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La grande fuga da Limes: Caracciolo svela il vero volto dei putiniani sfegatati

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La grande fuga da Limes: Caracciolo svela il vero volto dei putiniani sfegatati
La grande fuga da Limes: Caracciolo svela il vero volto dei putiniani sfegatati
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Roma, 17 dicembre 2025 – Negli ultimi giorni quattro membri del comitato scientifico di Limes, tra cui il generale Vincenzo Camporini, hanno deciso di lasciare la storica rivista di geopolitica. Dietro questa rottura c’è un acceso dibattito sul presunto orientamento filorusso della testata guidata da Lucio Caracciolo. La scelta, maturata tra novembre e dicembre, è stata comunicata direttamente al direttore. Oltre a Camporini, hanno dato le dimissioni anche Federigo Argentieri, docente alla John Cabot University, l’analista Franz Gustincich e l’economista Giorgio Arfaras.

Dimissioni e accuse di filo-putinismo

“Non potevo stare un minuto di più vicino a quei filoputiniani accaniti”, ha detto Camporini al Corriere della Sera. Ha raccontato di aver scritto personalmente a Caracciolo per chiedere di togliere il suo nome dal comitato. “Lui è stato gentile e l’ha tolto subito”, ha aggiunto l’ex capo di Stato maggiore della Difesa, ricordando che in tutti questi anni il comitato non si è mai riunito davvero. Una scelta condivisa dagli altri tre, che secondo Caracciolo hanno spedito un telegramma “secco, senza neanche un buongiorno”, chiedendo la cancellazione dei loro nomi entro il 2025.

Argentieri, raggiunto dall’Adnkronos, ha spiegato così la sua uscita: “La copertura mediatica sull’Ucraina è una nube tossica che avvelena il pubblico e finisce per influenzare la politica”. E ha aggiunto: “Quando una fonte autorevole contribuisce alla disinformazione, il danno è ancora più grave”. Secondo lui, la rivista ha preso posizioni poco chiare sulla guerra in Ucraina, arrivando persino a pubblicare “mappe con la Crimea colorata come territorio russo”.

La risposta di Caracciolo e le polemiche sulle mappe

Intervistato dal Fatto Quotidiano, Caracciolo ha minimizzato la portata delle dimissioni, definendole “molto sopravvalutate”. Ha ricordato che Argentieri non condivide le sue idee sull’Ucraina dal 2004 e si è chiesto: “Perché ha aspettato così tanto?”. Sulle accuse di filo-putinismo, il direttore ha risposto con una battuta autobiografica: “Mi danno sempre del filorusso, ma io nel 1973 venivo pagato dall’Urss, quando scrivevo per Nuova Generazione, il periodico della Fgci…”.

Le critiche alle mappe della Crimea sono state respinte con decisione: “Chiunque arrivi a Sebastopoli capisce di essere in Russia, non in Ucraina”, ha detto Caracciolo, citando anche una frase di Zelensky secondo cui gli ucraini non riuscirebbero a riprendersi quei territori. La cartografia di Limes, curata da Laura Canali, è da anni uno dei segni distintivi della rivista.

Le divergenze sulla guerra in Ucraina

Il vero nodo è la narrazione del conflitto. Argentieri ha definito questo momento “probabilmente il più difficile per l’Ucraina dall’inizio della guerra”, sottolineando l’urgenza di scelte chiare e senza ambiguità. Ha poi criticato la pubblicazione a puntate del romanzo “L’autobus di Stalin” di Antonio Pennacchi, parlando di “un’orrenda apologia cinica del dittatore, mascherata da allegoria grottesca”.

Caracciolo ha invece difeso la linea della rivista: “Siamo una testata di geopolitica. Dobbiamo analizzare i conflitti ascoltando tutte le voci, anche quelle più lontane. Non possiamo schierarci da una parte o dall’altra, ma restare aperti a punti di vista diversi”. Ha ricordato che Limes ha pubblicato “decine di articoli sia ucraini sia russi”, senza che questo significhi condividere le idee espresse.

Previsioni sbagliate e responsabilità

Non sono mancate le critiche sulle previsioni fatte da Caracciolo prima dell’invasione russa: in tv aveva detto che la Russia non avrebbe attaccato l’Ucraina. “Una previsione clamorosamente sbagliata”, ha detto Argentieri, che ha chiesto le dimissioni del direttore per responsabilità. Caracciolo ha ammesso l’errore: “Pensavo non l’avrebbe fatto, mi sono sbagliato, può succedere. Ma resto convinto che sia stata una follia”.

Dietro le quinte: legami e politica

Dietro queste dimissioni ci sono anche legami personali e politici. Giorgio Arfaras è il marito della giornalista Anna Zafesova; Camporini è il responsabile Difesa per il partito Azione. Un intreccio che aggiunge un ulteriore livello alla vicenda, che, al di là delle polemiche, riporta in primo piano il tema della pluralità dell’informazione e il ruolo delle riviste specializzate nel dibattito pubblico italiano.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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