Roma, 28 dicembre 2025 – Italia e Spagna non sono più le “periferie” dell’Eurozona. Negli ultimi mesi, i loro costi di finanziamento si sono abbassati ai livelli più bassi degli ultimi sedici anni rispetto alla Germania. Un segnale chiaro, secondo il Financial Times, che gli investitori stanno premiando la disciplina di bilancio dei due Paesi mediterranei, mentre cresce il timore per l’aumento del debito in economie un tempo viste come più sicure.
Spread Btp-Bund, ai minimi dal 2009
Lo spread tra i Btp a 10 anni e i Bund tedeschi è sceso a circa 0,7 punti percentuali (70 punti base), il livello più basso dalla fine del 2009. In Spagna, il calo è ancora più netto: il differenziale tra i titoli di Stato decennali e quelli tedeschi è sceso sotto 0,5 punti percentuali. Numeri che non si vedevano dai tempi precedenti alla crisi dell’euro, quando il rischio associato ai Paesi del Sud Europa era ben più alto.
Ales Koutny, responsabile dei tassi internazionali di Vanguard, spiega: “Stiamo vedendo una convergenza tra la periferia e Paesi un tempo considerati più sicuri, come Francia, Belgio e Austria”. E aggiunge: “I mercati hanno memoria lunga, ma con le giuste motivazioni sanno voltare pagina”.
Bilanci più solidi e crescita in vista
Dietro questa nuova fiducia ci sono due fattori chiave: la crescita robusta dell’economia spagnola e le politiche di bilancio più prudenti messe in campo dal governo italiano. Questo ha ridotto il rischio percepito sui titoli di Stato di Roma e Madrid. Un tempo bastava una crisi politica o un dato economico negativo per far schizzare lo spread. Oggi la musica è cambiata.
Il Financial Times fa notare che anche altri Paesi stanno vivendo una situazione diversa. “Il grande deficit pubblico e le turbolenze politiche in Francia hanno fatto salire i costi di indebitamento oltre quelli della Spagna”, si legge nell’articolo. E persino la Germania, da sempre il “porto sicuro” dell’Eurozona, è finita sotto i riflettori dopo aver varato un piano di spesa da mille miliardi di euro.
Cosa aspettarsi nel 2026: spread in ulteriore calo
Secondo le previsioni di Vanguard, gli spread potrebbero restringersi ancora nel 2026. Si parla di un differenziale tra Btp e Bund tra 0,5 e 0,6 punti percentuali, mentre per la Spagna si punta a valori tra 0,3 e 0,4 punti percentuali. Se questa tendenza si conferma, segnerà un avvicinamento sempre più netto tra i Paesi del Sud Europa e quelli del “nucleo” continentale.
Gli operatori guardano con attenzione alle mosse delle banche centrali e ai dati economici in arrivo nel primo trimestre del prossimo anno. “La situazione resta in divenire”, confida un gestore obbligazionario milanese a alanews.it. “Ma l’immagine dell’Italia come il punto più debole dell’Eurozona sembra ormai superata”.
Rischi in Eurozona: una nuova lettura
Quello che emerge dalle ultime settimane è un cambio di prospettiva sui rischi nell’Eurozona. Fino a poco tempo fa, i titoli italiani e spagnoli erano visti come rischiosi, con rendimenti più alti richiesti dagli investitori. Oggi, invece, la disciplina fiscale e la crescita economica stanno cambiando le regole del gioco.
“Non è solo una questione di numeri”, spiega un analista romano esperto di mercati obbligazionari europei. “Conta anche la stabilità politica e la capacità dei governi di tenere i conti in ordine”. In questo quadro, Italia e Spagna sembrano aver guadagnato la fiducia degli investitori internazionali. Almeno per ora.
Resta però qualche incognita: l’andamento dell’economia globale, le tensioni geopolitiche e le decisioni della Banca Centrale Europea potrebbero ancora influenzare i mercati nei prossimi mesi. Ma il sorpasso rispetto ai Paesi “core” – come Francia e Germania – segna comunque una svolta importante nella percezione del rischio sovrano nell’Eurozona.










