Roma, 27 dicembre 2025 – Il Senato della Repubblica ha dato il via libera alla riforma della Corte dei conti, una scelta che, secondo l’Associazione Magistrati della Corte dei Conti, rappresenta un passo indietro nella difesa dei bilanci pubblici e nella garanzia di un uso corretto delle risorse pubbliche. La legge, approvata oggi a Palazzo Madama, cambia profondamente le regole sulla responsabilità per danno erariale e introduce nuovi limiti ai poteri della magistratura contabile.
Risarcimento al 30%: cosa cambia per il danno erariale
Con la nuova legge, se un funzionario o un amministratore pubblico commette una grave colpa, il risarcimento del danno alle casse dello Stato sarà limitato al 30% del danno accertato. La parte restante, avvertono i magistrati, non sarà recuperata e resterà a carico della collettività. “Da oggi – si legge nella nota dell’Associazione – il danno alle finanze pubbliche sarà coperto solo in parte. Il resto lo pagheranno i cittadini”. Una posizione chiara, che mette in luce il timore di un indebolimento del principio di responsabilità nella gestione del denaro pubblico.
Silenzio che vale come via libera: i rischi dei nuovi automatismi
Un altro nodo riguarda i meccanismi di esonero automatico dalla responsabilità legati al silenzio della Corte dei conti durante i controlli di legittimità o i pareri. In pratica, se la magistratura contabile non si esprime in modo chiaro su un tema, questo silenzio potrebbe essere interpretato come un via libera implicito. “L’assenza di una pronuncia esplicita rischia di diventare una scusa automatica”, spiegano i magistrati, “trasformando la Corte in un filtro che elimina responsabilità invece di migliorare i servizi”.
Secondo l’Associazione, questa modifica mette a rischio i principi di legalità, responsabilità e buon andamento dell’amministrazione sanciti dalla Costituzione. Il pericolo è che venga meno un controllo reale sull’uso delle risorse pubbliche, con possibili effetti negativi sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Il dibattito acceso in Parlamento e tra gli esperti
La riforma ha acceso un forte dibattito sia in Parlamento sia tra gli addetti ai lavori. Da un lato, chi la sostiene parla di una necessaria semplificazione e di una pubblica amministrazione più efficiente. Dall’altro, le critiche puntano sul rischio di ridurre le garanzie per la collettività. “Non si migliora l’efficienza tagliando il ruolo della Magistratura contabile”, ha ribadito l’Associazione Magistrati della Corte dei Conti, “ma rafforzando il controllo indipendente e imparziale sul corretto uso del denaro pubblico”.
Nel corso della giornata, diversi esponenti dell’opposizione hanno espresso preoccupazione. “Si rischia di spalancare la porta a nuovi sprechi e meno trasparenza”, ha detto in serata il senatore Marco Rossi (PD). La maggioranza ha invece difeso la riforma come “un passo verso una pubblica amministrazione più snella”.
Cittadini in mezzo: equità e responsabilità a rischio
Al centro della questione resta il tema dell’equità: le risorse pubbliche sono di tutti e vanno protette con responsabilità concrete. Per i magistrati, questa riforma mette a rischio proprio questo principio. “Oggi si scrive una pagina buia per tutti i cittadini”, hanno commentato dopo il voto.
Nei mesi a venire, l’attenzione si sposterà su come verranno messe in pratica queste nuove regole e sulle conseguenze nei casi di danno erariale. Il dibattito resta aperto: da una parte chi teme un arretramento nei controlli, dall’altra chi spera in una gestione più veloce della macchina pubblica. Fatto sta che la discussione sulla tutela delle risorse pubbliche – e sul ruolo della Corte dei conti – non si chiuderà con questa riforma.










