Giovani all’estero: il 66% dei consulenti del lavoro crede nel ritorno a casa

Giovani all'estero: il 66% dei consulenti del lavoro crede nel ritorno a casa
Il fenomeno della mobilità giovanile italiana è in continua evoluzione e un nuovo dossier, intitolato “Giovani all’estero: tra opportunità di lavoro e voglia di crescita”, presenta dati significativi che saranno discussi durante il Festival del Lavoro a Genova. Questa ricerca, realizzata dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, offre uno spaccato della situazione attuale dei giovani italiani che decidono di trasferirsi all’estero, rivelando che la maggioranza di essi non considera questa esperienza come una scelta definitiva.
La disponibilità a tornare in Italia
In particolare, il dossier mette in evidenza che il 66,7% dei giovani italiani espatriati è aperto a un possibile ritorno in patria, a condizione che vengano create condizioni più favorevoli. Le aspettative di questi giovani vanno oltre la semplice questione salariale; infatti, il 91,5% degli intervistati richiede salari più competitivi, mentre un importante 78% sottolinea la necessità di una valorizzazione del merito. Ulteriori aspetti indicati includono:
- Reali opportunità di crescita professionale (71,2%)
- Maggiore cultura manageriale all’interno delle aziende (42,9%)
L’aumento della mobilità giovanile
I dati Istat del 2024 rivelano un incremento significativo della mobilità giovanile: oltre 93.000 giovani tra i 18 e i 39 anni hanno trasferito la propria residenza all’estero, segnando un aumento del 107,2% rispetto al 2014, quando erano circa 45.000. Tuttavia, il fenomeno non si limita a un’unica direzione. Nello stesso anno, quasi 22.000 giovani italiani sono rientrati, suggerendo che l’esperienza all’estero è spesso temporanea e strategica. Questo cambiamento di prospettiva indica che la mobilità giovanile non deve essere vista esclusivamente come una “fuga di cervelli”; solo il 26,5% dei giovani ha indicato la mancanza di lavoro in Italia come principale motivazione per la partenza.
Motivazioni e sfide della vita all’estero
Le ragioni principali che spingono i giovani a cercare opportunità all’estero sono diverse. Ecco un riepilogo delle motivazioni:
- Fare un’esperienza diversa (40,5%)
- Buona opportunità professionale (22,5%)
- Arricchire il curriculum con esperienze internazionali (18,5%)
Questi dati evidenziano come la mobilità sia sempre più vista come un’opportunità di crescita personale e professionale piuttosto che come una fuga. Tuttavia, la vita all’estero non è esente da sfide. Nonostante il 57,9% degli intervistati affermi di essere molto soddisfatto della propria esperienza, ci sono diverse criticità da considerare. Solo il 19,4% valuta positivamente la qualità delle relazioni personali all’estero, mentre il 21,4% esprime giudizi negativi sulla meritocrazia nel contesto lavorativo. Inoltre, il 64,8% dei giovani segnala l’elevato costo della vita come un fattore penalizzante.
Il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca, ha commentato questa situazione sottolineando che la sfida non è solo trattenere i giovani in Italia, ma anche creare le condizioni affinché desiderino rimanere o tornare. “È tempo di costruire un Paese in grado di competere e attrarre talento”, ha affermato De Luca, evidenziando l’importanza di investire sull’attrattività del sistema Italia.
Il Festival del Lavoro, che si svolgerà a Genova, si propone di affrontare queste tematiche cruciali, offrendo uno spazio di dibattito e riflessione su come il Paese possa attrarre e trattenere i giovani talenti. Il programma dell’evento e la ricerca sono disponibili sul sito ufficiale del festival, dove i partecipanti potranno approfondire le problematiche legate al mondo del lavoro e alle opportunità di crescita professionale per i giovani.
La situazione attuale rappresenta un campanello d’allarme per il nostro Paese, che deve affrontare la sfida di mantenere i suoi giovani talenti e di attrarne di nuovi. È fondamentale che le istituzioni e le aziende lavorino insieme per creare un contesto favorevole che possa soddisfare le aspettative di una generazione sempre più orientata verso esperienze professionali internazionali. La mobilità giovanile, se gestita in modo efficace, può trasformarsi in un’opportunità non solo per i singoli individui, ma anche per il futuro economico e sociale dell’Italia.