Kyiv, 24 dicembre 2025 – Il piano americano per mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina non chiede a Kiev di rinunciare ufficialmente all’adesione alla Nato. A chiarirlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una conferenza stampa tenuta questa mattina nella capitale. “Sta alla Nato decidere se accogliere o no l’Ucraina. La nostra scelta è chiara”, ha detto Zelensky, spiegando che il governo ha deciso di non modificare la Costituzione ucraina per inserire una clausola che escluda l’ingresso nell’Alleanza atlantica.
Kiev non cambia idea sulla Nato
Il presidente ha spiegato che l’ultima versione del piano Usa-Ucraina non contiene più la richiesta, fatta in passato dagli Stati Uniti sotto pressione di Mosca, che Kiev si impegni legalmente a non entrare mai nella Nato. “Abbiamo rinunciato a cambiare la Costituzione per inserire una clausola che vieti l’adesione alla Nato”, ha ribadito Zelensky, lasciando intendere che la porta dell’Alleanza resta aperta, almeno sul piano formale.
Il nodo dell’adesione ucraina alla Nato è stato uno dei punti più delicati dei negoziati recenti. Fin dall’inizio del conflitto, Mosca ha chiesto come condizione per il cessate il fuoco una garanzia scritta che escluda l’ingresso di Kiev nell’Alleanza. Ma, secondo fonti occidentali, la posizione americana si sarebbe fatta più flessibile nelle ultime settimane, anche per le difficoltà sul campo e le pressioni interne in Ucraina.
Elezioni presidenziali dopo la pace
Un altro tema importante del nuovo documento, inviato da poco a Mosca, riguarda le elezioni presidenziali in Ucraina. Zelensky ha detto che, secondo il testo attuale, “l’Ucraina deve tornare alle urne il prima possibile dopo la firma dell’accordo”. Le elezioni erano state sospese a causa della legge marziale in vigore dal febbraio 2022, ma ora, con la prospettiva di un’intesa, si parla di un possibile ritorno al voto.
“Appena sarà firmato l’accordo per porre fine all’invasione russa, organizzeremo le elezioni”, ha assicurato Zelensky. Quando avverranno esattamente, però, è ancora un’incognita. Alcuni osservatori internazionali ipotizzano la primavera del 2026, ma tutto dipenderà dalla fine delle ostilità e dalla situazione nelle regioni orientali.
Gli Stati Uniti dietro il tavolo dei negoziati
Il ruolo diretto degli Stati Uniti nella stesura del piano di pace è stato confermato da più fonti. Washington avrebbe lavorato a stretto contatto con Kiev per mettere a punto una proposta che potesse andare bene anche a Mosca, senza però cedere su punti ritenuti fondamentali dal governo ucraino. “Gli americani hanno capito che chiedere a Kiev una rinuncia formale alla Nato sarebbe stato politicamente impossibile”, ha confidato un funzionario del Ministero degli Esteri ucraino.
Secondo le prime ricostruzioni, il documento inviato al Cremlino prevede garanzie sulla sicurezza dei confini ucraini e un ritiro graduale delle truppe russe dalle zone occupate. Restano però ancora molti nodi da sciogliere: dalla gestione della Crimea al futuro delle regioni di Donetsk e Luhansk.
Reazioni e scenari
La notizia della nuova versione del piano ha diviso le opinioni sia a Kyiv che nelle capitali occidentali. C’è chi vede nella nuova apertura americana un tentativo di sbloccare una trattativa ferma da mesi. Altri temono che il fatto di non chiedere una rinuncia ufficiale alla Nato possa complicare l’intesa con Mosca.
Intanto, nelle strade di Kyiv la gente segue con attenzione gli sviluppi. “Vogliamo solo la pace, ma non a qualsiasi prezzo”, racconta Olena, insegnante di 42 anni, incontrata davanti alla stazione centrale. La sensazione diffusa è che la strada verso una soluzione definitiva sia ancora lunga e piena di ostacoli.
Il prossimo passo ora spetta al Cremlino: fonti diplomatiche russe dicono che Mosca sta valutando con attenzione il testo arrivato dagli Stati Uniti e dall’Ucraina. Una risposta ufficiale potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.








