Milano, 20 dicembre 2025 – I future sul gas naturale hanno chiuso oggi in rialzo ad Amsterdam, guadagnando l’1,87% e portando il prezzo dei contratti con scadenza a gennaio 2026 a 28,16 euro al megawattora. Dietro questa spinta, secondo gli operatori, ci sono sia le tensioni geopolitiche ancora accese sia le preoccupazioni per un inverno che si fa sentire.
Gas in crescita ad Amsterdam: cosa sta succedendo
Sul mercato TTF di Amsterdam, punto di riferimento europeo per il gas, i prezzi hanno chiuso in aumento rispetto alla vigilia. I future di gennaio 2026, uno degli indicatori più seguiti per capire le aspettative a medio termine, hanno messo a segno un +1,87%, toccando quota 28,16 euro/MWh. È lontano dai livelli record del 2022, ma la volatilità resta evidente.
Chi lavora sul mercato parla di una domanda che resta forte, spinta dal freddo che si è fatto sentire in questi giorni in Europa centrale. “Il mercato è molto nervoso – racconta un trader di una grande società energetica italiana –. Ogni notizia su forniture e meteo viene subito scontata nei prezzi”.
Geopolitica e clima, le due facce del rialzo
A spingere i prezzi del gas sono diversi fattori. Da una parte, le tensioni tra Russia e Ucraina pesano ancora sulle prospettive di approvvigionamento per l’Europa. Dall’altra, l’inverno è appena iniziato e con esso l’incertezza sulle ondate di freddo e l’aumento dei consumi.
I dati di ENTSOG, l’operatore europeo, mostrano che gli stoccaggi di gas nei principali hub sono ancora alti, intorno all’85% della capacità totale. Ma nelle ultime settimane il prelievo è cresciuto. “Non siamo in emergenza – spiega un analista di Refinitiv Energy – ma il mercato resta molto attento a ogni variazione nella domanda”.
Cosa significa per famiglie e imprese
L’aumento dei future sul gas fa salire anche le previsioni per i prezzi al dettaglio nei prossimi mesi. Le associazioni dei consumatori italiane hanno già lanciato l’allarme su possibili aumenti delle bollette domestiche se la tendenza dovesse continuare. “Seguiamo la situazione con molta attenzione – dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Ogni rialzo si traduce in costi in più per famiglie e imprese”.
Gli operatori del settore sono prudenti sulle previsioni per il 2026. Qualcuno teme che la volatilità possa durare anche nei primi mesi del nuovo anno, soprattutto se dovessero esserci nuovi scossoni geopolitici o climatici. “Il prezzo attuale riflette già molte delle incertezze note – commenta un responsabile trading di una utility europea – ma il quadro resta fragile”.
Un confronto con il passato
Rispetto al biennio 2022-2023, quando i prezzi avevano toccato punte sopra i 300 euro/MWh nei momenti più duri della crisi energetica, la situazione oggi è più tranquilla. Però, il valore dei future sul gas resta comunque sopra la media storica pre-pandemia, che si aggirava tra i 15 e i 20 euro/MWh.
Secondo l’Autorità per l’energia (ARERA), nel 2025 il costo medio del gas per le famiglie italiane è rimasto più contenuto rispetto agli anni scorsi, ma l’incertezza è ancora alta. “Non si possono escludere nuovi picchi – ammette un portavoce dell’Autorità – soprattutto se dovessero emergere problemi nelle forniture”.
Mercati finanziari e reazioni
Il rialzo dei future sul gas ad Amsterdam ha avuto un riflesso anche sulle società energetiche quotate a Piazza Affari. Titoli come Eni e Snam hanno mostrato variazioni contenute durante la giornata, segno che gli investitori restano cauti in attesa di sviluppi più chiari.
In serata, il mercato aspetta le mosse delle autorità europee sulle politiche energetiche e sulle possibili misure per tenere sotto controllo i prezzi. Per ora, la parola d’ordine tra gli operatori è una sola: prudenza.










