New York, 16 dicembre 2025 – Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è salito al 4,6% a novembre, il livello più alto dal 2021. Il dato, diffuso ieri pomeriggio dal Dipartimento del Lavoro, ha subito scatenato il dibattito tra economisti e operatori finanziari. Per molti analisti, l’aumento della disoccupazione è un segnale di debolezza per il mercato del lavoro americano, che già negli ultimi mesi aveva mostrato qualche scricchiolio.
Disoccupazione in crescita: i numeri e le prime reazioni
Il rapporto pubblicato a Washington mostra un aumento di circa 300mila persone senza lavoro rispetto a ottobre. Un salto che, secondo la società di consulenza Moody’s Analytics, “non si può considerare un episodio isolato”. Mark Zandi, capo economista di Moody’s, ha spiegato chiaramente: “Il mercato del lavoro sta rallentando. Lo vediamo nelle assunzioni e nella crescita dei salari”.
La Borsa di Wall Street ha reagito subito. Poco dopo l’annuncio, il Dow Jones ha perso lo 0,7%, mentre il Nasdaq è calato dello 0,5%. Gli investitori hanno fatto un passo indietro, in attesa di capire cosa farà la Federal Reserve.
Cosa c’è dietro questo rallentamento
Gli esperti puntano il dito su più fattori. Da una parte, la fine degli aiuti fiscali varati durante la pandemia ha tagliato la domanda interna. Dall’altra, l’aumento dei tassi deciso dalla Fed negli ultimi due anni ha reso più caro per le imprese assumere e investire. “Molte aziende stanno rivedendo i loro piani di crescita”, ammette Jennifer Lee, analista di BMO Capital Markets. “Il costo del denaro è salito, e la fiducia dei consumatori è ancora fragile”.
Non è tutto. In settori come quello manifatturiero e il commercio al dettaglio si registrano tagli al personale già da settembre. Secondo il Bureau of Labor Statistics, a soffrire di più sono i giovani tra i 18 e i 29 anni, con un tasso di disoccupazione salito al 7,2%.
La Federal Reserve e le prossime mosse
Con questi dati sul tavolo, cresce l’attesa per le decisioni della Federal Reserve. Gli osservatori pensano che l’istituto guidato da Jerome Powell potrebbe dover cambiare strategia nel 2026. “Prevediamo almeno due tagli ai tassi d’interesse l’anno prossimo”, ha scritto Goldman Sachs in una nota. Una previsione che trova d’accordo anche Bank of America, secondo cui “la priorità tornerà ad essere la crescita economica, più che il controllo dell’inflazione”.
Powell, intervenuto ieri a New York, ha mantenuto la cautela: “Stiamo guardando tutti gli indicatori con attenzione. La nostra priorità resta tenere sotto controllo i prezzi, ma non possiamo ignorare quello che succede sul mercato del lavoro”.
Famiglie e imprese nel mirino della crisi
L’aumento della disoccupazione pesa su molte famiglie americane, che vivono un clima di incertezza crescente. Nei quartieri di Brooklyn e del Bronx, tra i più colpiti, sono aumentate le richieste di sussidi. “Ho perso il lavoro a novembre, dopo sette anni nella stessa azienda”, racconta John Martinez, 42 anni, ex magazziniere. “Cerco ovunque, ma le offerte scarseggiano”.
Anche le piccole imprese sentono il peso della situazione. Secondo la National Federation of Independent Business, il 38% degli imprenditori teme di dover tagliare posti di lavoro nei prossimi sei mesi. “La domanda è calata e i costi sono saliti”, spiega Mary Chen, che gestisce un negozio di abbigliamento a Chicago.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Gli analisti invitano a non abbassare la guardia. L’aumento della disoccupazione potrebbe spingere la Fed a rilassare la politica monetaria, ma resta il rischio che la ripresa sia più lenta del previsto. “Non vediamo una recessione profonda in arrivo”, dice Ethan Harris di Morgan Stanley, “ma serviranno interventi mirati per sostenere l’occupazione”.
Intanto, il dato del 4,6% rimane un campanello d’allarme per l’economia americana. Un segnale che, come sottolineano molti esperti, sarà al centro delle discussioni nelle settimane e nei mesi a venire, sia a Washington sia nelle riunioni dei vertici delle principali aziende degli Stati Uniti.










