Berlino, 15 dicembre 2025 – Giorgia Meloni è arrivata questa mattina alla cancelleria federale tedesca per partecipare al summit sull’Ucraina, un incontro che i leader europei sperano possa segnare una svolta nella gestione della crisi. “Mi aspetto passi in avanti”, ha detto la premier ai giornalisti poco dopo le 9.30, con il volto serio ma deciso.
Summit sull’Ucraina: le aspettative e i nodi da sciogliere
Il vertice si tiene nella sede della cancelleria, a due passi dalla Porta di Brandeburgo. Al centro del dibattito c’è la ricerca di un’intesa comune tra i Paesi dell’Unione Europea sul sostegno a Kiev e sulle prospettive di una soluzione diplomatica. L’incontro, convocato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, vede la partecipazione dei principali leader europei, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il premier spagnolo Pedro Sánchez. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la compattezza europea di fronte a una guerra che, a quasi tre anni dall’inizio, continua a generare instabilità e incertezza.
Fonti diplomatiche italiane spiegano che Meloni vuole ribadire la necessità di “un impegno concreto e coordinato” per sostenere l’Ucraina, sia sul piano militare che su quello umanitario. “Non possiamo permetterci divisioni”, ha confidato un membro della delegazione italiana, sottolineando come la premier abbia lavorato intensamente nelle ultime settimane per ricucire i rapporti tra i partner europei.
L’Italia in campo: sostegno e dialogo
Negli ultimi mesi, l’Italia ha mantenuto una posizione di appoggio all’Ucraina, ma ha anche insistito sull’importanza di “tenere aperto il canale del dialogo”. Una linea ribadita più volte da Meloni, anche in Parlamento: “Siamo al fianco di Kiev, ma serve uno sforzo diplomatico vero”, ha detto anche ieri sera, prima di partire per Berlino. Il governo ha confermato l’invio di aiuti militari e umanitari, ma chiede chiarezza sulle strategie comuni dell’Unione.
Questa mattina, Meloni ha avuto un breve incontro informale con Scholz nei corridoi della cancelleria. I due si sono soffermati sulle “criticità emerse negli ultimi mesi”, soprattutto per quanto riguarda le forniture energetiche e le pressioni migratorie generate dalla guerra. “L’Italia non può essere lasciata sola”, avrebbe detto la premier, secondo fonti vicine al governo.
A Berlino tra tensioni e pressioni
Il summit si svolge in un clima di attesa, ma anche di tensione. Fuori dalla cancelleria, gruppi di manifestanti hanno esposto cartelli in tedesco e ucraino, chiedendo più aiuti per Kiev e una maggiore pressione diplomatica su Mosca. La polizia tedesca ha aumentato i controlli, chiudendo alcune strade laterali fin dalle prime ore del mattino.
Intanto, da Washington arriva un messaggio chiaro: “L’Europa deve restare unita”, ha detto il segretario di Stato Antony Blinken in una nota diffusa nella notte. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, collegato in videoconferenza, ha sollecitato “decisioni rapide e coraggiose”.
Cosa aspettarsi: i prossimi passi
Le prime indiscrezioni da Berlino parlano di una dichiarazione congiunta che conferma il sostegno europeo all’Ucraina e impegna i governi a nuovi aiuti finanziari. Potrebbe essere annunciata anche una missione diplomatica congiunta nelle prossime settimane. Restano però punti ancora caldi: i tempi delle forniture militari e le condizioni per un eventuale negoziato con la Russia.
Meloni, al termine dei lavori previsti per il pomeriggio, incontrerà la stampa italiana per fare il punto sui risultati. “Serve concretezza”, ha ripetuto più volte nelle ultime ore ai suoi collaboratori. Solo allora si capirà se davvero saranno stati fatti quei “passi in avanti” che la premier si aspetta da Berlino.










