Bari, 14 dicembre 2025 – Una donna di 39 anni è arrivata al pronto soccorso del Policlinico di Bari nel pomeriggio del 7 dicembre, lamentando un forte dolore al petto. Dopo quasi sette ore di attesa e vari accertamenti, è morta nel reparto. Ora una dottoressa è indagata per omicidio colposo: la procura vuole capire se ci siano stati ritardi o negligenze nella gestione del caso.
Settimane decisive in ospedale: cosa è successo
Secondo quanto riferisce il Policlinico di Bari, la donna – che soffriva di sindrome di Turner, una rara malattia genetica – è stata portata in ambulanza dal 118 alle 15:44. Già a casa, il personale aveva notato problemi all’elettrocardiogramma e al triage era stato dato un codice arancione, segno di urgenza ma non di pericolo immediato. La paziente aveva anche ipertensione e diabete, fattori che aumentano il rischio per il cuore.
Tra le 16 e le 16:45 sono stati fatti i primi esami: prelievi del sangue, dosaggio della troponina cardiaca, elettrocardiogramma e radiografie al torace e all’addome. Le lastre non hanno mostrato nulla di anomalo. Nel frattempo, la donna ha avuto diversi episodi di vomito. I medici le hanno dato una terapia per alleviare i sintomi e sembrava esserci un miglioramento. Era previsto un secondo controllo della troponina, come da prassi in casi sospetti di problemi cardiaci.
L’improvviso peggioramento e il tragico epilogo
Intorno alle 20:40, mentre era ancora sotto osservazione, la situazione è precipitata. La paziente ha avuto un nuovo malore, improvviso e grave, seguito da un arresto cardiocircolatorio. È stata subito portata in shock room, dove i medici hanno tentato una lunga rianimazione cardiopolmonare. Ma ogni sforzo è stato inutile. Il decesso è stato dichiarato alle 21:22.
I medici del Policlinico ipotizzano una dissecazione aortica: una rottura improvvisa della parete dell’aorta che può portare alla morte in pochi minuti. Solo l’autopsia potrà però confermare con certezza le cause.
L’inchiesta e le richieste di chiarimento della famiglia
La procuratrice Luisiana Di Vittorio ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e disposto l’autopsia, affidata al medico legale Liliana Innamorato e al cardiochirurgo Massimo Villani. Nel registro degli indagati è finita la dottoressa di turno quella sera al pronto soccorso. La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Felice Petruzzella, ha nominato propri esperti per seguire da vicino le indagini.
«La famiglia vuole risposte e giustizia», ha detto Petruzzella. Il punto centrale è capire cosa sia successo nelle ore passate in ospedale: se i protocolli sono stati rispettati, se ci sono stati ritardi nella diagnosi o nel trattamento. «Vogliamo fare luce su quelle ore decisive», ha aggiunto il legale.
La posizione del Policlinico e i prossimi passi
L’ospedale ha espresso cordoglio per la perdita e ha ribadito la «piena fiducia nel lavoro e nella professionalità del personale del pronto soccorso». In una nota, il Policlinico ha confermato la «massima collaborazione» con la magistratura e la disponibilità a fornire tutta la documentazione richiesta.
Le indagini vanno avanti per ricostruire con precisione la dinamica e per verificare eventuali responsabilità, sia individuali che organizzative. L’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, sarà decisiva per capire se la morte poteva essere evitata con un intervento diverso o più rapido.
Intanto, tra i corridoi del Policlinico si respira un clima teso. Alcuni colleghi della dottoressa indagata hanno evitato commenti, altri hanno espresso «preoccupazione per l’atmosfera che si è creata». Solo dopo i risultati dell’autopsia e le valutazioni degli esperti si potrà stabilire se si è trattato di una tragica fatalità o se ci sono state mancanze nella catena delle cure.









