Bruxelles, 6 dicembre 2025 – Il sostegno economico all’Ucraina resta una questione chiave per la sicurezza europea. Lo ha ribadito oggi Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, al termine di un vertice a Bruxelles. L’incontro si è svolto nel pomeriggio nella sede del Consiglio europeo e ha visto la partecipazione del cancelliere tedesco Friedrich Merz e del premier belga Bart De Wever. Al centro del dibattito, la sorte degli asset russi congelati e la possibilità di usarli per finanziare la resistenza di Kiev.
Belgio al centro della questione degli asset russi congelati
Il Belgio, dove si trovano molte delle istituzioni finanziarie europee, si ritrova in una posizione complicata. Fonti diplomatiche riferiscono che circa 180 miliardi di euro di beni russi sono bloccati in conti belgi. Una cifra che vale oltre il 70% del totale immobilizzato nell’Unione. “La situazione particolare del Belgio sul fronte dei beni russi congelati è evidente”, ha scritto von der Leyen in una nota diffusa alle 17.30. “Serve un modo per far sì che tutti i Paesi europei condividano gli stessi rischi”.
Uscendo dal palazzo Justus Lipsius poco dopo le 18, il premier De Wever ha detto ai giornalisti: “Il Belgio non può essere lasciato solo a gestire gli oneri legali e finanziari di una decisione presa insieme. Serve una soluzione comune”. Parole che hanno trovato eco anche nel cancelliere Merz: “La solidarietà in Europa non può essere a senso unico”.
Pressione su tutti i Paesi UE per sostenere l’Ucraina
La questione degli asset russi arriva in un momento cruciale: garantire a Kiev i fondi necessari per continuare a difendersi dall’invasione. Secondo la Commissione, nel 2024 i Paesi UE hanno messo insieme circa 50 miliardi di euro tra aiuti militari, umanitari e finanziari. Ma le esigenze di Kiev restano alte. Per il prossimo semestre, il governo di Volodymyr Zelensky chiede almeno altri 20 miliardi.
Von der Leyen ha sottolineato che “il sostegno economico all’Ucraina è fondamentale per la sicurezza di tutta l’Europa”. Sullo stesso tono Merz, che ha parlato di “responsabilità storica” dell’Unione. Diversi osservatori mettono in guardia però: le divisioni interne rischiano di rallentare le decisioni proprio mentre Mosca intensifica la pressione sul fronte orientale.
Rischi legali e tensioni tra i Paesi membri
La vera spina nel fianco sono i rischi legali legati all’uso degli asset russi congelati. Alcuni Stati temono ritorsioni o contenziosi internazionali da parte della Russia o dei suoi creditori. Il Belgio in particolare ha ricevuto avvertimenti da alcune banche russe. “I rischi sono reali”, ha ammesso De Wever. “Ma non possiamo permettere che l’aggressore approfitti dell’immobilismo europeo”.
Fonti della Commissione riferiscono che si sta cercando un sistema per dividere tra tutti i Paesi UE le eventuali conseguenze legali e finanziarie. L’obiettivo è evitare che un solo Stato, come il Belgio, si faccia carico di sanzioni o cause.
Verso il prossimo Consiglio europeo, in attesa di scelte
Il tema degli asset russi sarà protagonista al prossimo Consiglio europeo, in programma fra una settimana sempre a Bruxelles. Von der Leyen ha chiesto una “decisione veloce e condivisa”, ma le trattative restano difficili. I Paesi dell’Est spingono per usare subito i fondi congelati, mentre Austria e Ungheria chiedono più garanzie legali.
Intanto Kiev segue da vicino gli sviluppi. In serata, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato: “L’Europa deve mostrare coerenza e coraggio. Ogni giorno perso è un vantaggio per la Russia”.
La partita è ancora aperta. Nelle prossime ore sono attese nuove consultazioni tra le capitali europee.










