Sydney, 14 dicembre 2025 – Tra le vittime della sparatoria di massa che ha sconvolto sabato sera la festa di Hanukkah a Bondi, nella zona est di Sydney, c’è anche il rabbino Eli Schlanger. La conferma è arrivata nelle prime ore di domenica dalla polizia locale e rilanciata dal Times of Israel, gettando un’ombra cupa sulla comunità ebraica australiana e non solo. L’attacco, avvenuto intorno alle 20.30 ora locale, ha causato almeno tre morti e diversi feriti, alcuni ancora in condizioni molto gravi.
Sparatoria durante Hanukkah: cosa è successo
Secondo la polizia, tutto è successo dentro il centro comunitario Beth Israel, dove una cinquantina di persone si erano riunite per la quarta sera di Hanukkah. Testimoni raccontano di aver sentito “almeno dieci colpi” partiti dall’ingresso principale. “All’inizio abbiamo pensato a un petardo, poi abbiamo visto la gente scappare in preda al panico”, dice David Cohen, uno dei presenti, ancora scosso.
Gli agenti sono arrivati pochi minuti dopo la prima chiamata di emergenza. Hanno trovato il rabbino Schlanger, 56 anni, privo di sensi vicino alla porta d’ingresso. Altri due uomini sono morti sul posto. La polizia ha isolato la zona tra Old South Head Road e Blair Street per permettere ai tecnici della scientifica di fare i rilievi.
Chi era Eli Schlanger
Conosciuto e stimato nella comunità ebraica australiana, Eli Schlanger era originario di Melbourne, ma da oltre vent’anni viveva a Sydney, dove guidava la sinagoga Beth Israel. “Era un punto di riferimento per tutti noi, sempre pronto ad ascoltare e a dare una mano”, ricorda Sarah Goldstein, membro del consiglio comunitario. Schlanger lascia la moglie Miriam e tre figli adolescenti.
Negli ultimi mesi, il rabbino aveva manifestato più volte preoccupazione per il clima di tensione che si stava creando attorno ai luoghi di culto ebraici in Australia. “Non dobbiamo mai abbassare la guardia”, aveva detto a un amico pochi giorni fa, secondo fonti vicine alla famiglia.
Caccia all’uomo in corso
La polizia del New South Wales conferma che l’autore della sparatoria è riuscito a fuggire prima dell’arrivo delle pattuglie. In queste ore sono stati istituiti posti di blocco in tutta l’area metropolitana di Sydney. “Stiamo seguendo diverse piste, ma per ora non escludiamo niente”, ha detto il commissario Karen Webb in conferenza stampa alle 10 di mattina.
Gli investigatori stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza vicino al centro. Le prime ricostruzioni indicano che l’aggressore è entrato armato di pistola automatica e ha sparato all’impazzata contro i presenti. Al momento non sono stati diffusi dettagli sull’identità o sulle motivazioni.
Reazioni forti in Australia e all’estero
La morte del rabbino Schlanger ha scosso profondamente la comunità ebraica, sia in Australia che fuori. Il presidente del Consiglio Ebraico d’Australia, Mark Leibler, ha definito l’attacco “un colpo al cuore della nostra comunità”. Messaggi di cordoglio sono arrivati anche da Israele: il ministro degli Esteri Israel Katz ha espresso “profondo dolore” e chiesto alle autorità australiane “la massima trasparenza”.
Il premier australiano Anthony Albanese, incontrato davanti a Parliament House a Canberra alle 8.30, ha parlato di “un gesto vile” e ha assicurato che “lo Stato farà tutto il possibile per assicurare giustizia alle vittime”.
Sicurezza ai massimi livelli nei luoghi di culto
Dopo l’attacco, la polizia ha rafforzato i controlli davanti a tutte le sinagoghe e i centri culturali ebraici della città. Pattuglie armate sono state avvistate già dalla tarda serata di sabato. “Abbiamo chiesto ai nostri membri di restare vigili senza però cedere alla paura”, ha spiegato il portavoce della sinagoga Beth Israel.
La festa di Hanukkah, che quest’anno si celebra dal 10 al 18 dicembre, continuerà in forma ridotta. Molti eventi pubblici sono stati cancellati o spostati online per motivi di sicurezza.
Un clima di tensione che non si placa
Negli ultimi mesi, secondo i dati del Community Security Group, gli episodi di antisemitismo in Australia sono aumentati del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La polizia invita chiunque abbia informazioni utili sull’attentatore a contattare il numero verde istituito per l’emergenza.
La comunità è ancora sotto choc. Ma questa mattina, tra i banchi vuoti della sinagoga, qualcuno ha acceso ancora una candela per Hanukkah. In silenzio.









