Barcellona, 29 dicembre 2025 – Francesco Pozzoli, 27 anni, di Treviso, è morto all’improvviso nella notte tra il 15 e il 16 dicembre mentre era in vacanza con amici e colleghi a Barcellona. Il giovane, che alloggiava in un hotel vicino alla Sagrada Familia, si era sentito male poco dopo cena. «Ho mal di testa, vado a dormire», avrebbe detto agli amici, secondo le prime ricostruzioni. Solo più tardi, quando i compagni sono andati a controllare la sua stanza, hanno capito la gravità della situazione. I soccorsi sono stati inutili: all’arrivo dei medici, per Francesco non c’era già più nulla da fare.
Malore improvviso, una notte di paura in hotel
La tragedia si è consumata in poche ore. La sera del 15 dicembre, il gruppo – una decina tra amici e colleghi dell’agenzia dove lavorava Francesco – aveva passato la serata tra tapas e chiacchiere in un locale del centro. Tornati in hotel verso le 23, Francesco si è lamentato di un forte mal di testa. Non aveva altri sintomi, niente che facesse pensare a qualcosa di grave. «Non mi sento bene, vado a letto», ha detto con voce stanca.
Dopo qualche ora di silenzio e senza risposte, gli amici sono saliti nella sua stanza. La scena che si sono trovati davanti, secondo la polizia catalana, era già drammatica: Francesco non rispondeva più a nessuno. I soccorsi del 112 sono arrivati poco dopo le 3 di notte, ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. La causa: una emorragia cerebrale fulminante.
Il dolore della famiglia, il viaggio dall’Italia
La notizia è arrivata in Italia solo nelle ore successive. I genitori di Francesco, Elisabetta Li Volsi e Alfio Pozzoli, sono partiti subito per la Spagna appena hanno ricevuto la chiamata dagli amici. La famiglia è arrivata all’hotel vicino alla Sagrada Familia nel pomeriggio del 16 dicembre, accompagnata dal personale del consolato italiano. «Non ci sono parole», ha detto la madre ai giornalisti davanti all’albergo.
Francesco era figlio unico. Il padre, pensionato e bancario, ha scelto di non parlare pubblicamente. La fidanzata, Giulia, che avrebbe dovuto raggiungerlo a Treviso dopo le feste per iniziare la convivenza, è rimasta in Italia. «Era felice, aveva tanti progetti», ha raccontato una cugina.
Tra Milano e Treviso, la passione per la vela
Francesco Pozzoli era nato a Milano nel 1998 e aveva vissuto lì fino a tre anni fa. Poi si era trasferito a Treviso, dove lavorava in una piccola agenzia di comunicazione. Amava la vela e spesso partecipava alle regate sul lago di Garda. Era anche appassionato di moto. Tra gli amici era noto per il carattere riservato ma sempre disponibile.
I colleghi raccontano che stava per iniziare un nuovo lavoro nell’agenzia. Aveva già firmato il contratto e progettava di trasferirsi con Giulia in un appartamento fuori dal centro storico di Treviso. «Era entusiasta», ricorda un amico d’infanzia.
Nessun segnale, l’inchiesta sulle cause della morte
Le autorità spagnole hanno aperto un’indagine per capire cosa sia successo. Dai primi accertamenti medici non emergono segni di violenza o anomalie nella stanza d’albergo. L’emorragia cerebrale sembra essere stata improvvisa e senza preavviso: nessun problema di salute noto, nessun sintomo nei giorni prima.
La salma di Francesco è tornata in Italia nei giorni scorsi, dopo il via libera delle autorità spagnole. I funerali si terranno a Treviso nei primi giorni di gennaio. Nel quartiere dove abitava con i genitori, in via Sant’Antonino, molti hanno lasciato un fiore o un biglietto davanti al portone. Un gesto silenzioso per ricordare un ragazzo che, fino a poche ore prima, sognava solo una vacanza con gli amici e un futuro da costruire con la sua compagna.










