Milano, 15 dicembre 2025 – Si chiama Mdmb-pinaca il cannabinoide sintetico che ha causato la morte di Erhan Hacımustafaoğlu, 23 anni, a Milano lo scorso 28 novembre. Il giovane, cittadino turco, aveva fumato cannabis light comprata in un negozio di Firenze, ignaro della presenza di questa sostanza, ritenuta letale dal Dipartimento Antidroga di Palazzo Chigi. Dopo il decesso, è scattata l’allerta su tutto il territorio nazionale: è il primo caso in Italia di intossicazione mortale legata a un derivato della cannabis con basso contenuto di Thc.
Mdmb-pinaca: un nemico invisibile nella cannabis light
Dietro il nome tecnico Mdmb-pinaca si nasconde un cannabinoide sintetico a base di indazolo, spesso venduto online come farmaco di sintesi o “spice”. Il Dipartimento Antidroga avverte che questa sostanza può trovarsi in infiorescenze, resine o prodotti presentati come cannabis “light” con Thc sotto lo 0,5%. A occhio nudo non si vede nulla di strano: solo gli esami di laboratorio possono scoprirla. “La potenza di Mdmb-pinaca è molto più alta rispetto al Thc naturale”, spiega Carlo Alessandro Locatelli, direttore del Centro antiveleni di Pavia. Gli effetti? Confusione mentale, allucinazioni, vomito, perdita di coscienza, sedazione profonda. E nei casi peggiori, come a Milano, la morte.
Milano, la tragedia nei Navigli
La tragedia è avvenuta in un b&b nei pressi dei Navigli. Erhan Hacımustafaoğlu era arrivato da pochi giorni in Italia con il fratello. La sera del 28 novembre ha fumato una sigaretta artigianale di marijuana light comprata a Firenze. Poco dopo ha iniziato a manifestare un forte stato confusionale. Il fratello ha raccontato alla polizia che Erhan “non capiva più dove fosse”, poi si è sporto dal balcone ed è caduto nel cortile interno. I soccorsi sono arrivati in fretta, ma per lui non c’è stato nulla da fare.
Il sequestro e la scoperta del veleno
Gli investigatori hanno preso circa dieci chili di cannabis light nel negozio fiorentino dove il giovane aveva acquistato la droga. Le analisi dei Carabinieri hanno trovato proprio il Mdmb-pinaca nelle infiorescenze. Il titolare ha spiegato di aver comprato la partita a una fiera a Praga. “Quel cannabinoide non esiste in natura, qualcuno l’ha aggiunto per aumentare gli effetti psicoattivi di prodotti venduti come legali”, dice Locatelli.
Non è un caso isolato: l’allarme europeo
Il caso di Milano si inserisce in un quadro più ampio. In Europa, infatti, sono stati già segnalati casi di intossicazioni gravi e morti legate a prodotti con Mdmb-pinaca. In Repubblica Ceca, ad esempio, la sostanza è stata trovata nel sangue di diverse vittime, anche senza consumo di cannabis light. In Italia, il Centro antiveleni di Pavia ha individuato questo composto in altre sostanze sequestrate negli ultimi mesi. Il Dipartimento Antidroga ha lanciato un’allerta urgente: “Gli effetti di questa droga sintetica sono gravi e possono essere fatali”, si legge nella nota diffusa agli ospedali.
Cannabis light: serve una regolamentazione vera
La tragedia ha riacceso il dibattito sulla regolamentazione del mercato della cannabis light. Riccardo Magi, deputato di +Europa, commenta: “Questo episodio dimostra una cosa sola: la mancanza di regole lascia il mercato in balia di chi ci mette dentro sostanze pericolose”. Secondo Magi, senza leggi chiare, i prodotti venduti come “legali” rischiano di nascondere ingredienti sintetici e dannosi. Anche Locatelli chiede controlli più stringenti: “Serve una tracciabilità reale delle filiere e strumenti per scovare subito i composti chimici aggiunti”.
I rischi per chi compra cannabis light
Al momento non esistono test veloci per scoprire la presenza di Mdmb-pinaca nei prodotti in vendita nei negozi o sul web. Gli esperti raccomandano di stare molto attenti. “Non fidatevi delle apparenze o delle etichette”, avverte Locatelli. Il Dipartimento Antidroga consiglia a chiunque abbia sintomi strani dopo aver fumato cannabis light di correre al pronto soccorso. La vicenda di Milano mostra quanto sia facile sottovalutare i pericoli delle sostanze sintetiche che arrivano illegalmente nel nostro Paese.










