Roma, 17 dicembre 2025 – La Cassazione ha chiuso definitivamente il caso che vedeva coinvolto Matteo Salvini, leader della Lega, per la gestione dei migranti durante il suo periodo da ministro dell’Interno. La sentenza, arrivata stamattina a Palazzo di Giustizia, mette la parola fine a una vicenda che ha infiammato il dibattito politico e giudiziario degli ultimi anni, sollevando dubbi sul rapporto tra governo e magistratura.
Cassazione: sentenza definitiva, la difesa esulta
Poco dopo le 11 la notizia ha iniziato a diffondersi tra i corridoi del tribunale. Giulia Bongiorno, avvocato difensore di Salvini, ha commentato a caldo: “Provo una grande soddisfazione. Questo processo non doveva nemmeno partire. La decisione definitiva conferma quello che abbiamo detto in aula: il ricorso della procura era fuori luogo. A noi interessa la correttezza dell’operato di Salvini”. Parole decise, pronunciate davanti ai giornalisti all’uscita dall’aula, mentre i sostenitori del leader leghista si scambiavano sguardi di sollievo.
Secondo la difesa, la Cassazione ha accolto le richieste della procura generale, che già qualche settimana fa aveva chiesto l’archiviazione. “È la conferma che questo processo non avrebbe dovuto nemmeno iniziare – ha aggiunto Bongiorno, con un velo di amarezza per il lungo percorso giudiziario affrontato dal suo assistito.
Il caso migranti: cosa è successo davvero
Il procedimento riguardava le decisioni prese da Salvini nell’estate del 2019, quando era ministro dell’Interno e aveva deciso di bloccare l’ingresso in Italia di alcune navi cariche di migranti. Una scelta che aveva scatenato polemiche e acceso lo scontro tra governo e magistratura. La procura aveva contestato a Salvini i reati di abuso d’ufficio e sequestro di persona, accuse poi ridimensionate durante il processo.
La sentenza arriva dopo mesi di udienze, rinvii e dichiarazioni pubbliche. In aula, la difesa ha sempre sottolineato che le decisioni del ministro rientravano nelle sue prerogative politiche. La procura generale, nelle sue conclusioni, ha riconosciuto che non c’erano i presupposti per andare avanti.
Centrodestra compatto, l’opposizione chiama alla riflessione
La fine del procedimento è stata accolta con favore nel centrodestra. Fonti vicine alla Lega hanno parlato di “giustizia finalmente ristabilita”, mentre esponenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno espresso solidarietà a Salvini. “È stata una vicenda lunga e difficile – ha detto un deputato leghista – ma ora possiamo guardare avanti”.
Dall’opposizione, invece, si invitano a riflettere sul rapporto tra politica e giustizia. “Non spetta a noi commentare le sentenze – ha dichiarato un parlamentare del Partito Democratico – ma resta aperto il tema della gestione dei flussi migratori e delle responsabilità istituzionali”.
Cosa succede ora: la parola d’ordine è voltare pagina
Con questa sentenza della Cassazione si chiude una delle pagine più controverse della politica italiana recente. Per Salvini è un momento importante in vista delle prossime sfide elettorali. Nei corridoi di via Bellerio, sede della Lega a Milano, si respira un cauto ottimismo. “Abbiamo sempre creduto nella giustizia”, ha detto uno stretto collaboratore del leader.
Ora resta da vedere se la sentenza influenzerà il dibattito nella maggioranza e le future decisioni sull’immigrazione. Per adesso, tra i leghisti, il messaggio è chiaro: voltare pagina.










