San Martino di Castrozza, 7 dicembre 2025 – Un giovane con disabilità escluso dalla sala ristorante di un hotel: è questa la vicenda che ha scosso la provincia di Trento, dove si trova il Colbricon, un albergo a quattro stelle. I fatti risalgono a marzo 2023, ma solo ora si è chiusa con una sentenza che obbliga i gestori a seguire un corso sulle buone pratiche di accoglienza per persone con disabilità. Protagonista è Tommaso Pimpinelli, 24 anni, affetto dalla malattia di Norrie, che fu invitato a pranzare in una saletta separata, lontano dagli altri ospiti. La madre, Cecilia Bonaccorsi, ha raccontato i fatti e spiegato il motivo della battaglia legale: “Non volevamo soldi, ma rispetto”.
Quando l’esclusione rovina una vacanza
Era marzo 2023 quando la famiglia Pimpinelli, arrivata da Roma per qualche giorno sulle Dolomiti, si è trovata davanti a una situazione che, come dice la madre, “ha lasciato un segno profondo”. Durante il pranzo, il personale dell’hotel Colbricon ha chiesto ai genitori di spostarsi in una saletta separata, chiusa da vetri ambrati e lontana dagli altri clienti. “Mi sono sentita a disagio, ma qualcuno ha detto che la presenza di Tommaso dava fastidio”, ha spiegato Isabella Doff, la titolare dell’hotel.
La famiglia aveva già avvisato l’hotel della condizione di Tommaso, mandando una mail in anticipo. Nonostante questo, il disagio è stato immediato. “Non è bello sentirsi non graditi”, ha confidato la madre. Così la vacanza si è interrotta all’improvviso: valigie rifatte e ritorno a casa prima del previsto. “Vacanze rovinate e tanto amaro in bocca”, ha scritto Bonaccorsi sui social.
La denuncia pubblica e la causa simbolica
Nei giorni che hanno seguito l’episodio, Cecilia Bonaccorsi ha deciso di raccontare tutto su Facebook. “Sono Tommaso, ho subito una discriminazione pesante. Mi hanno trattato come un cane, non ammesso nella sala ristorante comune”, si leggeva nel post. La storia ha suscitato subito reazioni, non solo tra amici e conoscenti, ma anche tra associazioni che difendono i diritti delle persone con disabilità.
La famiglia ha deciso di andare in tribunale, ma senza chiedere risarcimenti. “Abbiamo chiesto simbolicamente un euro e la pubblicazione della sentenza”, ha spiegato Bonaccorsi a Repubblica. L’obiettivo era chiaro: un gesto che riparasse e, soprattutto, più sensibilità verso le persone con disabilità.
La sentenza: i gestori devono formarsi
Dopo quasi due anni, il caso si è chiuso con un accordo e una sentenza che punta più alla formazione che alla punizione. I gestori del Colbricon dovranno seguire un corso organizzato dall’associazione HandiCrea, specializzata nell’accoglienza di persone con disabilità. Il corso prevede lezioni sulle diverse disabilità, sulle esigenze specifiche dei clienti e su come comportarsi nel modo giusto.
“Non ho ricevuto neanche una chiamata in tutti questi mesi”, ha aggiunto Bonaccorsi. “Non credo che torneremo in quell’hotel”. L’assenza di scuse, sottolinea la madre, ha pesato quanto l’episodio stesso.
Un caso che fa riflettere sul turismo accessibile
L’episodio di San Martino di Castrozza riporta sotto i riflettori il tema dell’accessibilità negli hotel italiani. Secondo l’Istat, solo il 30% delle strutture è completamente accessibile a chi ha disabilità. Le associazioni chiedono da tempo più formazione per il personale e controlli più severi.
“Non bastano rampe o ascensori”, ha detto un rappresentante di HandiCrea. “L’accoglienza passa anche da come si parla agli ospiti”. Il caso Pimpinelli è un esempio concreto – e doloroso – delle difficoltà che tante famiglie incontrano ancora oggi in vacanza.
Per Tommaso e i suoi genitori resta l’amarezza, ma anche la speranza che situazioni simili non capitino più. “Volevamo solo rispetto”, conclude la madre. E forse, dopo questa sentenza, qualche passo avanti si potrà fare.








