Roma, 7 dicembre 2025 – L’acquisizione di Warner Bros. Discovery da parte di Netflix sta accendendo un forte allarme tra gli esercenti cinematografici italiani ed europei. Il timore è che questa mossa possa mettere in crisi il ruolo delle sale e l’intero sistema del cinema. A rilanciare l’allarme è stata l’Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) durante le Giornate Professionali di Cinema a Sorrento, da poco concluse, con un’eco che arriva anche dall’Unione Internazionale dei Cinema (Unic).
Sale in bilico: il nodo della centralità
L’Anec segnala come le trattative tra Netflix e Warner Bros. Discovery abbiano riportato al centro del dibattito la necessità di difendere l’uscita in sala e di rimettere in equilibrio tutta la filiera. In particolare, si è tornati a parlare della cosiddetta cronologia dei media. Le “window” – cioè i tempi in cui un film resta in esclusiva nelle sale prima di finire sulle piattaforme digitali – sono state uno dei temi più discussi durante l’evento a Sorrento, chiuso giovedì 4 ottobre.
In una nota diffusa ieri, l’Anec ricorda come la presidenza dell’Unic, con il presidente Phil Clapp e la Ceo Laura Houlgatte, abbia espresso “grande preoccupazione” per l’operazione. I rischi indicati riguardano la disponibilità dei contenuti, la varietà dell’offerta e la sostenibilità economica delle sale in Europa.
Rischi per la varietà e per la tenuta economica
“La scomparsa di una major dentro un gruppo guidato da un operatore che finora ha dimostrato scarso interesse per le sale potrebbe ridurre drasticamente il numero di film disponibili e indebolire l’esclusività delle uscite in sala”, si legge nel comunicato dell’Unic. Per gli esercenti, questa esclusività è un pilastro fondamentale, non solo per la salute economica delle sale, ma anche per la varietà culturale e per l’occupazione locale.
L’Anec teme che il modello di Netflix – con uscite in sala ridotte a pochi giorni, giusto il tempo di partecipare ai premi – possa diventare la norma anche per i film Warner Bros. Discovery. “Un’offerta ridotta, con il focus sulla distribuzione in streaming, rischia di fare danni irreparabili all’industria del cinema e di portare alla chiusura di molte sale”, avverte l’associazione. Il colpo sarebbe duro anche sul fronte del lavoro, in un settore già provato da anni difficili.
La questione delle “window” e le richieste al governo
In Italia, il dibattito sulle “window” cinematografiche si incrocia con altre questioni importanti. Il settore aspetta ancora risposte sul recupero dei tagli previsti nella manovra finanziaria e sulla stabilizzazione degli incentivi per le sale. “Parlare di tempi delle window è solo un pezzo del discorso più grande che riguarda il futuro dell’intera filiera”, spiega Mario Lorini, presidente dell’Anec.
Lorini sottolinea che “ogni operazione di concentrazione nel mercato globale dell’audiovisivo va valutata con estrema attenzione”. L’associazione resta pronta a difendere la centralità della sala e a collaborare con istituzioni e partner industriali. L’obiettivo è chiaro: garantire la diversità dei contenuti, la pluralità degli operatori e un giusto valore all’esclusiva cinematografica.
Un appello alle istituzioni: serve un confronto a livello europeo
Il presidente di Anec ha rivolto un appello diretto al ministro della Cultura Alessandro Giuli e alla sottosegretaria Lucia Borgonzoni. Chiede di aprire un confronto istituzionale che coinvolga anche l’Europa. “Serve un dibattito ampio – conclude Lorini – per fare in modo che il futuro del cinema non venga deciso solo dalle strategie delle grandi piattaforme, ma tenga conto anche delle esigenze delle sale e del pubblico”.
Mentre si attendono sviluppi sulle trattative tra Netflix e Warner Bros. Discovery, il settore resta in allerta. Gli esercenti vogliono garanzie concrete per evitare che una nuova concentrazione porti a un’ulteriore riduzione dell’offerta culturale nelle sale italiane ed europee.








