Milano, 10 dicembre 2025 – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto ieri un procedimento istruttorio contro due giganti dell’orologeria: Citizen Watch Italy S.p.A. e la sua casa madre giapponese, Citizen Watch Co. Ltd., insieme a The Swatch Group (Italia) S.p.A. e alla svizzera The Swatch Group Ltd.. L’indagine, partita lunedì mattina, punta a capire se ci sia stata una violazione dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Al centro della questione, la possibile imposizione di prezzi fissi nei negozi online dei distributori autorizzati, tra gioiellerie e orologerie.
Antitrust sulle tracce: prezzi imposti e sconti proibiti
L’Antitrust ha reso noto che sia Citizen sia Swatch – due tra i principali protagonisti nel mercato degli orologi in Italia – avrebbero chiesto ai loro rivenditori selezionati di rispettare prezzi di vendita già stabiliti. In particolare, Citizen, che controlla marchi come Bulova, Vagary, Frédérique Constant e Alpina, avrebbe imposto ai negozi di non allontanarsi dai prezzi ufficiali, monitorando costantemente le offerte online.
Ma non è tutto: secondo l’Autorità, sarebbero state messe in atto anche “misure commerciali ritorsive” contro chi provava a proporre sconti o prezzi più bassi rispetto a quelli fissati dalla casa madre. Se questo fosse confermato, si tratterebbe di una violazione grave delle norme europee sulla concorrenza.
Swatch nel mirino: controlli stringenti e minacce ai rivenditori
Situazione simile per il gruppo svizzero Swatch, che in Italia distribuisce marchi come Tissot, Mido e Hamilton. Anche qui, sempre secondo l’Antitrust, ci sarebbe stato un controllo stretto sui prezzi praticati dai rivenditori autorizzati, accompagnato da possibili sanzioni per chi non rispettava le direttive.
“Abbiamo trovato elementi che fanno pensare a una strategia coordinata per mantenere i prezzi al dettaglio ai livelli decisi dalle case madri”, ha spiegato una fonte interna all’Autorità, che ha chiesto di restare anonima in attesa degli sviluppi. Ora si dovrà verificare se queste pratiche hanno limitato la concorrenza e danneggiato i consumatori.
Il quadro legale: cosa dice la normativa europea
Il nodo è l’articolo 101 del TFUE, che vieta gli accordi tra aziende che limitano la concorrenza nel mercato unico europeo. In particolare, la cosiddetta “resale price maintenance” – cioè fissare i prezzi di rivendita – è considerata una delle restrizioni più serie secondo il regolamento (UE) n. 720/2022 della Commissione europea.
Se le accuse verranno confermate, Citizen e Swatch rischiano multe pesanti. “Imporre i prezzi di vendita è una delle pratiche che l’Antitrust tiene più d’occhio”, ricorda un avvocato milanese specializzato in diritto della concorrenza. “Le sanzioni possono arrivare fino al 10% del fatturato annuo delle aziende coinvolte”.
Il settore reagisce: preoccupazione tra i rivenditori
Nel mondo delle gioiellerie e delle orologerie, la notizia ha subito acceso discussioni. Alcuni negozianti milanesi hanno confidato ad alanews.it la loro preoccupazione per possibili ripercussioni nei rapporti con i grandi marchi. “Ci chiedono sempre di rispettare i listini ufficiali”, racconta un rivenditore del centro città, “ma la concorrenza online è fortissima e spesso siamo costretti a fare sconti per non perdere clienti”.
Altri operatori hanno preferito mantenere il riserbo, aspettando di vedere come andrà a finire. Da parte delle aziende coinvolte, nessuna dichiarazione ufficiale, se non una breve nota di Citizen Italia: “Collaboreremo pienamente con le autorità competenti”.
Cosa succederà adesso: tempi lunghi e attesa
L’istruttoria dell’Antitrust potrebbe durare diversi mesi. Nei prossimi giorni sono previsti i primi incontri tra l’Autorità e i rappresentanti delle società coinvolte. Nel frattempo, i consumatori restano in attesa di capire se cambieranno davvero le regole sui prezzi degli orologi.
Secondo fonti vicine al dossier, l’attenzione sarà soprattutto su come vengono controllati i prezzi online e sulle eventuali pressioni fatte ai distributori. Solo alla fine dell’indagine si saprà se Citizen e Swatch hanno davvero infranto le regole europee sulla concorrenza.










