Bologna, 26 dicembre 2025 – Un Natale all’insegna del maltempo ha messo in ginocchio vaste zone d’Italia, con fiumi esondati, evacuazioni lampo e disagi pesanti nei trasporti. In Emilia-Romagna, il Comune di Castel Bolognese (Ravenna) ha ordinato nella serata del 25 dicembre lo sgombero immediato delle case lungo il fiume Senio, dopo che l’acqua ha superato il livello critico nella frazione di Tebano. La decisione, comunicata direttamente ai residenti, punta a proteggere la popolazione mentre la Protezione Civile resta con il fiato sul collo della situazione.
Evacuazioni nel Ravennate: autorità in campo per la sicurezza
Le autorità hanno invitato chi ha ricevuto l’ordine di evacuazione a raggiungere il palasport di Castel Bolognese, adibito a centro di accoglienza. Il sindaco, Luca Della Godenza, ha ribadito: “La priorità è la sicurezza delle persone”. Ha sottolineato quanto sia fondamentale il lavoro di squadra tra cittadini e istituzioni in queste ore difficili. La Protezione Civile dell’Emilia-Romagna tiene sotto controllo i fiumi, con le situazioni più critiche che si spostano da Bologna verso Ravenna. Le previsioni indicano un calo delle piogge, e con esse un lento miglioramento della situazione: per oggi è confermata l’allerta arancione, mentre ieri era stata rossa.
Il Lamone preoccupa: evacuate Villanova e Glorie
Non solo il Senio, ma anche il fiume Lamone ha fatto salire l’allarme. Il Comune di Bagnacavallo ha disposto l’evacuazione totale delle frazioni di Villanova e Glorie, fino a 300 metri dalle sponde. Le persone sono state portate alla palestra delle scuole elementari di Bagnacavallo, in via Cavour, dove la Protezione Civile ha aperto un centro di accoglienza dalle 19.30. Il picco di piena del Lamone era previsto per la sera, dicono dal Comune. “Abbiamo preparato tutto il necessario per accogliere le famiglie”, racconta un volontario della Protezione Civile, “ma la situazione va seguita passo passo”.
Trasporti in tilt: voli cancellati a Firenze
Il maltempo ha colpito anche la Toscana. All’aeroporto di Firenze Peretola, il vento forte da nord-est ha causato ritardi e cancellazioni di tanti voli il 25 dicembre. Dalle 9 alle 14 nessun aereo è partito, lasciando centinaia di passeggeri bloccati. “Come spesso accade in queste condizioni – spiega Lorenzo Robin Frosini, delegato Usb presso Gh Toscana – abbiamo assistito quasi 700 persone. Garantire l’assistenza non è stato semplice”. Compagnie e personale di terra hanno fatto il possibile, seguendo le indicazioni di Enac, ma le attese si sono fatte lunghe.
Vento forte nel Trevigiano: dieci interventi dei Vigili del Fuoco
Anche il Veneto ha fatto i conti con il maltempo. Nella notte tra il 25 e il 26 dicembre, i Vigili del Fuoco di Treviso sono intervenuti dieci volte per liberare le strade da alberi caduti, rimuovere ostacoli e mettere in sicurezza pali pericolanti. A Mogliano Veneto hanno sistemato una copertura in plexiglas rischiosa, minacciata dal vento. “Abbiamo lavorato senza fermarci”, racconta un operatore, “per evitare problemi più gravi”.
Piemonte: allerta neve e valanghe, traffico in difficoltà
In Piemonte resta valida l’allerta gialla per neve e valanghe emessa dall’Arpa dal 24 dicembre. Le nevicate moderate, localmente intense nelle vallate di Cuneo e Torino, stanno creando problemi sulla viabilità e possibili interruzioni nei servizi. Le valanghe potrebbero interessare diverse valli, tra cui Orco, Lanzo, Val Susa e altre. “Chiediamo la massima prudenza”, avverte l’Arpa Piemonte.
Natale di paura e solidarietà nelle comunità colpite
Mentre le autorità continuano a seguire da vicino l’evolversi della situazione, nelle zone colpite si respira ansia ma anche tanta solidarietà. A Castel Bolognese, alcuni residenti raccontano di aver lasciato le loro case in fretta, portando con sé solo l’essenziale. “Non ci aspettavamo un Natale così”, confida una signora davanti al palasport. Eppure, tra paura e incertezza, non manca il sostegno: volontari e operatori sono al lavoro per aiutare chi è in difficoltà.
Le prossime ore saranno decisive per capire come andrà a finire. La speranza – di amministratori e cittadini – è che il peggio sia ormai passato.









