Roma, 19 dicembre 2025 – Nel 2024 il carico fiscale sulla motorizzazione italiana ha toccato i 83,04 miliardi di euro, segnando un aumento del 4,5% rispetto all’anno prima. A dirlo è l’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), che fotografa un settore ancora tra i più importanti per le casse dello Stato, nonostante la leggera flessione nel peso di questo gettito sul totale delle entrate fiscali nazionali. Per il 2025, l’associazione prevede una pressione fiscale sostanzialmente stabile.
Motori e tasse: un conto da 83 miliardi
Il report di Anfia mostra come la tassazione legata alla motorizzazione pesi per il 13,4% sul totale delle entrate tributarie italiane, un dato leggermente in calo rispetto al 13,6% del 2023. Il motivo? Le entrate fiscali complessive sono cresciute più velocemente (+5,6%) rispetto a quelle del settore auto. “Nel 2024 il settore automotive ha fatto segnare un nuovo record – spiega il presidente Anfia, Roberto Vavassori – con un gettito fiscale che supera gli 83 miliardi”.
Il peso maggiore arriva dall’utilizzo dell’auto, che incide per il 79,2% del totale delle tasse legate al settore, cioè oltre 65 miliardi di euro (+4,5% rispetto al 2023). Qui rientrano soprattutto le accise sui carburanti, che da sole valgono 39,73 miliardi, e l’Iva su manutenzione, ricambi e accessori, che ha raggiunto i 14,05 miliardi, con un balzo del 15,5%.
Acquisto e possesso: i numeri dietro le tasse
Il secondo capitolo riguarda l’acquisto di veicoli. Tra Iva, diritti Mctc e Ipt, il gettito si attesta a 9,78 miliardi di euro, pari all’11,8% del totale. Rispetto al 2023 c’è stato un aumento del 5,5%, spinto soprattutto dall’incremento degli scambi di auto usate (+8,2% nei passaggi di proprietà reali), che ha compensato il lieve calo delle immatricolazioni di auto nuove (-0,5%).
Il terzo pilastro è il possesso del veicolo, cioè bollo auto e tributi collegati. Nel 2024 questa voce ha portato nelle casse dello Stato 7,48 miliardi di euro, il 9% del totale, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Il dato riflette la sostanziale stabilità del parco circolante in Italia.
Cosa ci aspetta nel 2025 e come siamo in Europa
Guardando avanti, le previsioni di Anfia indicano per il 2025 un carico fiscale praticamente invariato, intorno agli 83 miliardi di euro, con una variazione quasi nulla (-0,1%). Questa stima si basa sulle ultime previsioni di mercato, che vedono una diminuzione delle immatricolazioni di circa il 2,5%. “È importante sottolineare – aggiunge Vavassori – che in Italia il gettito fiscale dal settore auto pesa sul Pil più che negli altri grandi Paesi europei”.
Nel 2023, ultimo anno disponibile per i confronti internazionali, la tassazione italiana sul comparto automobilistico valeva il 3,7% del Pil, contro una media europea del 2,9%. Un gap che conferma quanto la motorizzazione privata sia centrale nel sistema fiscale italiano.
Reazioni e scenari in campo
Il dato diffuso da Anfia ha riacceso il dibattito tra operatori e consumatori. Alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria hanno espresso preoccupazione per la tenuta della domanda interna, vista l’alta pressione fiscale. “Serve una riflessione sulle tasse per favorire il rinnovo del parco auto e il passaggio a veicoli meno inquinanti”, ha commentato un portavoce di Federauto.
Dal Ministero dell’Economia arrivano segnali diversi: “Il gettito dal settore auto è fondamentale per l’equilibrio dei conti pubblici”, ma non escludono interventi mirati per sostenere la mobilità sostenibile.
Con i dati definitivi sul mercato auto 2024 attesi per gennaio, resta il quadro di un settore che continua a portare nelle casse dello Stato cifre importanti. Ma tra costi di gestione e nuove sfide ambientali, la discussione sulla fiscalità dell’auto sembra destinata a non chiudersi nel prossimo futuro.









