membri, mantenendo viva la visione di un’Unione unita e prospera.

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