Marattin denuncia: il ceto medio italiano è sotto pressione fiscale

Marattin denuncia: il ceto medio italiano è sotto pressione fiscale
L’Italia sta affrontando una situazione economica complessa, con il ceto medio che appare sempre più tartassato da un sistema fiscale gravoso. Luigi Marattin, membro del Gruppo Misto e della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo alla Camera dei Deputati, ha recentemente presentato il secondo rapporto Cida-Censis intitolato “Rilanciare l’Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare”. Durante l’evento, ha messo in evidenza come il supporto fiscale si sia spostato dai redditi più bassi verso un ceto medio sempre più in difficoltà.
Pressione fiscale e ceto medio
La questione fiscale in Italia è al centro di dibattiti da anni. Negli ultimi decenni, il Paese ha visto un aumento della pressione fiscale che ha colpito in modo particolare le famiglie e i professionisti appartenenti al ceto medio. Questo gruppo sociale, tradizionalmente considerato la spina dorsale dell’economia italiana, si trova ora in una situazione di crescente difficoltà. Marattin ha evidenziato l’assenza di “spazio fiscale” sui redditi più bassi, indicando che le attuali politiche fiscali non riescono a sostenere adeguatamente le fasce più vulnerabili della popolazione.
Riforma del sistema di welfare
Il rapporto Cida-Censis non si limita a evidenziare la pressione fiscale, ma sottolinea anche la necessità di un ripensamento radicale del sistema di welfare e delle politiche fiscali. Mentre il ceto medio affronta un aumento delle tasse, i servizi pubblici non riescono a soddisfare le aspettative. La mancanza di investimenti nelle infrastrutture e nei servizi sociali ha aggravato la condizione economica di molte famiglie. Marattin propone che le politiche fiscali dovrebbero riconoscere le competenze e il merito delle persone, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla redistribuzione del reddito.
Le sfide abitative e la formazione
Un ulteriore aspetto cruciale riguarda la questione della casa. Molte famiglie del ceto medio faticano a trovare abitazioni accessibili in un mercato immobiliare in continua ascesa. Questo problema è aggravato da una tassazione sugli immobili che risulta insostenibile. Marattin suggerisce l’integrazione delle politiche abitative con le riforme fiscali per alleviare il peso su questa fascia della popolazione.
Inoltre, l’istruzione e la formazione continua sono essenziali per il rilancio del ceto medio. Investire in formazione e aggiornamento delle competenze è fondamentale per adattarsi a un mercato del lavoro in evoluzione. Le politiche pubbliche dovrebbero incentivare l’accesso a corsi di formazione e programmi di riqualificazione professionale, specialmente per i lavoratori più anziani.
L’impatto dell’innovazione tecnologica
Infine, l’innovazione tecnologica rappresenta sia un’opportunità che una sfida per il ceto medio. Mentre la digitalizzazione offre nuove possibilità, essa comporta anche il rischio di sostituzione delle mansioni con l’automazione. È cruciale promuovere un dialogo tra istituzioni, imprese e lavoratori per garantire una transizione equa verso una nuova economia.
Marattin ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di una visione a lungo termine per il rilancio del ceto medio in Italia. Senza un impegno serio da parte delle istituzioni per riformare il sistema fiscale e migliorare le politiche sociali, c’è il rischio di perpetuare una spirale di impoverimento. È necessario un approccio integrato che consideri le diverse dimensioni del problema, dalla tassazione alle politiche abitative, dalla formazione al sostegno alle piccole e medie imprese, affinché il ceto medio possa tornare a essere il motore dell’economia italiana.