Milano, 30 dicembre 2025 – Il prezzo del gas naturale ha iniziato la penultima giornata di contrattazioni del 2025 con un leggero calo ad Amsterdam, ma resta ben saldo sopra i 28 euro al megawattora. Questa mattina, verso le 9.30, i future con scadenza gennaio hanno perso lo 0,12%, fermandosi a 28,5 euro al MWh. Un piccolo segno di flessione che conferma però la fase di relativa calma che il mercato europeo dell’energia sta vivendo in queste ultime settimane dell’anno.
Prezzi in lieve flessione, ma la stabilità regna ad Amsterdam
Sulla borsa TTF di Amsterdam, punto di riferimento per il gas in Europa, gli operatori tengono d’occhio ogni variazione. Dopo un autunno turbolento, con picchi sopra i 35 euro a metà ottobre, il prezzo si è gradualmente abbassato. “Il mercato sembra aver trovato un equilibrio, almeno per ora”, spiega un analista di una grande società energetica olandese contattato telefonicamente. “Le scorte sono a livelli buoni e l’inverno finora mite non ha fatto schizzare la domanda”.
Cosa pesa sul mercato oggi
Gli operatori sottolineano come la domanda di gas naturale in Europa sia rimasta contenuta grazie a temperature più miti del solito e a una buona produzione da fonti rinnovabili. “Le importazioni di GNL, il gas naturale liquefatto, sono rimaste costanti”, spiega un trader italiano presente ad Amsterdam. “Questo ha aiutato a tenere i prezzi sotto controllo, nonostante le tensioni geopolitiche ancora presenti”.
Non mancano però i segnali di rischio. Le tensioni in Medio Oriente e le incertezze sulle forniture russe continuano a influenzare il mercato. Ma, almeno per ora, i principali scossoni sembrano essere stati assorbiti.
Cosa significa per famiglie e imprese
Per chi paga le bollette, il quadro è chiaro: la fase più dura della crisi energetica del 2022-2023 sembra ormai alle spalle. “I prezzi restano più alti rispetto ai livelli pre-pandemia”, ammette un portavoce di Assoutenti, “ma la pressione è molto più bassa rispetto a dodici mesi fa”. Le ultime stime di ARERA, aggiornate a dicembre, indicano che le bollette dovrebbero rimanere stabili anche nei primi mesi del 2026, a meno di sorprese legate al clima o a nuove crisi internazionali.
Cosa aspettarsi nei primi mesi del 2026
Gli esperti invitano comunque a non abbassare la guardia. “Molto dipenderà dal freddo che arriverà e dalla capacità dei Paesi europei di fare scorta”, dice un esperto del settore intervistato ieri pomeriggio. “Se l’inverno dovesse essere più rigido o se dovessero emergere problemi nelle rotte del GNL, potremmo vedere nuovi aumenti”.
Come hanno reagito i mercati
Nei mercati finanziari la giornata è partita tranquilla. Gli scambi sulla TTF sono stati regolari, senza grandi oscillazioni. “Gli operatori stanno già guardando al 2026”, racconta un broker milanese. “C’è molta attenzione sulle politiche europee per la transizione energetica e sulle nuove regole per le scorte strategiche”.
A Piazza Affari, Enel e Snam hanno aperto senza cambiamenti rilevanti nei primi scambi.
Una fine d’anno con il fiato sospeso
Insomma, la penultima seduta del 2025 si chiude con un segnale di stabilità per il gas naturale in Europa. Il prezzo sopra i 28 euro al megawattora è una soglia importante, ma non preoccupa consumatori e imprese. Solo nelle prossime settimane, con i primi dati sul consumo invernale, si capirà se questa calma durerà anche nel 2026.










