Milano, 9 dicembre 2025 – Solo il 7,1% degli Enti del Terzo settore italiani è guidato da under 35, ma dove questo succede – secondo una ricerca presentata oggi a Milano – spuntano chiari segnali di rinnovamento, equilibrio di genere e radicamento sul territorio. Lo studio, firmato da Percorsi di Secondo Welfare insieme all’Osservatorio Statistico sul Terzo Settore dell’Università di Milano-Bicocca, è stato reso noto nell’ambito del premio nazionale “GenP – Giovani che partecipano”, promosso da Acri. Un dato che racconta una realtà in movimento, in una società italiana che sta cambiando pelle anche nelle forme di partecipazione civica.
Giovani alla guida: pochi ma con un impatto chiaro
I numeri raccolti tra il 2024 e il 2025 raccontano di una presenza ancora bassa di giovani che guidano organizzazioni non profit: meno di uno su dieci. Però, dove ci sono, si vedono differenze concrete. “Vogliamo dare valore a un percorso di rinnovamento già in corso nel Terzo settore, dove il contributo dei giovani va di pari passo con l’esperienza delle organizzazioni più consolidate”, ha detto Giovanni Azzone, presidente di Acri, durante la presentazione all’auditorium di via Bicocca degli Arcimboldi.
La ricerca mette in luce come la leadership giovanile sia spesso legata a modelli di gestione più inclusivi, a un’attenzione maggiore all’equilibrio tra uomini e donne e a un rapporto stretto con il territorio. Non si tratta solo di numeri, ma di un vero cambio di passo nel modo di fare associazioni.
Un patrimonio di idee che spinge la partecipazione
Sono stati oltre 400 i progetti candidati alla prima edizione del premio “GenP”, a dimostrazione di un fermento che attraversa tutta Italia, dal Nord al Sud. “Questi progetti sono un tesoro di idee ed energie che mostrano un desiderio diffuso di partecipare nel Paese”, ha aggiunto Azzone. I tre vincitori – scelti tra decine di realtà locali – hanno puntato su cultura, benessere e rigenerazione delle comunità.
I promotori sottolineano come le iniziative premiate dimostrino che i giovani non chiedono solo spazio, ma sono già protagonisti in molti ambiti: dalla promozione della lettura nei quartieri periferici alla creazione di spazi verdi condivisi, fino al supporto psicologico per gli adolescenti. “Sono modi diversi ma che si completano per coinvolgere i giovani”, ha spiegato la giuria.
Un Terzo settore che cambia con la società
Il quadro che emerge dall’indagine arriva in un momento delicato per il Terzo settore italiano, alle prese con una popolazione che cambia e nuove sfide sociali. Secondo l’Osservatorio Statistico, i giovani restano pochi soprattutto nei grandi enti storici, mentre la loro presenza cresce nelle associazioni nate negli ultimi dieci anni. Qui la quota di under 35 alla guida arriva fino al 15%, segno che il ricambio generazionale è più veloce dove le strutture sono più giovani.
Non mancano però difficoltà: problemi con i finanziamenti, burocrazia e la fatica a coinvolgere volontari più giovani sono i nodi più segnalati dai dirigenti intervistati. “Serve un investimento stabile su competenze e formazione”, ha spiegato una referente dell’Università Bicocca, “altrimenti tante esperienze nuove rischiano di restare isolate”.
Il futuro passa dalle comunità locali
Un dato interessante che viene fuori è il forte legame con il territorio: le organizzazioni guidate da giovani riescono a dialogare meglio con scuole, enti locali e imprese. In Lombardia, per esempio, sono nate reti che coinvolgono biblioteche comunali e centri giovanili; in Sicilia, si sperimentano percorsi di co-progettazione tra associazioni e amministrazioni.
“Il Terzo settore è uno specchio della società”, ha concluso Azzone, “e solo aprendosi ai giovani potrà restare un motore di coesione e innovazione”. La sfida ora – dicono i promotori del premio GenP – è trasformare queste esperienze in modelli replicabili in tutta Italia, superando la frammentazione e puntando su una gestione più aperta.
In attesa della prossima edizione del premio, resta il quadro di un’Italia dove i giovani ci sono – pochi ma determinati – e dove il cambiamento passa anche dalle piccole realtà locali. Un segnale che, forse, qualcosa si sta muovendo davvero.










