Palermo, 17 dicembre 2025 – Si infiamma il dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina. La Cgil Sicilia punta il dito contro il governo nazionale, accusandolo di aver tolto risorse preziose all’isola. Nel frattempo, il presidente della Regione, Renato Schifani, resta in silenzio. La denuncia è arrivata tramite una nota firmata da Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, e dal segretario confederale regionale Francesco Lucchesi, che chiedono un confronto immediato con la Regione.
Cgil Sicilia: “Rubano risorse, Schifani si faccia sentire”
Il sindacato definisce la vicenda del ponte sullo Stretto una vera “farsa”. Il risultato? L’ennesimo taglio ai fondi destinati alla Sicilia. “Non abbiamo ancora sentito una parola dal presidente Schifani, che invece dovrebbe essere furioso”, scrivono Mannino e Lucchesi. Il messaggio è chiaro: Schifani deve prendere posizione e opporsi alle scelte di Roma che, a loro avviso, danneggiano l’isola.
La Cgil ha formalmente chiesto al governatore di aprire subito un tavolo di confronto. “Prima c’è stato il furto delle risorse del Fondo sviluppo e coesione (Fsc), dirottate verso il ponte, senza che Schifani battesse ciglio”, ricordano i sindacalisti. Parliamo di 3,5 miliardi di euro che, secondo la Cgil, per almeno l’85% finiranno nelle mani di aziende del Nord Italia.
Le critiche: “Soldi tolti alla Sicilia, vantaggi per altri”
Il nodo centrale sono proprio i fondi. “Abbiamo chiesto fin dall’inizio, soprattutto dopo la sentenza della Corte dei Conti che ha messo in dubbio la realizzazione dell’opera, che quei soldi tornassero alla Sicilia”, spiegano Mannino e Lucchesi. Ma, denunciano, dal governo è arrivata un’altra beffa: i fondi vengono dirottati altrove, lasciando la Sicilia a guardare.
Secondo i sindacalisti, è una situazione “paradossale”. Il governo, dicono, evita i problemi togliendo risorse a chi dovrebbe beneficiarne davvero. “Adesso cosa inventeranno per giustificare tutto questo?”, si chiedono riferendosi alle dichiarazioni ufficiali che hanno accompagnato la vicenda nelle ultime settimane.
Schifani nel mirino: “Silenzio inaccettabile”
Al centro delle critiche c’è Schifani. “La cosa più assurda e ingiusta è il silenzio complice del presidente”, scrivono Mannino e Lucchesi. Il sindacato chiede al governatore di cambiare atteggiamento e difendere davvero la Sicilia. “Speriamo che alla fine si decida a muoversi, perché l’isola non può essere trattata con così tanto disinteresse e disprezzo da parte di Roma”.
A Palermo la tensione resta alta. Nelle ultime settimane il tema dei fondi per il ponte ha infiammato il dibattito politico e sociale. Alla presidenza regionale, in via Bernini, non è arrivata nessuna risposta ufficiale dopo la nota della Cgil. Tra i corridoi si respira attesa: tutti si chiedono se Schifani romperà il silenzio o lascerà cadere nel vuoto le richieste del sindacato.
I fondi in gioco e cosa serve davvero alla Sicilia
Il discorso dei fondi del Fondo sviluppo e coesione va ben oltre il ponte. Per la Cgil, questa è una partita più grande: “La Sicilia ha bisogno di investimenti concreti, non di promesse”, ha ribadito Mannino in un’intervista con alanews.it. Secondo i dati del sindacato, negli ultimi tre anni oltre 2 miliardi destinati all’isola sono stati spostati su altri progetti nazionali o grandi opere con poco ritorno per il territorio siciliano.
Intanto cresce la preoccupazione tra la gente. Ieri mattina in piazza Politeama, alcuni passanti commentavano con amarezza. “Si parla sempre di grandi opere, ma poi mancano strade e servizi”, ha detto un pensionato di 67 anni. Un sentimento che si fa largo tra chi teme che il dibattito sul ponte oscuri le vere priorità dell’isola.
Aspettando le mosse di Palazzo d’Orléans
Ora resta da vedere se la Cgil verrà ascoltata a Palazzo d’Orléans. Per ora, nessuna risposta ufficiale né da Schifani né dalla giunta regionale. La battaglia sui fondi per il ponte sullo Stretto è destinata a continuare nelle prossime settimane. Sono attese nuove prese di posizione, sia dalle istituzioni sia dal mondo sindacale.
Nel frattempo, la Sicilia resta in attesa. Tra promesse e polemiche, il futuro del ponte – e dei soldi che lo riguardano – continua a spaccare politica e società civile.










