Lecce, 9 dicembre 2025 – Tatiana Tramacere, la giovane di Nardò scomparsa per giorni e poi ritrovata sana e salva a casa dell’amico Dragos Ioan Gheormescu, è diventata in poche ore il fulcro di un acceso dibattito pubblico. Da quando la ventisettenne è riapparsa lo scorso venerdì, la sua storia ha superato i confini della cronaca locale. Sui social, per le strade del Salento e nelle redazioni, si parla di responsabilità, empatia e odio. Ma Tatiana – che non ha mai voluto parlare in pubblico – resta in silenzio. Legge i giornali, segue i telegiornali, ma evita i riflettori. Per ora.
Tatiana Tramacere, il peso del giudizio che non si placa
La procura di Lecce non ha riscontrato reati nell’allontanamento della ragazza. Nessuna denuncia, nessun capo d’accusa: si tratta di una fuga volontaria, almeno secondo le prime indagini. Eppure, la vicenda ha scatenato un acceso confronto tra chi difende Tatiana e chi la accusa di aver mobilitato inutilmente forze dell’ordine e volontari. Sui social, le critiche sono diventate sempre più pesanti. “Non è giusto che tutto finisca così”, scrive qualcuno. Altri chiedono che la giovane paghi le spese delle ricerche. La criminologa Roberta Bruzzone ha rilanciato la questione: “Dovrebbe farsi carico dei costi”, ha detto in tv, dando nuova benzina a un dibattito che ormai spacca l’opinione pubblica.
La famiglia risponde: “Avreste voluto un finale peggiore”
A rompere il silenzio della famiglia è stato il cugino Lorenzo, con un lungo post su Facebook. Un messaggio netto, senza giri di parole: “Siate sinceri, molti di voi avrebbero voluto un finale diverso. Una morte, un colpo di scena, qualcosa da raccontare”. Lorenzo punta il dito contro chi ha trasformato una vicenda umana in un processo mediatico affrettato. “L’odio ha bisogno di nuove tragedie da divorare. Ma Tatiana è viva. E questo dovrebbe fermare tutto il resto”, scrive. Un messaggio che racconta bene il clima intorno alla giovane: le stesse persone che pregavano per il suo ritorno ora la sommergono di insulti.
Perché Tatiana è scappata? Il nodo ancora aperto
Resta però una domanda che pesa: perché Tatiana Tramacere se n’è andata? Il cugino Lorenzo invita a guardare oltre la superficie: “Se davvero è stata una scelta sua, dobbiamo capire il motivo. Quale dolore l’ha spinta a isolarsi così, quale tempesta l’ha travolta”. La famiglia non cerca colpe, almeno a sentire le sue parole. Vuole solo capire cosa sia successo davvero. “Quello che conta è la sicurezza di Tatiana, la sua salute, la sua verità, qualunque sia”, aggiunge Lorenzo. E finché non sarà tutto chiaro, nessuno – secondo lui – può permettersi di puntare il dito.
L’odio online che fa male davvero
Il post del cugino si chiude con un avvertimento sulla violenza che corre sui social. “Tatiana è una ragazza fragile, giovane, confusa, che ha vissuto qualcosa che nessuno ha ancora capito davvero”, scrive Lorenzo. Anche se fosse stata una fuga volontaria, “merita rispetto”. Il rischio, spiega, è che le parole pesanti lascino ferite profonde: “C’è un limite oltre il quale non si ferisce solo con le parole, si può spezzare una persona”. Una ragazza travolta dall’odio può cadere in un buco nero da cui è difficile uscire. E quando qualcuno non regge più il peso del giudizio collettivo, “sapete bene cosa può succedere”.
Il caso che divide una comunità
Intanto Tatiana resta lontana dai microfoni. Non parla con i giornalisti, non risponde alle domande dei curiosi. Chi le è vicino dice che legge tutto ciò che si dice su di lei, ma preferisce non intervenire. La famiglia chiede rispetto e tempo per capire cosa sia successo. Nel frattempo, il caso di Tatiana Tramacere continua a dividere e a far riflettere una comunità che si confronta con i limiti dell’empatia e con la potenza – spesso devastante – delle parole online.










