Bruxelles, 10 dicembre 2025 – L’Unione europea ha lanciato un nuovo attacco contro Google, accusando il gigante tecnologico di usare contenuti di media e creator per addestrare i suoi sistemi di intelligenza artificiale senza pagare un giusto compenso e senza dare loro la possibilità di dire no. L’indagine, annunciata ieri dalla Commissione europea, si concentra sulle pratiche di Mountain View sia nelle ricerche sul web sia su YouTube, con il sospetto di abuso di posizione dominante. Una mossa che riaccende la tensione tra Bruxelles e le grandi piattaforme digitali americane, proprio mentre il dibattito su come bilanciare innovazione e diritti digitali è più acceso che mai.
Google nel mirino: l’Ue indaga sull’uso dei contenuti editoriali
Secondo la Commissione europea, Google avrebbe preso articoli di giornale, video e altri contenuti pubblicati online per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale generativa – come AI Overviews e AI Mode – senza riconoscere un compenso adeguato agli editori. Bruxelles contesta soprattutto l’assenza di un sistema che permetta agli editori di dire no all’uso dei propri contenuti, un aspetto chiave per garantire una competizione leale nel mercato digitale.
Gli strumenti sotto la lente, come AI Overviews, creano risposte sintetiche alle ricerche degli utenti attingendo a fonti editoriali, spesso senza che queste ultime ricevano un ritorno economico diretto. “Una società libera e democratica si basa su media diversi, accesso libero all’informazione e un panorama creativo vivo”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Teresa Ribera, sottolineando che il progresso tecnologico non può andare “a scapito dei principi su cui si fondano le nostre società”.
YouTube, i creator e il gioco a senso unico
Un altro nodo riguarda i video caricati su YouTube. Secondo la Commissione, i creator sono costretti – per poter pubblicare – a concedere a Google il diritto di usare quei contenuti anche per addestrare l’IA. E senza alcun compenso extra. Inoltre, le regole della piattaforma impediscono ad altre aziende di usare le informazioni dei video per scopi simili, dando a Google un accesso esclusivo a dati fondamentali per lo sviluppo dei suoi sistemi.
Questo sistema, secondo Bruxelles, crea uno squilibrio competitivo: Google può alimentare i suoi algoritmi con una montagna di dati, mentre gli altri concorrenti restano tagliati fuori. Una situazione che, secondo fonti europee, rischia di rafforzare ancora di più il dominio del gruppo californiano nel campo dell’intelligenza artificiale.
Google risponde: “Così si mette a rischio l’innovazione”
La replica di Google non si è fatta attendere. Un portavoce dell’azienda ha espresso “delusione” per l’apertura dell’indagine antitrust, sostenendo che “questa inchiesta rischia di bloccare l’innovazione in un mercato sempre più competitivo”. Secondo Mountain View, gli utenti europei devono poter accedere alle tecnologie più avanzate. E la collaborazione con il mondo dell’informazione e quello creativo sarebbe già in corso “per guidarli nella transizione verso l’era dell’intelligenza artificiale”.
La posizione del gruppo rispecchia le preoccupazioni comuni tra le grandi aziende tech americane: regole troppo rigide potrebbero frenare lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie in Europa. Ma la Commissione sembra intenzionata a proseguire sulla strada della regolamentazione, anche dopo le recenti tensioni con altre piattaforme.
Tensioni in aumento: l’Europa sfida le big tech
La battaglia tra Bruxelles e Google si inserisce in un quadro più ampio di rapporti tesi tra l’Unione europea e le big tech statunitensi. Solo pochi giorni fa, la Commissione ha multato per 120 milioni di euro X (ex Twitter) per violazioni del Digital Services Act. Sullo sfondo, pesa anche la strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, con l’ex presidente Donald Trump che ha accusato l’Ue di “censurare la libertà di opinione” e di soffocare la crescita economica con la sua burocrazia.
In questo scenario, il nodo centrale resta l’equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti di autori e cittadini europei. La Commissione promette nuovi approfondimenti nelle prossime settimane. Nel frattempo, gli editori aspettano risposte chiare su come saranno riconosciuti i loro diritti nell’era dell’intelligenza artificiale.










