Siena, 10 dicembre 2025 – La commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, ex responsabile della comunicazione di Mps, apre una nuova strada nelle indagini: si punta deciso sulla pista dell’omicidio. A oltre dodici anni dalla tragica notte del 6 marzo 2013, quando il corpo di Rossi fu trovato senza vita nel vicolo Monte Pio, la commissione guidata da Gianluca Vinci ha presentato i risultati della nuova perizia. A illustrare i dettagli, durante l’audizione, sono stati il tenente colonnello dei Ris Adolfo Gregori e il medico legale Robbi Manghi.
Le ferite che cambiano il racconto
Dal lavoro degli esperti emerge un dato fondamentale: le lesioni al polso sinistro di Rossi non tornano con l’ipotesi della caduta accidentale. “Sicuramente l’hanno tenuto appeso fuori dalla finestra e quelle ferite sul polso sono state provocate”, ha detto Vinci. Secondo la commissione, l’ex manager sarebbe stato esposto nel vuoto – forse per spaventarlo – e poi lasciato cadere. Un elemento che rovescia completamente la versione precedente: “Adesso la pista è quella dell’omicidio o di un omicidio legato a un altro reato”, ha ribadito il presidente.
I Ris hanno passato al setaccio i filmati delle telecamere di sorveglianza e gli oggetti trovati sul posto durante il nuovo sopralluogo. Particolare attenzione è stata data all’orologio che Rossi portava quella sera. La ricostruzione parla chiaro: la cassa è caduta prima del cinturino, segno che il polso era già ferito prima dell’impatto col suolo. “Quando è entrato in banca non aveva alcuna ferita”, ha spiegato Vinci. “Quando lo hanno trovato, invece, aveva tre tagli sanguinanti vicino alla cassa dell’orologio”.
La vedova chiede di riaprire il caso
Di fronte a queste novità, la vedova di David Rossi ha deciso di chiedere ufficialmente la riapertura delle indagini. Una mossa che arriva dopo anni di richieste ignorate e dubbi mai fugati. “Non si può più parlare di suicidio”, ha sottolineato Vinci, riprendendo le parole dei familiari.
Il caso Rossi aveva già scosso profondamente l’Italia, tra l’opinione pubblica e il settore bancario. La prima indagine si era chiusa con l’ipotesi del suicidio, ma nel tempo sono venute fuori troppe incongruenze. Ferite inspiegabili, oggetti trovati sulla scena… tutto ha alimentato sospetti e richieste di verità.
Intimidazione o altro? Le piste della commissione
La commissione punta il dito sulle modalità con cui Rossi sarebbe stato tenuto fuori dalla finestra, vedendole come un tentativo di intimidazione. “Probabilmente volevano spaventarlo, esponendolo fuori dalla finestra, per poi riportarlo dentro. Oppure l’hanno lasciato cadere”, ha spiegato Vinci. In ogni caso, si parla di omicidio, sia che sia stato voluto, sia che sia stato conseguenza di un altro reato.
Il recente sopralluogo in vicolo Monte Pio ha portato alla luce elementi finora trascurati. Quelle ferite al polso e l’ordine con cui sono caduti gli oggetti dalla finestra sono oggi i punti chiave su cui si concentrano gli accertamenti.
Ora la parola alla Procura di Siena
La palla passa ora alla Procura di Siena, chiamata a decidere se riaprire ufficialmente il caso della morte di David Rossi. I familiari attendono da tempo una risposta concreta, dopo anni di battaglie legali e richieste di chiarezza. La commissione ha già inviato agli inquirenti tutti gli atti e le conclusioni.
Nel frattempo, a Siena e tra gli ex colleghi di Rossi in Mps, l’aria è carica di attesa. “Solo allora – confida un ex dipendente – forse capiremo davvero cosa è successo quella notte”. Per ora, una cosa è certa: la pista del suicidio si allontana sempre di più. La ricerca della verità su David Rossi riparte da qui.










