Roma, 27 dicembre 2025 – L’arte non si ferma neanche a Natale. Da Reggio Calabria a Torino, passando per Jesi, Roma, Monza e Napoli, musei e fondazioni propongono mostre che raccontano storie di corpi, luoghi, moda, archeologia e identità. Un viaggio che attraversa linguaggi diversi, mettendo in dialogo passato e presente con fotografie, sculture, abiti e installazioni.
Fotografia tra corpi e paesaggi: Jesi e Senigallia si raccontano
A Jesi e Senigallia, dal 21 dicembre al 2 giugno, va in scena “Flat time is the right time“, una mostra che esplora il rapporto tra la fotografia e i suoi soggetti preferiti: corpi, luoghi, superfici, nature morte. Curata da Roberto Maggiori e Luca Panaro, si svolge su due sedi: a Palazzo Bisaccioni di Jesi la parte dedicata ai corpi; a Palazzo del Duca di Senigallia quella sui paesaggi e gli still life. Oltre cento immagini firmate da 67 autori internazionali: ci sono Mario Giacomelli, Silvia Camporesi, Paola Di Bello, Jacopo Benassi, ma anche Berenice Abbott, Roger Ballen, Sophie Calle, Todd Hido e Robert Doisneau. Le opere arrivano dalla collezione di Pier Luigi Gibelli. “Abbiamo voluto indagare il tempo piatto della fotografia – ha spiegato Panaro – quello spazio sospeso dove tutto può accadere”.
Versace tra moda e Magna Grecia: l’omaggio di Reggio Calabria
A Reggio Calabria, fino al 19 aprile, il Museo Archeologico Nazionale ospita “Gianni Versace. Terra Mater. Magna Graecia Roots Tribute“, una mostra che intreccia arte, moda e archeologia. Curata da Sabina Albano e Fabrizio Sudano, presenta oltre 400 pezzi tra abiti iconici, accessori, oggetti d’arredo della Home Collection e materiali d’archivio provenienti da collezioni private. Il percorso ricostruisce l’estetica di Versace e la sua continua ispirazione al mondo greco-romano: dai motivi a meandro alla Medusa, simbolo della Maison. “Versace ha saputo reinventare la classicità con uno sguardo moderno”, ha sottolineato Sudano all’inaugurazione.
Scultura contemporanea nelle Case Romane del Celio
A Roma, nelle suggestive sale delle Case Romane del Celio, fino al 22 marzo si può visitare “Apparizioni” di Claudio Palmieri. Curata da Romina Guidelli, la mostra ripercorre i momenti chiave della carriera dell’artista romano con una selezione di sculture che dialogano con gli ambienti sotterranei del complesso archeologico. “Palmieri ha sempre lavorato sul tema della presenza-assenza”, ha spiegato Guidelli durante una visita guidata il giorno di Santo Stefano.
Il Castello ritrovato: la storia nascosta di Palazzo Madama a Torino
A Torino, nella Corte Medievale di Palazzo Madama, fino al 23 marzo si può vedere “Il Castello ritrovato. Palazzo Madama dall’età romana al Medioevo“. La mostra restituisce al pubblico l’aspetto originale di parti dell’edificio spesso ricordate solo per le regine sabaude. Prima dei Savoia e degli interventi di Filippo Juvarra, Palazzo Madama era un castello dalle radici antichissime. “Abbiamo voluto raccontare una storia meno conosciuta – ha spiegato la direttrice Enrica Pagella – quella delle sue origini fortificate”.
Monza Photo Fest Off: la cecità secondo Javier Martin
A Monza, dal 23 dicembre al 10 gennaio, le sale di LeoGalleries ospitano “Blindness“, la prima mostra personale in Italia dell’artista spagnolo Javier Martin. L’autore crea un cortocircuito visivo tra maschere e volti: fotografie patinate, tratte dal mondo della pubblicità e della moda, vengono modificate con fasce di neon colorato sugli occhi delle modelle. Un gioco tra visibilità e cecità che spinge a riflettere sul ruolo dell’immagine nella società di oggi.
Napoli Explosion: il Capodanno visto da Mario Amura
A Napoli, il Real Albergo dei Poveri ospita fino all’8 marzo “Napoli Explosion“, la nuova mostra fotografica di Mario Amura dedicata al Capodanno partenopeo. Il progetto nasce da quindici anni di lavoro: ogni 31 dicembre, dal Monte Faito, Amura osserva e registra lo spettacolo luminoso dei fuochi d’artificio che illuminano la città. In mostra trenta opere inedite, una sala cinema e un programma pubblico sui legami tra arte e percezione visiva. “Il Capodanno a Napoli è un rito collettivo che racconta l’identità della città”, ha confidato Amura durante la presentazione.
Così, tra fotografie che fermano il tempo, abiti che richiamano miti antichi e installazioni che interrogano lo sguardo, l’arte italiana continua a raccontarsi anche durante le feste.










