Roma, 9 dicembre 2025 – Dieci anni di storie vere, senza filtri digitali o trucchi tecnologici. È questa la sfida di Choose Earth, la docuserie della regista franco-americana Anne De Corbuccia che racconta dal 2014 al 2024 le battaglie e le speranze di chi ogni giorno si impegna per salvare il pianeta. Presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, la serie – composta da cinque episodi girati in tutto il mondo – si concentra sulle storie degli Earth Protectors, uomini e donne che lottano per proteggere gli ecosistemi e costruire un futuro più sostenibile. Dal 10 dicembre, in occasione della Giornata dei Diritti Umani, i primi quattro episodi saranno disponibili su Prime Video, mentre il quinto uscirà nel 2026.
Dieci anni di lotte e speranze per il pianeta
“Abbiamo bisogno di tutti e di tutto”, ha detto Anne De Corbuccia durante l’incontro a Roma, affiancata dalla biologa marina Mariasole Bianco, protagonista del terzo episodio dedicato agli oceani. La regista ha sottolineato come ognuno possa dare il suo contributo in modo diverso ma efficace. “Ognuno ha la sua voce, ognuno il suo modo di agire”, ha aggiunto, mettendo l’accento sull’importanza di ascoltare tante prospettive diverse.
La docuserie, prodotta da One Planet One Future Foundation, si distingue per una scelta ben precisa: niente intelligenza artificiale. Tutto è stato girato sul campo, tra comunità locali e scienziati, per offrire uno sguardo autentico su quello che abbiamo vissuto, temuto e sognato in questi anni decisivi. Un lavoro che, secondo De Corbuccia, punta anche a far conoscere la forza della Citizen science: “Comunità che trovano soluzioni pratiche ai problemi ambientali e portano queste conoscenze fino alle Nazioni Unite o nelle mani di altri scienziati”, ha raccontato.
Dai ghiacci del Nepal alle profondità degli oceani
Il viaggio di Choose Earth parte dall’Upper Mustang, in Nepal, dove il primo episodio – “Our Legacy” – segue il protettore della Terra Tashi Bista. Qui, tra siccità e inondazioni causate dal cambiamento climatico, intere comunità sono costrette a lasciare le proprie case, abbandonando tradizioni e patrimoni culturali. Un quadro concreto: “Abbiamo visto villaggi svuotarsi in pochi mesi”, ha ricordato la regista.
Nel secondo episodio, “Wood wide web”, la scena si sposta tra Estonia e Perù. I protagonisti sono Ettie Mikita e Jared Cairuna, che uniscono saperi tradizionali e nuove tecnologie per dimostrare come l’azione locale possa diventare un esempio globale nella tutela delle foreste. “Non basta piantare alberi”, ha spiegato Mikita in una delle interviste raccolte dalla troupe, “bisogna capire come funzionano gli ecosistemi”.
Il terzo episodio, “Blue Print”, presentato in anteprima a Roma, è dedicato a chi difende gli oceani. Qui entrano in scena Mariasole Bianco e Liliana Rodriguez Cortes, delegata dell’International Ocean Institute presso le Nazioni Unite. Le due scienziate raccontano il ruolo fondamentale – ma sempre più a rischio – degli oceani nel sostenere la vita sulla Terra. “Senza oceani sani non c’è futuro”, ha detto Bianco davanti al pubblico romano.
Comunità locali e giovani: il futuro nelle loro mani
Nel quarto episodio, “Island of coherence”, le telecamere si spostano sulle rive del Lago Baikal, in Siberia. I protagonisti sono Max Savchenko e Dasha Filippova, impegnati a mostrare come inquinamento, incendi e conflitti stiano mettendo a rischio la sicurezza dell’acqua nella regione. “Ogni mattina alle sei raccoglievamo l’acqua”, ha raccontato Filippova, “per capire davvero cosa stava cambiando”.
Il quinto e ultimo episodio, “Children of the Anthropocene”, arriverà nel 2026. Qui si parla dei giovani attivisti di vari continenti che rispondono ai fallimenti climatici con cause legali, proteste e creatività. Una generazione che non si arrende: “Abbiamo tutti un ruolo”, ha ricordato Mariasole Bianco, “le scelte dei prossimi anni decideranno il futuro del pianeta per secoli”.
Una chiamata urgente a tutti noi
Choose Earth non dà soluzioni facili né risposte già pronte. Piuttosto, spinge a riflettere sul peso delle scelte, sia personali che collettive. “Ognuno di noi ha una grande responsabilità, ma anche una grande opportunità”, ha ribadito Bianco. Ed è proprio questa consapevolezza – fatta di storie vere, volti concreti e azioni quotidiane – il filo che unisce i cinque episodi della serie.
Dal Nepal alla Siberia, passando per gli abissi degli oceani e le foreste dell’Amazzonia, la docuserie mostra che proteggere l’ambiente è una sfida globale ma anche molto personale. Un racconto che guarda avanti, senza retorica ma con la forza delle testimonianze dirette. Da lunedì su Prime Video, per chi vuole capire cosa significa davvero salvare la Terra oggi.










