Bologna, 23 dicembre 2025 – Tra i banchi dell’Università di Bologna è nato un cortometraggio che racconta, senza fronzoli né retorica, la tragica vicenda di Saman Abbas. La diciottenne pakistana uccisa nel 2021 a Novellara, nel Reggiano, dopo aver rifiutato un matrimonio imposto. “La scelta” è il titolo del film, realizzato dagli studenti del gruppo Art.34, parte del network internazionale Falling in Law-International Network of Law and Culture. L’idea è semplice ma forte: portare il diritto fuori dai libri, farlo diventare qualcosa di concreto, un punto di partenza per riflettere su libertà, coscienza e dignità.
Cinema e diritto: un progetto che parla ai giovani
Dietro la macchina da presa ci sono Antonio e Francesco Maria Albanese, mentre la sceneggiatura, la musica originale e la direzione artistica sono firmate da Rigel Bellombra. Il corto si muove tra immagini, suoni e spunti di riflessione legale. Le riprese si sono svolte tra Bologna e Toledo, in Calle San Clemente, lo stesso angolo immortalato da Luis Buñuel nel film “Tristana” con Catherine Deneuve. Non è un caso. Anche lì la protagonista si ferma davanti a un bivio tra obbedienza e libertà. “Volevamo riprendere quel momento – spiega Francesco Maria Albanese – perché quella scelta rimane attuale anche oggi”.
Saman Abbas, simbolo di un dramma che continua
Nel cortometraggio, la storia di Saman Abbas non è solo cronaca. È il segno di una frattura profonda che si apre quando una ragazza viene privata del diritto di decidere della propria vita. “Non è solo la storia di Saman – sottolinea Rigel Bellombra – ma quella di tante giovani che subiscono matrimoni forzati, spesso senza che nessuno ne parli”. Il richiamo all’articolo 34 della Costituzione non è casuale. “L’istruzione vera è quella che libera, che aiuta a capire la differenza tra obbedire e seguire la propria coscienza”, si legge nelle note di regia.
L’aula Bachelet: dove la giustizia ha parlato
Una delle scene più toccanti è ambientata nell’Aula Bachelet dell’Università di Bologna, dove la Corte d’assise d’appello ha condannato gli assassini di Saman. Qui il film unisce la memoria della giustizia con una riflessione civile più ampia. “Abbiamo scelto quell’aula – racconta Antonio Albanese, docente di Diritto privato – perché è un simbolo, il luogo in cui la giustizia ha riconosciuto il diritto alla libertà personale”.
Libertà delle donne: tra obbedienza e diritto di scegliere
Proprio in questi giorni è tornato al centro del dibattito pubblico il tema della libertà femminile, dopo l’omelia a Bari di monsignor Giuseppe Laterza, nunzio apostolico in Repubblica Centrafricana e Ciad, che ha legato la libertà delle donne all’idea di obbedienza. “In ‘La scelta’ partiamo dall’altra parte – spiega Antonio Albanese – vediamo la libertà come un diritto, come la possibilità di scegliere davvero”. Parole che risuonano tra gli studenti coinvolti: “Vogliamo che il diritto non rimanga chiuso nei libri – confida una partecipante – ma diventi qualcosa che ci riguarda da vicino”.
Un appello per le nuove generazioni
Il cortometraggio, presentato in anteprima a Bologna, sarà diffuso nelle scuole e nei centri culturali. L’obiettivo è far partire un dialogo vero tra i giovani su temi come l’autodeterminazione e il rispetto delle differenze culturali. “Solo parlando e confrontandoci – conclude Rigel Bellombra – possiamo sperare che storie come quella di Saman non si ripetano”.
“La scelta” è così parte di un percorso più grande, che vede l’università non solo come luogo di formazione tecnica, ma anche come spazio per costruire una coscienza civile. Un piccolo film, nato tra i banchi, con l’ambizione di lasciare un segno concreto nella società.










