Saint-Tropez, 28 dicembre 2025 – Brigitte Bardot, icona del cinema francese e figura sempre al centro di dibattiti nella cultura europea, è morta ieri nella sua casa di La Madrague, a due passi dal mare di Saint-Tropez. Aveva 91 anni. La notizia è stata diffusa dalla Fondazione a lei intitolata, che da quasi quarant’anni si occupa della tutela degli animali, la causa che aveva abbracciato dopo aver lasciato il grande schermo.
Addio a La Madrague: se ne va un’epoca
Negli ultimi mesi, la salute di Bardot aveva fatto preoccupare molti. Due ricoveri all’ospedale di Tolone – uno in estate e un altro a novembre – avevano scatenato voci e timori. Poco dopo l’ultimo ricovero, lei stessa aveva cercato di rassicurare i fan con un messaggio chiaro: “Invito tutti a darsi una calmata”. Un tono diretto, quello che l’aveva sempre contraddistinta. Ma da tempo aveva scelto di stare in disparte, lontana dai riflettori. La sua vita si era concentrata tra le mura di La Madrague e la seconda dimora, La Garrigue, nascosta tra i boschi del Var.
Dal mito del cinema alla battaglia per gli animali
Nata a Parigi nel 1934, Brigitte Bardot ha cambiato per sempre il modo di vedere il cinema con film come “E Dio creò la donna” (1956) e “Il disprezzo” (1963). In meno di vent’anni ha girato una cinquantina di film, diventando simbolo di emancipazione e sensualità. Poi, nel 1973, una scelta a sorpresa: lasciare il cinema prima dei quaranta anni. “Non volevo più essere una donna-oggetto”, spiegò in molte interviste. Da quel momento, la sua lotta si è spostata sugli animali. Nel 1986 ha fondato la Fondazione Brigitte Bardot, oggi una delle realtà più attive in Europa per la difesa dei diritti degli animali.
Una vita tra luci e ombre
Negli ultimi anni, il nome di Bardot è tornato spesso sulle pagine per le sue posizioni politiche controverse. Le sue dichiarazioni su immigrazione e femminismo l’hanno avvicinata ai gruppi di destra radicale in Francia. “Non mi riconosco più in questo mondo”, ha detto in una delle sue rare interviste in tv. Eppure, per molti resta la ragazza ribelle che ha rotto schemi e tabù nella Francia degli anni Sessanta.
Ritiro tra animali e natura
Negli ultimi tempi, la diva ha scelto una vita tranquilla e appartata. A maggio scorso, in un’intervista a BFM TV, aveva raccontato le sue giornate tra pecore, capre, maiali e cani: “Adesso vivo come un’allevatrice”, aveva detto con un sorriso. La sua casa era diventata un rifugio per animali abbandonati; nella cappella privata di La Garrigue passava ore in silenzio. “Vivo in pace, nella natura”, aveva confidato con una serenità ritrovata.
L’eredità di Brigitte Bardot
La morte di Brigitte Bardot chiude un capitolo importante della cultura europea. Attrice, cantante, attivista: il suo nome resta legato a un’epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici. La Fondazione che porta il suo nome continuerà la sua battaglia per gli animali, come lei stessa aveva chiesto più volte negli ultimi anni. A Saint-Tropez, dove tutto è iniziato e dove tutto si è chiuso, resta il ricordo di una donna capace di reinventarsi – e di far discutere – fino all’ultimo giorno.
“Non ho rimpianti”, aveva detto in una delle sue ultime interviste. “Ho vissuto come volevo”. Forse è proprio questo il lascito più vero di Brigitte Bardot: la libertà di scegliere la propria strada, anche quando tutti si aspettano altro.










