Roma, 28 dicembre 2025 – Mia Martini rivive per una sera grazie ai ricordi e alle voci di chi l’ha conosciuta davvero. Lunedì 29 dicembre, alle 16.30, a Spazio Scena in via Orti d’Alibert, nel cuore di Trastevere, sarà proiettato in anteprima il docufilm “Mimì, tutti ne parlano, io l’ho conosciuta”, diretto da Gianfrancesco Lazotti. A trent’anni dalla sua scomparsa, il film si propone di raccontare la complessità di una delle icone più amate della musica italiana, attraverso un viaggio intimo e collettivo.
Tra Porto Recanati e Bagnara Calabra, il volto nascosto di Mimì
Il docufilm è stato girato tra Bagnara Calabra e Porto Recanati, i luoghi dell’infanzia e della crescita di Mia Martini. È un mosaico fatto di testimonianze, immagini d’archivio e materiali privati. Lazotti, già noto per serie tv e film apprezzati in Italia e all’estero, ha spiegato: “Volevo mostrare la vera Mimì, quella che stava dietro la voce potente e alle canzoni intense. Solo chi le è stato vicino può far emergere la sua umanità”.
La ricerca dietro il progetto è stata accurata. Oltre ai materiali delle Teche Rai e degli archivi televisivi, sono venuti alla luce filmini in Super8, fotografie ingiallite, lettere scritte a mano, abiti di scena e testi inediti, custoditi da amici e familiari. “Abbiamo trovato appunti e disegni che nessuno aveva mai visto prima”, ha raccontato uno dei produttori, Stefano Baldrini.
Le parole di chi le voleva bene
Il racconto prende vita soprattutto grazie alle voci di chi ha condiviso momenti importanti con Mia Martini. Tra gli intervistati spiccano artisti come Leopoldo Mastelloni, l’attore napoletano che con Mimì aveva un rapporto fatto di ironia e confidenze, ed Enzo Gragnaniello, autore del brano “Cu’ mme”, che Mia ha interpretato insieme a Roberto Murolo. “Era fragile e forte allo stesso tempo”, ha ricordato Gragnaniello durante le riprese.
Ci sono anche le testimonianze di colleghi come Red Canzian, voce dei Pooh, e Silvia Mezzanotte, che spesso ha portato in scena le canzoni di Mimì. Ognuno offre uno sguardo personale: a volte commosso, altre ironico o disincantato. “Mimì aveva un modo tutto suo di stare al mondo”, ha detto Mezzanotte. “Non si faceva mettere in un angolo”.
Fan, amici e storie lontane dai riflettori
Il docufilm non si limita alle grandi firme. Spazio anche a racconti meno conosciuti ma intensi: Pippo Bruno, amico d’infanzia sull’Isola delle Femmine; Vincenzo Adriani, fondatore di “Casa Mimì”, il luogo dedicato alla sua memoria; Rino Rodio, attore che porta sempre con sé una foto della cantante; e persino Vasilica Gavrilas Burlacu, attrice che traduce in romeno i suoi testi.
“Abbiamo voluto dare voce ai fan veri”, ha spiegato Lazotti. “Quelli che l’hanno seguita nei teatri piccoli, nelle serate difficili, non solo nei grandi festival”. Alcuni di loro compaiono nel film grazie a ricostruzioni curate dallo stesso regista.
Prima della proiezione, l’incontro con la stampa
La proiezione romana sarà anticipata da un incontro con la stampa. Oltre al regista Lazotti e ai produttori Stefano Baldrini e Sandro Fabiano, saranno presenti alcuni attori del progetto e ospiti legati alla storia personale e artistica di Mia Martini. L’attesa è alta: “Serve riscoprire la sua voce senza filtri”, ha detto un giornalista musicale durante la conferenza.
Un’eredità che non si spegne
Sono passati trent’anni da quel 1995, quando la notizia della sua morte sconvolse il mondo della musica. Eppure, il mito di Mia Martini è ancora vivo. Il docufilm “Mimì, tutti ne parlano, io l’ho conosciuta” vuole mostrare non solo la grande artista, ma anche le sue fragilità, le amicizie sincere, le passioni nascoste. Un ritratto corale fatto di dettagli concreti: una lettera spedita da Porto Recanati nel 1967, un abito conservato a Bagnara Calabra, una canzone mai pubblicata.
“Solo ascoltando chi l’ha amata davvero si può capire chi era Mimì”, ha chiuso Lazotti. Forse è questo il vero scopo del film: riportare umanità a una voce che ancora parla al cuore di tanti italiani.










