New York, 11 dicembre 2025 – Mai come oggi negli Stati Uniti si è vista una richiesta così alta di film e serie straniere. Secondo Axios, nei primi dieci mesi del 2025 più di un quarto del tempo speso dagli americani tra streaming, on demand e cinema è stato dedicato a produzioni fuori dagli Stati Uniti. Il dato, aggiornato a ottobre, è chiaro: il 25,3% del totale, rispetto al 17,1% del 2019. Un balzo che racconta un cambio di passo nelle abitudini del pubblico, sempre più incuriosito da storie e linguaggi lontani da quelli di Hollywood.
Golden Globe 2025, i titoli stranieri spingono forte
Le nomination ai Golden Globe, annunciate ieri, confermano questa tendenza. Tra i sei film in corsa per il miglior drammatico, tre arrivano dall’estero: Un Semplice Incidente, un film iraniano proposto dalla Francia per gli Oscar; il brasiliano L’Agente Segreto; e il norvegese Sentimental Value. Nella categoria commedia/musical, due su sei sono stranieri: No Other Choice e Nouvelle Vague. Anche nel campo dell’animazione si fa notare la presenza internazionale con tre titoli: Arco, Demon Slayer e Little Amelie or The Character of Rain.
Non solo i film, ma anche i nomi dietro le quinte e davanti alla macchina da presa rispecchiano questo cambio di scena. Tra i registi e sceneggiatori candidati ci sono l’iraniano Jafar Panahi e il norvegese Joachim Trier. Tra gli attori, spiccano Wagner Moura (The Secret Agent), Lee Byung-Hun (No Other Choice), Renate Reinsve e Inga Ibsdotter Lilleaas (Sentimental Value). E persino la colonna sonora del film in spagnolo Sirāt ha guadagnato una nomination.
Il pubblico americano si apre a nuovi racconti
Gli esperti vedono in questo fenomeno un cambiamento culturale più ampio. Sempre più americani scelgono di guardare produzioni straniere, attratti da narrazioni fresche, lingue diverse e punti di vista che non arrivano dall’industria nazionale. “C’è voglia di storie che parlino un’altra lingua, sia letteralmente che in senso figurato”, ha spiegato un dirigente Netflix a Los Angeles.
Netflix ha avuto un ruolo da protagonista in questo cambiamento. L’arrivo massiccio dei sottotitoli e il successo di serie come Squid Game, La Casa di Carta e Chiami Il Mio Agente hanno fatto sì che vedere prodotti stranieri sia diventato normale, anche in città come Ohio o Texas. “Ormai guardare una serie coreana o spagnola non fa più notizia”, ha raccontato un abbonato fuori da un cinema di Brooklyn.
Le piattaforme puntano sempre più sul globale
Dietro a questo fenomeno non c’è solo la curiosità del pubblico. Da anni i grandi servizi di streaming spostano parte delle loro produzioni fuori dagli Usa, sia per risparmiare sia per trovare idee nuove. HBO, che una volta lavorava quasi solo tra New York, Los Angeles e Vancouver, ora investe in centri creativi internazionali. Il 13 gennaio debutterà in Italia con contenuti pensati apposta per il pubblico europeo.
Netflix ha fatto scuola con progetti come Emily in Paris, una serie americana ma tutta immersa nell’atmosfera europea, girata in Francia e Italia. “Il pubblico americano si ritrova in storie ambientate altrove, forse perché cerca qualcosa che Hollywood non dà più”, ha commentato un critico del New York Times.
Dazi alle porte? La politica spacca il settore
Non tutti guardano con favore a questa apertura. A maggio, l’ex presidente Donald J. Trump ha proposto di mettere dazi del 100% sulle produzioni straniere che entrano nel mercato Usa. La legge non è ancora passata, ma ha già fatto tremare i produttori di Hollywood. “Sarebbe un colpo durissimo per l’industria”, ha ammesso un dirigente della Motion Picture Association.
Per ora, però, la tendenza resta forte. Gli americani continuano a cercare volti nuovi, storie diverse, lingue insolite alle loro orecchie. E le piattaforme – da Netflix a HBO – si preparano a rispondere a questa fame di novità, investendo sempre di più in produzioni che nascono in ogni angolo del mondo.









