Bruxelles, 10 dicembre 2025 – La Commissione europea ha lanciato oggi un nuovo pacchetto per semplificare la legislazione ambientale. L’obiettivo è chiaro: tagliare la burocrazia e abbassare i costi amministrativi per aziende e pubbliche amministrazioni in tutta l’Unione. Stando ai calcoli di Bruxelles, il risparmio potrebbe toccare il miliardo di euro ogni anno, senza però toccare gli attuali standard ambientali.
Tagliare la burocrazia senza perdere di vista l’ambiente
A spiegare il pacchetto è stata questa mattina la commissaria all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius. L’idea è di semplificare procedure che oggi appaiono pesanti, a volte inutilmente complicate. “Vogliamo regole chiare, efficaci, che non diventino un ostacolo per chi lavora rispettando l’ambiente”, ha detto durante la conferenza stampa al Berlaymont. Dietro c’è la convinzione che negli ultimi anni troppi obblighi burocratici abbiano appesantito il lavoro di imprese e amministrazioni locali, senza portare veri miglioramenti sul fronte della tutela ambientale.
Nel dettaglio, il pacchetto punta a rivedere alcune direttive fondamentali, come quelle su rifiuti, acque reflue e valutazione d’impatto ambientale. L’obiettivo è eliminare controlli doppi e rendere più snelle le procedure per le autorizzazioni. “Non vogliamo abbassare la guardia sulla protezione dell’ambiente”, ha chiarito Sinkevičius, “ma rendere il sistema più funzionale”.
Nessun passo indietro sugli standard ambientali
Un punto fermo del provvedimento è proprio questo: gli attuali standard ambientali non si toccano. La Commissione assicura che la semplificazione non significa meno controlli o minori tutele contro inquinamento e perdita di biodiversità. “Gli obiettivi del Green Deal europeo restano intatti”, si legge nella nota ufficiale.
I tecnici di Bruxelles spiegano che molte norme risalgono a tempi diversi e oggi risultano ridondanti o superate da nuove tecnologie e pratiche più efficaci adottate negli Stati membri. Eliminare passaggi inutili, dicono, aiuterà le imprese a risparmiare tempo e soldi senza compromettere la qualità dei controlli.
Un miliardo di euro all’anno di risparmio, ma le reazioni sono contrastanti
Il risparmio stimato, intorno a 1 miliardo di euro l’anno, riguarda sia grandi imprese che piccole e medie aziende, oltre alle amministrazioni coinvolte nei permessi. Secondo la Commissione, questi soldi potrebbero essere reinvestiti in innovazione e nella transizione ecologica. “Ogni euro tolto alla burocrazia è un euro che può andare a migliorare la sostenibilità delle nostre attività”, ha detto un funzionario europeo vicino al dossier.
Le prime reazioni non si sono fatte attendere. Confindustria Europa ha accolto la notizia come un “passo atteso da tempo”, pur sottolineando che restano da chiarire alcuni dettagli pratici. Più cauta Greenpeace Europa, che chiede “massima trasparenza” per evitare che la semplificazione riduca i controlli sul serio.
Cosa succederà adesso? Tempi lunghi e consultazioni aperte
Il pacchetto dovrà passare al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione, e la strada non sarà breve. Fonti comunitarie parlano di mesi di discussioni prima dell’approvazione definitiva. Solo allora si potrà passare all’attuazione nei singoli Paesi.
Nel frattempo, la Commissione ha aperto una consultazione pubblica online, attiva fino al 31 gennaio 2026. L’obiettivo è raccogliere opinioni da cittadini, imprese e amministrazioni locali. “Vogliamo sentire tutte le voci”, ha ribadito Sinkevičius.
Il difficile equilibrio tra efficienza e tutela
Il vero nodo sarà trovare il giusto equilibrio tra procedure più snelle e una vera protezione dell’ambiente. Un tema cruciale per l’Europa, soprattutto con le scadenze del Green Deal e la pressione per una transizione ecologica veloce ma sicura. La partita è appena cominciata, ma il confronto tra Bruxelles e gli Stati membri promette già scintille.










