Riyadh, 14 dicembre 2025 – A pochi chilometri dalla capitale Riyadh, sta nascendo una trasformazione che unisce storia e futuro: la rinascita di Diriyah, antica capitale del Primo Stato Saudita. Entro il 2030, questo luogo è destinato a diventare un punto di riferimento mondiale per cultura, commercio e turismo. Un progetto che, secondo chi lo guida, è il cuore pulsante della strategia Vision 2030, il piano con cui il Regno vuole smarcarsi dalla dipendenza dal petrolio e cambiare volto all’economia.
Diriyah, il grande cantiere da 63 miliardi di dollari
I cantieri di Diriyah non si fermano mai. Si estendono su 14 chilometri quadrati, a circa 15 minuti d’auto da Riyadh. Qui lavorano oltre 55mila operai, divisi su tre turni giorno e notte. Il budget? 63,2 miliardi di dollari. “Il nostro obiettivo è costruire una comunità sostenibile: Diriyah sarà una città a misura d’uomo, facile da girare a piedi”, ha detto Nawaf Rajeh, Direttore Marketing Sviluppo e Innovazione di Diriyah Company, durante un incontro con la stampa internazionale nella sede della società, nata nel 2023 proprio per questo progetto.
Rajeh stima che dal 2030 la “città della terra” riceverà almeno 50 milioni di visitatori all’anno. Le auto non spariranno del tutto, ma saranno meno visibili grazie a più di 60mila posti auto sotterranei. E forse anche meno usate: sono previsti 17 chilometri di piste per pedoni, bici e cavalli. Quattro stazioni della metropolitana collegheranno Diriyah con il centro di Riyadh.
Tra tradizione Najdi e hotel di lusso: il nuovo volto di Diriyah
L’architettura rimane fedele allo stile Najdi, tipico dell’Arabia Saudita centrale: edifici in mattone crudo, cortili interni, muri spessi e finestre piccole, le cosiddette furjat, mai oltre i tre piani. Solo nella zona più vicina alla capitale, chiamata “Diriyah 2”, si salirà fino a sei piani. Qui sorgeranno circa 40 hotel di lusso. Il Bab Samhan Hotel, già aperto e molto richiesto, sarà affiancato da grandi marchi come Ritz-Carlton, Baccarat, Armani e Raffles. Non mancheranno nemmeno scuole (16), moschee, un’università e persino un teatro dell’Opera: la Royal Diriyah Opera House.
At-Turaif, il cuore storico e culturale del Regno
Passeggiando tra le strade di Diriyah Square e le Terrazze Bujairi, tra caffè, ristoranti con musica dal vivo e negozi di souvenir, si arriva a At-Turaif, patrimonio Unesco dal 2010. Qui le famiglie saudite si ritrovano al tramonto per godere della vista sull’altopiano calcareo che domina il Wadi Hanifah. “Questa città è una destinazione che nasce dal passato e guarda alla Vision 2030”, ha spiegato Sami Amin, Direttore Comunicazione di Diriyah Company.
At-Turaif è la culla del Regno saudita: scelta nel 1766 dall’Imam Abdulaziz bin Mohammed bin Saud come sede del governo e residenza reale. Il Palazzo Salwa, composto da sette edifici collegati, ospitava la casa dell’Imam, una moschea, una scuola per i giovani e spazi per armerie e uffici. Oggi è un museo storico con ricostruzioni audio-video che raccontano i momenti chiave della dinastia saudita.
Souq Al-Mawsim, il mercato tra Arabia Saudita e Giappone
A pochi passi dal Palazzo Salwa, nell’area verde di Al-Tawalie, si trova il Souq Al-Mawsim, uno dei mercati più antichi della Penisola Arabica ai tempi del Primo Stato Saudita. Oggi è uno spazio dedicato ai legami culturali tra l’Arabia Saudita e un Paese ospite diverso ogni anno. Nel 2025 il Souq celebra i 70 anni di rapporti diplomatici tra Arabia Saudita e Giappone con spettacoli dal vivo, laboratori, piatti tipici e un mercato artigianale che raccontano l’incontro tra le due culture.
La sfida di Expo 2030 e oltre
I lavori corrono per arrivare pronti all’Expo 2030, che metterà Riyadh sotto i riflettori del mondo. Poi, nel 2034, ci saranno i Mondiali di calcio. Diriyah punta a diventare il simbolo della nuova Arabia Saudita: una città che tiene viva la sua storia, ma guarda avanti, pronta ad accogliere milioni di visitatori e a raccontare – tra passato e futuro – una storia in continua evoluzione.









