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Le straordinarie creazioni di Frank Gehry: un viaggio nell’architettura contemporanea

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Le straordinarie creazioni di Frank Gehry: un viaggio nell'architettura contemporanea
Le straordinarie creazioni di Frank Gehry: un viaggio nell'architettura contemporanea
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Los Angeles, 19 dicembre 2025 – Frank Gehry, architetto canadese naturalizzato americano, si è spento pochi giorni fa a 96 anni, lasciando un’impronta profonda nei paesaggi urbani di mezzo mondo. Le sue creazioni, con le forme morbide e i materiali all’avanguardia, hanno trasformato città come Los Angeles, Bilbao e Parigi, cambiando per sempre l’idea stessa di edificio. Gehry, uno dei grandi maestri dell’architettura moderna, ha saputo unire scultura e architettura in un modo che ha spesso rotto con il passato.

Bilbao e il museo che ha cambiato tutto

Se c’è un’opera che porta il suo nome, è il Guggenheim Museum di Bilbao, aperto nel 1997. Come ha ricordato in questi giorni il sindaco della città basca, quel museo “ha cambiato il destino di Bilbao”. Coperto di titanio e pietra calcarea, si affaccia sul fiume Nervión con le sue superfici curve e luccicanti. “All’epoca sembrava assurdo pensare che una città industriale potesse diventare una meta d’arte”, ha detto un ex assessore alla cultura. E invece, grazie a quel museo, Bilbao è diventata una meta turistica di livello mondiale. Dentro, opere dagli anni Cinquanta a oggi e laboratori didattici animano spazi che cambiano con la luce e il passare del tempo.

La casa di Santa Monica e l’inizio di una rivoluzione

Tutto è cominciato vent’anni prima, in un quartiere di Los Angeles. Nel 1978, Gehry trasformò una piccola casa degli anni Venti in un laboratorio di forme sperimentali: lamiere ondulate, reti metalliche, compensati grezzi. Quel gesto segnò l’inizio del suo stile decostruttivista. “Volevo rompere gli schemi”, aveva confessato in una vecchia intervista. Da allora, il suo lavoro ha sempre cercato la libertà della forma.

Il pesce che diventa architettura: Fish Dance e Weisman Art Museum

Negli anni Ottanta Gehry ha spinto il suo lavoro fino a Kobe, in Giappone, dove nel 1987 ha realizzato il ristorante Fish Dance: una vera scultura urbana a forma di pesce, un simbolo ricorrente nel suo linguaggio. Nel 1993, a Minneapolis, ha firmato il Weisman Art Museum: una doppia facciata, da un lato mattoni che dialogano con il campus universitario, dall’altro acciaio piegato che si apre verso il fiume Mississippi. “Un mix di tradizione e innovazione”, spiegò l’architetto all’inaugurazione.

Disney Concert Hall: quando la musica prende forma

Nel 2003 Gehry ha donato a Los Angeles un nuovo simbolo: la Disney Concert Hall. Un tempio dell’acustica progettato con l’ingegnere Yasuhisa Toyota. All’esterno, volumi in acciaio inox si incastrano come vele; dentro, il legno curvato assicura un suono perfetto. “La forma non deve mai sacrificare la funzione”, aveva sottolineato Gehry durante i lavori. Oggi la sala ospita la Los Angeles Philharmonic.

Tra vigneti e oro: l’Hotel Marqués de Riscal

Dopo Bilbao, Gehry è tornato spesso in Spagna. Nel 2006 ha firmato l’Hotel Marqués de Riscal a Elciego, nel cuore della Rioja. L’edificio si staglia tra i vigneti con le sue lamine d’oro e viola, un richiamo ai colori del vino locale. Dentro, pareti irregolari e colonne che dividono gli spazi rendono unica l’esperienza. “È una città del vino”, ha detto uno dei proprietari della storica cantina.

Dalla Beekman Tower a Manhattan alla Fondation Louis Vuitton di Parigi

Nel 2011 Gehry ha portato il suo stile a New York con la Beekman Tower: un grattacielo dalla facciata ondulata in acciaio inox che riflette il cielo come acqua. Tre anni dopo, a Parigi, ha realizzato la Fondation Louis Vuitton nel Bois de Boulogne: dodici vele di vetro temperato per un centro dedicato all’arte contemporanea.

Luma Tower ad Arles: luce, territorio e natura

L’ultima grande opera europea di Gehry è la Luma Tower di Arles, inaugurata nel 2021. Una torre coperta da oltre undicimila pannelli d’acciaio inox irregolari, ispirati alle rocce delle Alpilles e ai dipinti di Van Gogh. Dentro ci sono laboratori, archivi e terrazze con vista. “Qui funzionalità, luce e territorio dialogano senza gerarchie”, spiegò Gehry durante la presentazione.

Un’eredità che continua a vivere

Oggi, architetti e studenti di tutto il mondo guardano alle opere di Frank Gehry come a un punto di riferimento. Le sue costruzioni – più organismi vivi che semplici edifici – continuano a mettere in discussione il rapporto tra arte e città. “Non ho mai voluto essere prevedibile”, diceva Gehry. Forse è proprio questa sua imprevedibilità il segreto del suo lascito.

Written by
Sara Lucchetta

Sono una giornalista appassionata di Università, ricerca e tutto ciò che ruota attorno al mondo dello studio. La mia missione su smetteredilavorare.it è quella di esplorare e raccontare le sfide e le opportunità che gli studenti e i ricercatori affrontano ogni giorno. Credo fermamente nel potere della conoscenza e nel valore dell'istruzione come strumento di cambiamento.Oltre a dedicarmi alla mia passione per l'istruzione, mi piace anche tuffarmi nel mondo dello spettacolo e del cinema. Scrivere di film e eventi culturali mi permette di esprimere la mia creatività e di esplorare le diverse sfaccettature della vita. Quando non sono impegnata a scrivere, mi trovate spesso a cercare nuovi film da vedere o a discutere di tendenze culturali con amici e colleghi. La mia curiosità mi guida in ogni racconto e spero che le mie parole possano ispirare e informare chi legge.

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