Milano, 6 dicembre 2025 – Dragos-Ioan Gheormescu, il giovane al centro del caso legato alla scomparsa di Tatiana Tramacere, rompe il silenzio e racconta le ore più dure della sua vita. «Per due ore mi hanno trattato come un assassino, sotto casa urlavano ‘Datelo a noi’. In quel momento mi sono sentito morire», confessa in un’intervista, tornando indietro ai giorni in cui Tatiana, ventisettenne, era sparita e lui si era trovato improvvisamente sotto i riflettori, sospettato di reati gravissimi.
Dragos racconta: “Mai avrei fatto del male a Tatiana”
Le accuse che ha letto nel mandato di perquisizione – omicidio e occultamento di cadavere – lo hanno sconvolto. «Erano pesantissime, mi hanno fatto paura. Ma io, mai, mai avrei fatto del male a Tatiana», spiega con forza. Lei, come poi si è scoperto, si era nascosta proprio nella sua mansarda, a pochi passi da casa sua a Nardò. Una scelta condivisa, dice Dragos: «Non l’ho fatto solo perché me lo ha chiesto. Sapevo che aveva bisogno di un rifugio e, visto il nostro rapporto, non volevo lasciarla sola».
Undici giorni di convivenza segreta
Mentre tutta Italia cercava Tatiana, lei stava nell’appartamento di Dragos. «Non era serena, aveva bisogno di staccare, di riflettere. Voleva cambiare vita», racconta lui. In quei giorni hanno vissuto una routine sospesa. «Siamo stati bene, sereni. Lei voleva tanto rivedere quel gattino grigio che avevamo soccorso insieme un mese fa al parco». Un dettaglio che racconta il lato più intimo della loro relazione, che, ammette Dragos, si è rafforzata in quei giorni difficili.
Le scuse pubbliche: “Non abbiamo pensato alle conseguenze”
Dopo il ritrovamento di Tatiana, Dragos ha sentito il bisogno di chiedere scusa. «Chiedo scusa a tutti: ai genitori di Tatiana, ai suoi familiari, ai carabinieri, ai magistrati, ai cittadini di Nardò», dice. «Non abbiamo pensato alle conseguenze di quella scelta, ma succede che quando si è presi dalle emozioni la testa non è più lucida e non si capisce cosa sia giusto fare». Parole che arrivano dopo giorni di tensione e paura, con la consapevolezza che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla.
Il caso mediatico e l’intervista a “Chi l’ha visto?”
Durante la scomparsa di Tatiana, Dragos è intervenuto in tv, anche a “Chi l’ha visto?”, nel ruolo del fidanzato preoccupato. «Forse non sapevamo come uscire da quella situazione», ammette. Dopo aver visto insieme la puntata nella mansarda, Tatiana si sarebbe arrabbiata e gli avrebbe chiesto di non parlare più con nessuno. Da allora, Dragos non l’ha più sentita. «Sono molto in pensiero per lei. So che giovedì sera è stato molto difficile. Quando i carabinieri mi hanno detto che l’avevano trovata, speravo di vederla in caserma, ma non è successo».
Tra attesa e sentimenti
Oggi Dragos aspetta notizie da Tatiana, che nel frattempo è rimasta con la famiglia. «Giustamente ora la sua famiglia le sta accanto. Ma io ho voglia di rivederla», confida. Alla domanda se sia innamorato si prende una pausa, poi risponde semplicemente: «Sì». Una risposta quasi sussurrata, che chiude una vicenda ancora piena di domande ma che almeno restituisce una certezza: dietro le cronache e le indagini, ci sono due ragazzi e una storia d’amore nata tra mille difficoltà.
Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, non ci sarebbero elementi per ipotizzare reati a carico dei due giovani. Resta però aperto il dibattito sulle conseguenze della fuga volontaria e sulle risorse impiegate nelle ricerche. Intanto, tra le vie di Nardò e nelle case dei protagonisti, si cerca di tornare lentamente a una vita normale.










