Milano, 8 dicembre 2025 – Ieri al Teatro Dal Verme si è svolta la consegna degli Ambrogini d’oro 2025, la più alta onorificenza civica del Comune di Milano. Ma l’atmosfera non è stata delle più tranquille. Al centro delle discussioni non c’erano solo i premi a volti noti come Enrico Mentana o la cantante Jo Squillo, bensì soprattutto il riconoscimento al Nucleo operativo radiomobile dei carabinieri. Una scelta che ha scatenato divisioni profonde in città, soprattutto a causa del caso di Ramy Elgaml, il giovane di 19 anni morto nel quartiere Corvetto dopo un inseguimento con una pattuglia dell’Arma.
Murales, protesta e tensioni: il caso Ramy divide Milano
Pochi giorni prima della cerimonia, sono spuntati due murales in zona Corvetto e in altri punti della città. Opera dell’artista Cristina Donati Meyer, mostrano il volto sorridente di Ramy con la scritta: «Chiediamo pane e cultura, ci date polizia». Un messaggio chiaro che ha subito acceso un acceso dibattito pubblico. «Quando la verità è ancora sospesa, celebrare è pericoloso», ha scritto l’artista sui social, parlando dell’inchiesta ancora aperta sulla morte del ragazzo.
Non si sono fatte attendere le reazioni politiche. Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, ha attaccato duramente: «Con un procedimento ancora in corso e la verità tutta da chiarire, questo è un atto di giustizia sommaria inaccettabile». E ha aggiunto: «Mettere sotto accusa tutta l’Arma significa offendere chi ogni giorno rischia la vita per proteggerci». Intanto, durante la premiazione, il capogruppo dei Verdi milanesi, Tommaso Gorini, ha scelto di indossare una maglietta con il volto di Ramy e la scritta “Ramy vive”. Gorini, che fa parte della commissione che assegna gli Ambrogini, ha spiegato: «Non è una polemica contro il premio, ma un modo per tenere viva questa storia».
Sala: “Non mettiamo etichette, serve giustizia per Ramy”
Sul palco del Dal Verme il sindaco Giuseppe Sala ha preso la parola con toni calmi ma chiari. «Credo ancora che la vicenda di Ramy meriti giustizia», ha detto davanti a un pubblico attento. «Ma non dobbiamo cadere nella trappola di dividere tutto tra buoni e cattivi». Sala ha ricordato quanto questa storia abbia colpito la città: «Questa famiglia di immigrati si è sempre comportata da cittadini milanesi e merita il nostro rispetto».
Poi ha rivolto un pensiero ai carabinieri: «Sono un corpo con una lunga storia. Anche loro possono sbagliare, come tutti noi. Ma metterci la faccia oggi significa molto per la comunità». Parole che hanno provato a calmare gli animi, senza ignorare la complessità della situazione.
Ambrogini: tra applausi e riflessioni sulla società milanese
Oltre alle polemiche, la giornata degli Ambrogini d’oro è stata anche un momento per celebrare chi si è distinto portando onore a Milano. Il sindaco Sala ha ringraziato tutti i premiati: «Essere qui oggi significa incontrare le storie più belle della nostra città», ha detto. «Persone che non si arrendono, che vedono la vita come una sfida contro la rassegnazione e la solitudine».
Nel suo discorso Sala ha anche toccato il clima sociale attuale: «Viviamo in un momento in cui sembra prevalere la sfiducia e il disinteresse», ha ammesso, citando l’alto astensionismo alle urne come segnale di una società meno coinvolta. «La politica ha le sue responsabilità», ha aggiunto, «ma una società che si chiude e si affida solo ai social non può fare scelte coraggiose o costruire un’identità forte».
Un premio che parla di Milano e delle sue contraddizioni
Così la cerimonia degli Ambrogini d’oro 2025 si è trasformata in uno specchio delle tensioni che attraversano Milano. Da un lato il riconoscimento al lavoro quotidiano delle forze dell’ordine; dall’altro la richiesta di giustizia e verità per Ramy Elgaml, ancora al centro di un’inchiesta giudiziaria. Nel mezzo, una città che si interroga sul senso della partecipazione civica e sulla capacità di affrontare scelte difficili in tempi incerti.










