Trento, 14 dicembre 2025 – Il Gruppo Mezzacorona chiude il 2025 con un fatturato di 213 milioni di euro, in leggera crescita rispetto ai 212,3 milioni dell’anno scorso. Un aumento modesto, dello 0,32%, ma che conferma una tenuta solida. L’utile netto si ferma a 1,74 milioni di euro, mentre il valore del conferimento supera i 62 milioni e il patrimonio netto sfonda la soglia dei 100 milioni. Questi numeri, relativi all’esercizio chiuso a luglio, sono stati presentati oggi alla 121ª assemblea generale dei soci, riunita nella storica sede della cooperativa a Trento.
Export, Stati Uniti al centro della scena
Il presidente Luca Rigotti ha aperto l’incontro ricordando le difficoltà di un periodo segnato da “tensioni geopolitiche e incertezze economiche che pesano anche sul vino”. Ma, ha aggiunto, “la responsabilità e l’impegno di tutti i soci ci hanno permesso di mantenere risultati stabili”. Il dato più importante riguarda l’export, che pesa per oltre l’80% sulle vendite del gruppo. Mezzacorona vende in 75 Paesi, ma il mercato più strategico resta gli Stati Uniti, dove opera da oltre trent’anni con la controllata Prestige Wine Imports Corp., basata a New York.
Ma non c’è solo l’America. La cooperativa è presente anche in Germania, grazie alla filiale Bavaria WeinImport GmbH, e ha rafforzato la sua posizione in paesi come Olanda, Scandinavia, Regno Unito, Canada, Belgio, Austria, Svizzera e l’Europa dell’Est. Negli ultimi anni sono cresciuti anche i mercati dell’Estremo Oriente (Giappone, Corea del Sud, Cina), così come nuove rotte si sono aperte verso Sud America, Caraibi e Sud Est asiatico.
Qualità e innovazione: il cuore della cooperativa
Il direttore generale Francesco Giovannini ha tracciato la rotta per il gruppo: “Abbiamo puntato su ricerca, assistenza tecnica in vigna e sulla qualità dei nostri prodotti”. Mezzacorona si definisce “azienda agricola diffusa” perché si basa sul lavoro di circa 1.600 famiglie di viticoltori soci. Anche nel 2025, per la decima volta consecutiva, le uve conferite hanno ottenuto la certificazione Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata), un passaporto fondamentale per entrare nei mercati più esigenti.
Da sempre in prima linea, Mezzacorona ha scommesso sulla denominazione Doc fin dagli anni Settanta e dagli anni Novanta ha adottato pratiche avanzate di produzione integrata. “La sostenibilità resta al centro”, ha ribadito Giovannini, “così come il sostegno concreto ai nostri soci”.
I vini premiati che brillano in Italia e all’estero
Sul fronte dei riconoscimenti, il 2025 è stato un anno ricco di soddisfazioni. Il prestigioso premio “3 Bicchieri” della Guida Vini d’Italia di Gambero Rosso è andato al Rotari Flavio Trentodoc 2017 e al rosso siciliano “Cantodoro Feudo Arancio Sicilia Doc 2022”. La linea Rotari ha inoltre collezionato ben 17 medaglie, d’oro e d’argento, al The Champagne and Sparkling Wine World Championship.
Numeri e premi che raccontano una realtà capace di fondere tradizione e innovazione. “Questi risultati sono frutto di un lavoro di squadra”, ha detto Rigotti a margine dell’assemblea, “e ci spingono a non mollare sulla strada della qualità”.
Il futuro tra sfide e speranze
Il quadro non è semplice: l’instabilità internazionale e le difficoltà nei trasporti pesano sulle esportazioni. Ma la solidità patrimoniale – con un patrimonio netto che supera i 100 milioni di euro – dà un buon margine di sicurezza per affrontare i mesi che verranno. “Andiamo avanti con prudenza, ma anche con fiducia”, ha concluso Rigotti. “Sappiamo che solo restando uniti potremo superare le difficoltà del mercato globale”.
La prossima assemblea è già fissata per l’estate 2026. Nel frattempo, tra i filari delle valli trentine e i vigneti siciliani di Feudo Arancio, la vendemmia è già partita. Per Mezzacorona, la parola d’ordine resta una sola: continuità.










